Ucraina-Russia. Dialogo Cardini-Biloslavo su chi avversa (davvero) la pace

Lo storico ha spiegato le cause del conflitto, l'inviato di guerra le ragioni degli aggrediti. Entrambi concordano sul ruolo del bellicismo come ostacolo per la pace

Fausto Biloslavo e Franco Cardini

Perugia, Sala dei Notari. Franco Cardini e Fausto Biloslavo a parlare della guerra in Ucraina. Nella grande sala dove si tenevano le assemblee cittadine c’è buona presenza di pubblico. Alle spalle dei relatori gli stemmi dei Capitani del Popolo e dei Podestà della città. Al centro in alto il montone nero di Braccio Fortebracci con il suo motto guerriero ben in armonia con la giornata: Noli Me Tangere.

Cardini è in ottima forma. Prova a spiegare le cause del conflitto, esploso con il colpo di Stato del 2014, e negli anni a seguire innervato di forza e vigore dal nazionalismo ucraino sostenuto ed alimentato dall’Occidente. Putin poi cade nella Trappola di Tucidite intervenendo nella guerra civile in atto, senza forse nemmeno rendersi conto che a reggere le fila dietro quel nemico, e nemmeno nascosti tanto bene,  si celano americani, inglesi e tutto l’armamentario della Nato.

Biloslavo gli dà conferma ricordando quando, presente a Kiev nei primi giorni del conflitto, sentì crepitare le armi in città, per poi scoprire che a poche centinaia di metri dal palazzo presidenziale erano state fermate con le armi truppe russe perfettamente mascherate da soldati ucraini: e questo grazie solo all’operazione di intelligence probabilmente inglese. Come sono americani i droni che ogni giorno partono dalla nostra Comiso verso l’Ucraina per dare indicazioni all’esercito di Zelensky.

Un momento del dibattito a Perugia tra Biloslavo e Cardini

Nel nostro paese, prosegue appassionato lo storico fiorentino, la comunicazione è ormai ridotta a sola propaganda. Esempio eclatante il libro a più mani da lui curato per le edizioni La Vela, con riflessioni sul conflitto di autori assolutamente trasversali politicamente, da Borgonovo a Cacciari fino a Moni Ovadia: non c’è stata traccia di recensioni e minimi passaggi in qualche televisione. Il silenzio assoluto. Biloslavo rafforza questo quadro sottolineando come ad esempio vengano fatti passare per atti atroci le bombe sulle scuole, che in verità sono vuote di studenti, ma piene di militari per il semplice fatto che ai tempi dell’Urss sotto ogni scuola veniva costruito un solido bunker; simile è la narrazione dei razzi russi sui civile, razzi  che colpiscono condomini non perché ci sia una volontà di eliminare civili, ma solo perché un missile colpito dalla contraerea speso non esplode in volo ma va  a cadere ben distante dall’obiettivo prefissato.

Cardini ricorda gli antichissimi legami tra  Ucraina e Russia, che con la Russia bianca formavano “Le Russie” di cui si proclamava sovrano lo Zar. E grandi furono i contributi dati dagli ucraini alla cultura russa, Gogol un nome per tutti.

Bisogna ricercare la pace, è nostro evidente interesse avere buoni rapporti con la Russia, che è parte viva dell’Europa, ed in questa prospettiva evidenzia l’importanza delle proposte di trattative avanzate da Putin, l’ultima lo scorso 30 settembre,  sempre però ignorate dal bellicismo della Nato a guida anglosassone, con l’Unione Europea docilmente accodata, così come l’Italia, “colonia americana” dove, come disse Cossiga, presidente della Repubblica, del Consiglio e ministro degli esteri si decidono a  Washington e non a Roma.

In questa ricerca della pace diversa è la posizione di Biloslavo, che vede positivamente l’invio di armi ed il sostegno all’Ucraina; Putin avrebbe perso ogni ragione nel momento in cui fece passare il confine alla sue truppe. E, mosso forse da ricordi adolescenziali, paragona in modo ardito i nazionalisti ucraini ai rivoltosi di Budapest nel 1956.

Entrambi vedono però il bellicismo e l’aggressività di marca americana quale primo ostacolo alla pace, e in una prospettiva di fine del conflitto auspicano per il signor Biden una sonora sconfitta nelle imminenti elezioni di midterm

Inevasa è però restata la risposta di come si possa scendere a patti con la Nato a guida americana, che di fatto è il vero belligerante contro Putin. Mai nella loro storia gli Usa hanno riconosciuto pari dignità ai loro nemici, contro cui hanno combattuto sempre guerre umanitarie, guerre giuste contro nemici ingiusti. Se il nemico viene rappresentato attraverso categorie morali, come si può trovare un accordo con chi rappresenta il male? L’unica via ammissibile non può essere che ricercare una resa senza condizione. E’ lo schema collaudato che affonda le sue radici già nella Grande guerra. Che così si distrugga ogni possibilità di raggiungere la pace diventa inevitabile.

Tra il pubblico applausi distribuiti equamente a manifestare simpatie sia  per le posizioni russe che per il fronte ucraino. A sostenere questi ultimi anche stagionati  ex attivisti politici che una volta si guardavano in cagnesco e che mai nessuno avrebbe immaginato di ritrovare ferventi atlantisti

É indubbio che il nazionalismo ucraino, a volte camuffato da atteggiamenti fascisteggianti, altre volte presentandosi con tinte liberali, serve a nascondere il conflitto tra l’Unipolarismo occidentale e la potenza regionale Russia, rendendo così l’unipolarismo accettabile per ambienti che altrimenti rifiuterebbero nella sua essenza l’ideologia occidentale della felicità fondata sui diritti umani.

Un fenomeno questo che forse stupisce, ma, divertendo, conferma la difficoltà sempre più diffusa di comprendere i processi politici.

Antonio Chimisso

Antonio Chimisso su Barbadillo.it

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