Francia. La lettera aperta: “Patrioti di tutto il paese, unitevi!”

Le elezioni europee del giugno 2024 sono, per il momento, la sola occasione offerta al popolo francese di prendere parola: c'è bisogno di unità

The Eiffel Tower lit in blue white red – Fluctuat nec Mergitur
Autore: Yann Caradec
Copyright: Yann Caradec

A François ASSELINEAU, Julien AUBERT, Guillaume BIGOT, Jacques CHEMINADE, Jean-Pierre CHEVÈNEMENT, Nicolas DUPONT-AIGNAN, Charles-Henri GALLOIS, Henri GUAINO, Roland HUREAUX, Georges KUZMANOVIC, Jean LASSALLE, Paul MELUN, Arnaud MONTEBOURG, Florian PHILIPPOT, Jean-Frédéric POISSON, David SAFORCADA



Il Presidente della Repubblica terminerà il suo quinquennato? L’Assemblea nazionale arriverà alla fine del suo mandato? La NUPES supererà le sue contraddizioni? I Repubblicani soccomberanno alle loro molteplici tentazioni? Vedremo proprio. Comunque sia, le elezioni europee del giugno 2024 sono, per il momento, la sola occasione offerta al popolo francese di prendere parola. È tra un anno. È domani.
Questa consultazione sarebbe senza importanza? Avrebbe come unico interesse, come unica posta in gioco, di misurare i progressi dell’estrema destra, il livello dell’estrema sinistra, l’inesorabile declino dei vecchi partiti di governo e lo sgonfiamento del soufflé macronista? Tutto dipende da ciò che ne faremo, da ciò che ne farete.
Diciotto anni fa, in occasione del referendum del maggio 2005, il 55% degli elettori respingeva il progetto di Costituzione europea, e quindi la rinuncia al primato della nazione. Il loro voto è stato cinicamente calpestato dall’oligarchia che ci governa, il nostro paese si è visto progressivamente asservito a Bruxelles e vassallizzato da Washington. Questa ferita non si è mai rimarginata. Possiamo, ogni giorno, constatare le conseguenze nefaste di questo diniego di democrazia sulla nostra economia, la nostra industria, la nostra agricoltura, il nostro diritto, la nostra difesa, la nostra dignità, la nostra libertà, il nostro paese.
Che ne è stato di questa maggioranza potente ma disorganizzata che aveva fatto contro l’Unione europea la scelta della Francia? Si è persa nelle liti tra persone, di parrocchia, di bottega. Le manovre dei potenti hanno aggirato e poi calpestato la scelta legittima e chiara dei cittadini. La volontà del popolo si è persa nelle sabbie.
Siamo semplici, siamo chiari. Nessuno dei destinatari di questa lettera è per il momento in grado di superare, nel maggio 2024, e neppure lontanamente, la fatidica soglia del 5% dei votanti che permetterebbe alle vostre idee, alle nostre idee, di essere rappresentate.
Alcuni tra voi hanno sensibilità di destra. Altri hanno affinità con la sinistra. Bell’affare! De Gaulle lo ricordava: “La destra, non è la Francia… la sinistra, non è la Francia”. Di destra, di sinistra, che importa dal momento che apparteniamo prima di tutto alla Francia. Questo punto ci è comune. Nello stato di pericolo in cui siamo, conta infinitamente più delle affiliazioni passate, delle differenze subalterne e delle controversie personali. Ma bisognerebbe lasciare da parte il proprio ego e i propri coltelli. È chiedere troppo?
Isolati, frammentati, sparpagliati, non possiamo nulla, non siamo nulla, non siete nulla, non potete nulla. Quando capirete che la vostra impotenza, la vostra inesistenza e la nostra sono i frutti delle nostre divisioni? Quando vi deciderete a trarne le conseguenze?
Se voi volete, come noi vogliamo, pesare qualcosa sulle bilance del nostro destino, se voi desiderate, come noi, non abbandonare il nostro paese alle sue derive, prendete, prendiamo coscienza, prima che sia troppo tardi, che è suonata l’ora ai campanili delle nostre ultime chiese del riavvicinamento, del raggruppamento, dell’unità d’azione. Create l’evento! Sarete sorpresi dal numero di francesi che per partito hanno soltanto la Francia. Smettete di deluderli, smetteranno di ignorarvi. E credetemi, sono molto più del 5%! Innamorati della Francia, rallegratevi! Per una volta, le vostre convinzioni non sarebbero incompatibili con il vostro interesse! La scelta del cuore e della ragione è anche quella della vittoria!
L’unione delle sinistre, l’unione delle destre? Strane unioni che iniziano con la sottrazione e sfociano nella divisione! È ancora tempo di congiungere le nostre deboli forze per creare il fronte unito di coloro che, al di là della destra, al di sopra della sinistra, hanno l’amore per la patria ancorato nel corpo e nell’anima. Organizzazione, finanziamento, definizione di una linea, costituzione di una lista, tutto resta da fare. Potrebbe chiamarsi Union française o Alliance française. O Unité française. O Parti de la France. O Rassemblement du peuple français. Per esempio.
Adesso, tocca a voi. I giochi non sono ancora fatti!
(da Boulevard Voltaire (https://www.bvoltaire.fr/lettre-ouverte-patriotes-de-tout-le-pays-unissez-vous/)

@barbadilloit

Dominique Jamet

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