Diario di guerra. Il fronte di Mykolaiv e la partita gas-grano

Si scava sotto i detriti del condominio residenziale colpito a Chasiv Yar, nell’oblast di Donetsk

Mykolaiv

Gli obiettivi civili

Si scava sotto i detriti del condominio residenziale colpito a Chasiv Yar, nell’oblast di Donetsk. È salito a quarantotto il bilancio delle vittime estratte dalle macerie. Il presidente ucraino, Zelensky, dichiara: “Tutti i responsabili di attacchi contro i civili saranno trovati e puniti”. Secondo Mosca, il palazzo ospitava militari nemici ma Kiev smentisce e accusa il Cremlino di terrorismo. I missili russi lanciati da un sottomarino sono caduti nel centro della città di Vinnytsia in pieno giorno e con le strade affollate provocando ventitre i morti, tra cui tre bambini con meno di dieci anni, un centinaio di feriti e quasi cinquanta dispersi. L’attacco si è verificato a centinaia di chilometri dal fronte del Donabss e per tale ragione di terrorismo e genocidio ha parlato Zelensky che ha chiesto, oltre alla confisca delle attività e dei fondi russi in ogni paese del mondo, anche l’istituzione di un tribunale speciale per crimini di guerra.

La controffensiva di Kiev

A Mykolaiv, le truppe ucraine sono riuscite a recuperare venti chilometri di territorio dall’inizio della guerra. Nel sud del paese sarebbe pronta la controffensiva per riprendere le zone meridionali e costiere, occupate dai russi e vitali per l’economia del paese. Kiev starebbe raggruppando un milione di uomini equipaggiati con armi occidentali. Le forze ucraine hanno causato la morte di sette filorussi bombardando missili statunitensi M142 a medio raggio e ad alta precisione un deposito di munizioni russo a Novaya Kakhovka, nella regione di Kherson. La città, sede di un’importante diga idroelettrica e del collegamento dell’approvvigionamento idrico della Crimea, è di importanza strategica per l’accesso al Mar Nero ed è sotto il controllo russo come gran parte dell’area. Kiev ha respinto l’offensiva russa a Kharkiv e Bakhmut. A sostenerlo è lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine, secondo cui le truppe del Cremlino sono state costrette ad arretrare dalle loro postazioni. Merito delle armi americane, in particolare dei quattro lanciarazzi Himars capaci di colpire un bersaglio a più di settanta chilometri con un margine di errore di nove metri. “I russi non hanno il coraggio di ammettere la sconfitta e di ritirarsi” ha affermato Zelensky, tornando a denunciare la deportazione di due milioni di civili ucraini verso territori russi. Tornata nel mirino la strategica Isola dei Serpenti ma le bombe russe sono cadute in mare, riferiscono fonti di Kiev.

Il fronte diplomatico e il grano

L’Ucraina ha salutato l’arrivo nei propri porti delle prime sedici navi straniere per caricare il grano. In un luogo segreto, a Istanbul, russi e ucraini sono tornati a parlare alla presenza di militari turchi e di funzionari Onu. Dopo un’ora e mezza di colloquio, Ankara ha annunciato l’accordo che dovrebbe sbloccare i venti milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos e sulle navi ucraine. Il piano, spiega il Ministro della Difesa turco, dovrebbe essere firmato dalle delegazioni dei due paesi nemici la prossima settimana. Prevede che le navi cargo dovranno prima essere ispezionate da Turchia e Nazioni Unite affinché non nascondano armi destinate all’Ucraina. La Marina militare di Kiev ha garantito che, successivamente, per evitare le mine supervisionerà il trasporto dei prodotti agricoli attraverso l’imboccatura di Bystre del canale Danubio-Mar Nero, diventato possibile con la liberazione dell’Isola dei Serpenti. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, ha commentato: “È stato fatto un passo importante ma la strada per la pace è ancora lunga”.

Il gas

Kiev si è detta delusa per la decisione del Canada di inviare in Germania, e poi in Russia, una turbina riparata fondamentale per il gasdotto Nord Stream 1. Lo aveva anticipato il governo tedesco e lo ribadisce quello francese: con la chiusura da parte di Gazprom del gasdotto Nord Stream 1, le forniture all’Europa potrebbero manifestare un fermo tutt’altro che temporaneo. Il blocco per manutenzione dell’impianto dovrebbe durare ufficialmente solo dieci giorni, fino al 21 luglio. Ma secondo il Ministro dell’Economia tedesco, Habeck, non sarebbero queste le intenzioni di Mosca, la quale afferma che la ripresa delle forniture dipenderà dalle sanzioni. “Putin sta usando il gas come arma di ritorsione, sono già dodici i paesi europei a cui ha tagliato gli approvvigionamenti” denuncia la Commissione europea. Intanto, è arrivata la prima bozza del piano di emergenza contro i tagli del gas russo che verrà presentato il 20 luglio dalla Commissione europea. Gli obiettivi sono tre: cercare fonti di calore alternative, abbassare di un grado il termostato nelle case e stabilire una media di diciannove gradi negli edifici pubblici.

Gli aiuti economici

Gli Stati Uniti hanno varato un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev per un valore di un miliardo e settecento milioni di dollari, mentre Bruxelles ha assicurato all’Ucraina un prestito di un miliardo di euro a condizioni agevolate da parte dell’Unione Europea. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “Siamo vicini a Kiev anche nel lungo periodo. Questi soldi serviranno a restaurare l’economia ucraina”. Il vicepresidente della Commissione europea, Dombrovskis, ha sottolineato: “L’Ucraina è un’economia in stato di guerra, ha bisogno di interventi di breve periodo e immediati. Noi ci siamo”. La decisione presa a Praga dai Ministri degli Interni riuniti in modo informale ha stabilito dopo l’estate la direttiva che permetterà di portare in Ucraina i beni confiscati agli oligarchi. “Aiutare Kiev ha un prezzo ma non aiutarla e permettere il successo dell’invasione russa ne ha uno molto più alto” dice il Segretario generale della Nato, Stoltenberg, che spiega come l’intenzione dell’Alleanza atlantica sia quella di aumentare la fornitura di armi all’Ucraina.

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Antonio Bottalico

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