L’arresto di Messina Denaro e la battaglia della Generazione Borsellino contro le mafie

Il colpo all'ultimo grande capo della criminalità siciliana fa risaltare l'importanza della lotta contro i clan cardine dell'impegno di una classe dirigente patriottica

Una immagine della fiaccolata di Azione Giovani a Palermo

“Paolo Vive” e la mafia oggi perde. Ecco al sintesi di una giornata storica.

Ha fatto bene il premier Giorgia Meloni a volare a Palermo per congratularsi con i Ros dei carabinieri e con gli inquirenti che hanno arrestato il boss latitante Matto Messina Denaro. Il colpo all’immagine già ammaccata della mafia siciliana è parte di un percorso di riaffermazione della legalità e del potere dello Stato, una campagna che va proseguita con ancora maggiore intensità e con cura nel migliorare la legislazione contro la criminalità organizzata, come spiegato in una recente intervista dal sottosegretario Andrea Delmastro sul Corsera.

La battaglia della Generazione Borsellino

La Generazione Borsellino è il cuore della nuova classe dirigente della destra di governo: ogni parlamentare, cresciuto nel Fronte della Gioventù o in Azione Giovani, ha nel proprio pantheon l’immagine del magistrato palermitano che da universitario militò nel Fuan Fanalino.

Dai cortei nell’anniversario della morte di Borsellino a Palermo a Palazzo Chigi c’è un filo rosso: è quello della lotta senza quartiere alle mafie, del contrasto delle culture mafiose e della liberazione del Sud da giogo delle camorre e dei mandamenti.

Il riscatto del popolo meridionale passa da qui e la destra patriottica deve così diventare ancora di più l’interlocutore privilegiato di chi sogna un’Italia migliore senza l’infamia criminale, nonché incarnare il ruolo di baluardo contro quello che resta di una organizzazione tentacolare sempre meno potente, con i suoi componenti ormai braccati dagli uomini dello Stato.

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Gerardo Adami

Gerardo Adami su Barbadillo.it

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