Formula 1. Doppietta in Bahrein, è tempo di Ferrari?

Maranello torna in vetta e inizia al meglio la nuova stagione, Sainz e Leclerc possono togliersi qualche soddisfazione

In Ferrari è tempo di sorrisi: tornata al successo a trenta mesi di distanza dall’ultima volta, la Scuderia di Maranello si sta ritagliando il ruolo di grande protagonista sul proscenio della Formula 1 2022, per quanto una gara sia veramente poco per fare delle previsioni di lungo periodo; eppure, archiviati i test e i primi 57 giri della stagione, a Maranello si respira qualche incertezza in meno.

Maranello, la solidità e le speranze

Le basi sono molto buone: la F1-75 ha dato ottime risposte, sia in termini telaistici che motoristici (la controprova arriva dalle prestazioni di Haas e Alfa Romeo Sauber), degrada meno gli pneumatici e ha risolto subito il problema del “porpoising”, peculiarità che invece sta creando grattacapi a non finire, solo per fare un esempio, alla Mercedes, apparsa quest’ultima veramente in ritardo.

 

La coppia di piloti poi è molto equilibrata: certo, tra gli alfieri Leclerc è il purosangue e Sainz il passista ma alla lunga, in ottica costruttori, i due possono completarsi.

Certo, bisognerà capire, nella misura in cui entrambe le Ferrari si ritrovassero a lottare costantemente per le posizioni di vertice, come diventeranno i rapporti; del resto, fino al 2014, anche Hamilton e Rosberg potevano considerarsi amici.

Altri fattori cardine, a maggior ragione nella Formula 1 contemporanea dalle stagioni lunghissime, sono la solidità e l’amalgama della squadra; una squadra, quella Ferrari, che appare affiatata, forgiata dalle ultime difficilissime stagioni.

Sorpassi e azione

In Bahrain c’era inoltre grande attesa per vedere all’opera le rinnovate monoposto ad affetto suolo.

Buono è stato il riscontro in termini di sorpassi, soprattutto a centro gruppo: il Gran Premio del Bahrain 2022 ha registrato 77 sorpassi, contro i 75 del 2021; chiaramente, al netto della nuova conformazione aerodinamica e delle differenti mescole (a tal proposito, il decadimento sembrerebbe meno repentino del passato), un ruolo nevralgico continua ad averlo il DRS.

Si consideri che quello di Sakhir è un circuito “di nuova concezione”, caratterizzato da lunghi rettilinei dalla sede stradale molto larga, inframmezzati da curve più lente.

Ad ogni modo, messe da parte queste sottigliezze, a rubare la scena ci ha pensato il bellissimo duello (con sei tra sorpassi e controsorpassi) che ha contrapposto Verstappen a Leclerc per la prima posizione, tra il giro 17 e il 19.

Di fronte all’enorme differenza di velocità, inizialmente era stata ipotizzata una sorta di tattica “difensiva offensiva” messa in campo dal monegasco, che concedeva la scia e il sorpasso sul rettilineo principale, per poi sfruttare la migliore trazione in uscita dallo “snake” (le prime tre curve in rapida successione), affiancare Verstappen nell’allungo e riprendersi la testa alla curva 4.

In realtà, come riportato da alcune testate (e sulla base di una comparazione tra diversi settaggi, apparsi sul volante dalle inquadrature soggettive), a Leclerc sembrerebbero essersi ripresentati gli stessi fantasmi del 2019 quando, alla seconda gara della vita in Ferrari (e dopo esser scattato dalla prima pole position della sua vita), saldamente in testa, un calo del motore lo costrinse ad arrivare terzo.

Effettuata la prima fermata e rientrato in pista, Leclerc avrebbe addirittura avuto un problema con la ricarica della batteria: ecco dunque perché, rimasto il ferrarista con pochissima energia a disposizione, Verstappen (che già aveva tratto vantaggio dall’undercut) riusciva per ben due (al giro 17 e al giro 18), sfruttando ovviamente pure il DRS, ad averne ragione piuttosto nettamente.

Entrambe le volte comunque, Leclerc sfruttava la migliore trazione in uscita dalla curva 3 per contrattaccare e riuscendo a sopperire alle difficoltà nel misto, con dei particolari settaggi; una volta tornato il sistema a funzionare correttamente, il ferrarista tornava ad accumulare un buon vantaggio, poi gestito.

Insomma, le premesse per una stagione tiratissima ci sono tutte: non ci resta che aspettare il ritorno in pista, già nel prossimo fine settimana in Arabia Saudita.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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