Londra. A volte ritornano: Nigel Farage e i suoi calzini di nuovo in campo

I calzini chiudono un ciclo e ne aprono un altro che forse mette fine alle lunghe passeggiate, alle partite di golf e alle battute di pesca con gli amici

Nigel Farage

Il dubbio tormenta: e se tornasse a tuonare rompendo i timpani nell’arena politica? Ci sono indizi? Sì: i suoi calzini. Osservali con attenzione, recano stampata la bandiera dell’Union Jack, e che vuol dire? chiederai. Sono gli stessi che il nostro calzava a Bruxelles, come riporta l’Ansa il 29 gennaio 2020 titolando “Brexit: Farage con i calzini Union Jack. L’eurodeputato britannico all’ultima seduta al parlamento Ue”.

Ti dice niente? Ovvero i calzini chiudono un ciclo e ne aprono un altro che forse mette fine alle lunghe passeggiate, alle partite di golf e alle battute di pesca con gli amici, come diceva la moglie. Nigel Farage aveva un paio di calzini identici l’altro giorno, non dico che siano gli stessi, intervistato il 25 maggio 2023 su sky news da Beth Rigby, esperta maga del giornalismo britannico, che tempestava di domande l’anguilla sfuggente Farage, senza tuttavia ottenere troppe ammissioni se non un monotono e ripetitivo: “La Brexit è stata un fallimento, punto a capo, ma io non c’entro.” E poi con il consueto irruente slancio oratorio: “I Tories hanno tradito lo spirito della Brexit, facendo finta di interpretarlo. Sono loro che hanno fallito, non io.” “D’accordo,” dice Beth, labbra rosso mattone, “ma lei aveva promesso vantaggi e un nuovo futuro e non questo disastro nell’immigrazione, diventata oggi il vero problema, perché sottrae risorse importanti.” Farage ribatte e nega di essere stato disonesto con il pubblico quando si è impegnato sulla quota netta di immigrazione durante la campagna referendaria dell’UE, niente di più. “Chiederà scusa per il fallimento della Brexit?” domanda la giornalista. “Non devo chiedere scusa proprio di niente io” “Frustrazione e rabbia dentro e fuori le fila dei Tories,” incalza Beth Rigby a causa dei livelli di immigrazione del dopo Brexit.”  “Il processo è stato gestito dai Tories” rimbecca Nigel “ che avrebbero dovuto fissare un limite alla quota immigrati. Se fossi stato al governo io avrei messo un tetto massimo al loro numero, riducendolo a circa 50.000 per anno. I Tories hanno tradito Brexit, non io.”

Nell’intervista Nigel Farage afferma che il Regno Unito è diventato dipendente da manodopera importata a basso costo e non qualificata e che ovviamente accetterebbe la carenza di manodopera se ciò significasse una minore immigrazione.

I casi sono due: o i calzini sono il segno di un ritorno del guerriero Farage, “ribelle con una causa” o lui va in giro a farsi intervistare per fare pubblicità a una fabbrica che produce calze, collant e affini.

Anni fa, prima dell’odissea Brexit, l’ex eroe nazionale Beppe Grillo, al termine di un incontro con l’affabulatore british Farage, in un’intervista rilasciata al Daily Telegraph, diceva: “Il leader euroscettico britannico a capo dell’Ukip non è razzista e ha senso dello humour e dell’ironia. Sono svariati i punti in comune fra i nostri due partiti, a partire dall’immigrazione. Farage vuole il controllo dei flussi migratori in Europa, proprio quello che vogliamo noi. Nego che sia razzista, come io non sono il nazi fascista dipinto dai giornali italiani”. Dopo l’incontro fra i due ex leader l’Ukip aveva diffuso una nota che fra l’altro riportava: «siamo ribelli con una causa» famosa frase entrata nella storia del Beppe nazionale e una di Farage in cui affermava che se le due formazioni politiche raggiungeranno un accordo «causeranno non pochi problemi a Bruxelles». Le profezie, come si evince, non sempre ci azzeccano, le cose possono andare molto diversamente.

Su Politico Andrew McDonald il 16 maggio scrive: 

“Nigel Farage, uno dei maggiori sostenitori dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ritiene che la Brexit sia fallita.” Il vezzo di gettare benzina sul fuoco non abbandona Nigel.

“Parlando al programma Newsnight della BBC l’ex leader del Brexit Party – una delle figure più famose della causa Brexit – ha ammesso che il Regno Unito non ha beneficiato economicamente dell’uscita dal blocco.” Visti gli aumenti di prezzi stratosferici anche di verdura e pane…

“Ciò che Brexit ha dimostrato, temo, è che i nostri politici sono inutili quanto i commissari a Bruxelles”. Questo è parlar chiaro. “Abbiamo gestito male tutto quanto”, ha detto Farage, rispondendo a una serie di dati che suggeriscono un impatto economico negativo della Brexit. “La Brexit è fallita”, ripete come in un mantra negativo. E poi: “Non abbiamo realizzato la Brexit e i conservatori ci hanno deluso, molto, molto male”. Alla domanda se il Regno Unito avrebbe fatto meglio a rimanere nell’Ue, Farage ha insistito: “non ci ho pensato nemmeno per un momento”.

L’economia del Regno Unito fatica a riprendersi dopo i tre shock della pandemia, della guerra in Ucraina e delle turbolenze causate dall’uscita della Gran Bretagna dall’UE.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) prevede che la crescita del Pil britannico sarà la seconda peggiore dopo la Russia tra le principali economie; mentre l’Office for Budget Responsibility, ha puntato il dito contro la Brexit per una significativa flessione dell’intensità del commercio nel Regno Unito.

Farage, che ora conduce un programma sul canale britannico GB News, ha rifiutato di escludere un ritorno politico. Attualmente è il presidente onorario del partito populista riformato di destra nel Regno Unito, che si è formato dal Brexit Party da lui fondato.

L’attuale leader riformatore Richard Tice, successore di Farage, ha detto che il partito si schiererà contro ogni deputato conservatore alle prossime elezioni, poiché intende “spremere” il voto dei conservatori dalla destra.”

Mentre su The Guardian il 19 maggio Jonathan Freedland annota: “Farage ha detto tre parole di sorprendente semplicità e verità: “La Brexit è fallita”. Le aveva già dette a una conferenza stampa a Londra il 20 marzo 2023…Ma ciò che verrà dopo potrebbe essere davvero molto oscuro…L’uomo che ha dedicato la sua vita alla causa della rottura con la UE, ammette che è stato un disastro. Ovviamente, come vedremo, lui e i suoi colleghi Brexiter non danno la colpa di quel fallimento all’idea stessa, ma è l’ammissione che conta…Qualcosa comunque non ha funzionato. Ma cosa? Quel qualcosa oggi ha un prezzo evidente, visibilmente ingigantito e non contestabile…Inizia con i fatti che nemmeno Farage può più schivare. Durante la campagna referendaria, lui ei suoi alleati hanno promesso che la Brexit sarebbe stata una manna per l’economia del Regno Unito, liberandola dalla burocrazia di Bruxelles e scagliandola verso un futuro ruggente. Sette anni dopo possiamo vedere la realtà: un paese in preda a una crisi del costo della vita che significa: milioni di persone non possono più permettersi ciò che una volta consideravano l’essenziale. La Gran Bretagna sta diventando sempre più povera e resta indietro rispetto ai suoi pari. La nostra è ora prevista come una delle economie con le peggiori prestazioni al mondo, non solo settima nel G7, ma ventesima nel G20 – dietro persino a una Russia soggetta a sanzioni internazionali severe – secondo il Fondo monetario internazionale.

Le conseguenze dell’essere più poveri si vedono e si sentono ovunque: che si tratti dei 3 milioni di pacchi alimentari consegnati dalle banche del cibo l’anno scorso, della famiglia che non riesce a ottenere un appuntamento per la salute mentale per un bambino “problematico” o dei tribunali che sono bloccati e hanno arretrati per anni. Per un po’, i Brexiter potrebbero dare la colpa di tutti i nostri mali a tutto tranne che alla Brexit: Covid o Ucraina. Ma ora non c’è più alcun nascondiglio.”

Su Evening Standard Patrick Daly il 16 maggio 2023: “Downing Street ha smentito l’accusa dell’ex leader del Brexit Party Nigel Farage secondo cui l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea “è fallita”.

Farage ha accusato il governo conservatore di aver gestito male la Brexit da quando il Regno Unito ha lasciato il blocco nel 2020. Rispondendo ai commenti dell’ex attivista euroscettico n. 1 ha indicato le libertà di cui ora gode il settore agricolo britannico come esempio di come il divorzio dall’Ue abbia consentito al Regno Unito di adottare un approccio più personalizzato alle politiche.

Parlando al Newsnight della BBC Farage ha negato che la Gran Bretagna sarebbe stata meglio se fosse rimasta nell’Ue, ma ha affermato che il paese “non ha effettivamente beneficiato economicamente della Brexit”. Fosse solo quello…ma leggi cosa scriveva Andre, lettore di Metro il 13 febbraio 2022: “A tutti i sostenitori della Brexit, voglio continuare a ricordare la vostra stupidità in ​​primo luogo, nell’aver votato per la Brexit…”

E per dessert: “Nigel Farage dice che potrebbe tornare in prima linea politica visto che la Brexit è fallita” nell’articolo di Paul Francis, 18 maggio 2023 su KM Kent on line. “Nigel Farage potrebbe organizzare un ritorno politico dopo aver ammesso che la Brexit è fallita a causa del modo in cui il governo ha gestito l’uscita del Regno Unito dall’UE. Non ha detto quali opzioni sta prendendo in considerazione oltre a escludere un ottavo tentativo di provare a diventare un deputato…”.

Prepariamoci al rientro del soverchiante affabulatore british.

@barbadilloit

Lorenzo Ferrara

Lorenzo Ferrara su Barbadillo.it

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