Segnalibro. L’Antichità, la decadenza, la democrazia e il “cretinismo parlamentare”

L'Arco e la corte pubblica l'ultimo libro di Claudio Mutti. Uno studio, con antologia, sul declino delle comunità antiche causata dalle ideologie egualitarie

Testimoni della decadenza, di Claudio Mutti

Secondo molti pensatori contemporanei, la decadenza è frutto delle ideologie liberaldemocratiche che si sono succedute negli ultimi quattro secoli, tranne brevi periodi del passato, quasi fossero “cadute sistemiche”, frutto di eventi momentanei circoscritti e superati.

Un’idea contraddetta soprattutto se si pensa che certi periodi di decadenza, nell’antichità, sono stati il prologo di una mentalità che ha partorito modelli politici antitradizionali. Modelli che hanno dato forma a correnti filosofiche e politiche che hanno corroso le radici della civiltà europea fino a minare i principii fondamentali delle comunità tradizionali.

Testimoni della decadenza di Claudio Mutti, mette in evidenza la lacerazione continua della realtà greca, spiegando bene i motivi con riferimenti ai testi classici di Ovidio, Esiodo, Arato, Giovenale, Teognide, Omero, Solone, Eschilo, Euripide, Aristofane, Senofonte, Platone, Aristotele, Isocrate e Polibio. Testi riportati in appendice al libro, documentazione inoppugnabile con la quale l’autore (che ne è anche curatore e traduttore) illustra la decadenza che avviluppa una fiorente civiltà facendola scivolare verso il “cretinismo parlamentare”. La democrazia e la sua dinamica, che segnano uno dei punti più bassi della civiltà greca, vengono spiegate in maniera magistrale non solo nelle cause e nel loro svolgersi ma anche dal punto di vista metastorico, con riferimento alla dottrina delle quattro età. Nel pieno della perdita di valori e dell’involuzione della civiltà, emerge un breve periodo, quello dell’Età degli Eroi, segnalato da Esiodo, che testimonia “il ricordo mitizzato della favolosa epoca greca”. L’esito di questa difficile condizione si riverbera nella decadenza della città greca la cui struttura interna è ben illustrata da Mutti. La cancellazione dell’identità e della visione del mondo degli avi erano ben visibili rispetto al passato: venivano meno i principii basilari della comunità tradizionale, anche nelle espressioni quotidiane come la fedeltà alla parola data, ai vincoli di sangue, la mancanza di rispetto verso i genitori, l’incomprensione che cresceva fra genitori e figli, sempre più distanti per mentalità. Parallelamente si affermava il materialismo e la bramosia del denaro, condizione che ebbe riflessi anche nella visione politica, come Aristotele rimarcò bene. Si andava verso la “democrazia estrema” e il passaggio alla tirannia fu breve. Tirannia che spesso si sovrapponeva alla talassocrazia. Clistene introdusse una riforma dello Stato mirata alla “uguaglianza dei diritti” gettando le basi della democrazia ateniese; concesse la cittadinanza a stranieri e a meteci; i rappresentanti del popolo vennero scelti con il sorteggio…

Ancora: si sviluppò l’usura, le ricchezze venivano sempre più accumulate e utilizzate per ottenere e gestire il potere. Sembra un racconto deui nostri giorni ma le testimonianze di grandi scrittori coevi arricchiscono e supportano l’interpretazione di Mutti, rappresentando oltre che una acuta analisi dell’antichità anche una sorta di genealogia delle talassocrazie, del capitalismo e del materialismo.

Claudio Mutti, Testimoni della decadenza, L’Arco e la Corte ed., pagg. 196, euro 17; (ordini: info@arcoelacorte.it)

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Manlio Triggiani

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