F1. Max Verstappen è campione del mondo

Il campionato si decide all’ultimo giro: l’olandese vince il Gran Premio di Abu Dhabi, in un’altalena di emozioni e si prende il titolo 2021

369.5 punti ciascuno; nove vittorie contro otto: Max Verstappen e Lewis Hamilton si presentano così ad Abu Dhabi, ventiduesimo e ultimo Gran Premio di una stagione infinita.

 

Le prove libere e le qualifiche

Che il fine settimana emiratino fosse una questione esclusiva tra di loro, lo si capisce sin dal venerdì: Verstappen, Hamilton, Hamilton è infatti l’ordine dei primati in FP1, FP2 e FP3 (con i tempi, rispettivamente, di 1’25”009, 1’23”691 e 1’23”274).

Grandi stravolgimenti non si registrano nelle qualifiche, con Hamilton davanti a tutti in Q1 (1’22”845), Verstappen in Q2 (con le Soft; 1’22”800).

In Q3 la Red Bull, che già aveva osato scegliendo una configurazione più scarica, sacrifica il primo tentativo di Perez, utilizzandolo per tirare la scia al caposquadra; il resto ce lo mette Max, a cui basta il primo run per siglare 1’22”109 e prendersi la decima pole position stagionale, ovviamente con Hamilton secondo (qualificatosi invece con le medie).

 

La gara

Allo spegnimento dei semafori Hamilton ha uno spunto migliore e si prende la testa ma Verstappen non ci sta e alla curva 6 si butta deciso all’interno, forzando la staccata da lontanissimo, con l’inglese che, impostata la curva non proprio alla corda, è poi costretto a tagliare sulla via di fuga, rimanendo in qualche modo davanti.

Nelle fasi iniziali, Perez e Sainz sopravanzano Norris (qualificatosi terzo), così come Leclerc e Tsunoda fanno con Bottas.

In difficoltà con le gomme posteriori già al nono giro, l’olandese cerca di gestirle al massimo ma è costretto al cambio (giro 13), passando alle dure e rientrando quinto, poi subito quarto grazie all’attacco portato a termine su Norris.

Hamilton si ferma alla fine della tornata successiva, optando anche lui per le dure, mentre Max Verstappen riesce al 18 a passare Sainz, per mettersi in terza posizione.

Intanto Perez, che era stato lasciato in pista dalla Red Bull nonostante gli pneumatici usurati per rallentare Hamilton, viene prima passato al giro 20, curva 6, ma poi ingaggia il duello con l’inglese, va all’incrocio, ne prende la scia e si riprende la posizione, consentendo a Verstappen di recuperare gran parte dello svantaggio accumulato; il 44 alla fine riesce a tornare in testa al giro 21, per cui Perez si fa scalcare da Verstappen e a fine giro si ferma (per le dure).

Dopo venticinque giri si conclude la domenica di Kimi Raikkonen: il finlandese conclude così la carriera, con un mesto ritiro dovuto ad un problema con i freni.

La stessa sorte tocca otto passaggi dopo pure a Giovinazzi (cambio) che abbandona la vettura in una via di fuga adiacente alla pista: la Direzione gara opta per una neutralizzazione virtuale e sia Verstappen che Perez ne approfittano per effettuare la seconda sosta, optando ancora per le Hard, come del resto Alonso e Gasly (che partiti con le dure non avevano ancora fatto la loro di sosta).

Si riferma anche Norris (alla fine del 48), che correva in quinta posizione, vittima di una leggera foratura: l’inglese, scivolato decimo comincia la risalita, sopravanzando in successione le Alpine di Ocon e Alonso.

Davanti Hamilton cerca di preservare i suoi pneumatici usurati; l’inglese sembra pienamente in controllo della situazione, salvo arrivare l’incredibile colpo di scena: è la tornata numero 53 (sulle 58 totali) e le telecamere inquadrano la vettura di Latifi, danneggiata contro le barriere, in uscita dalla curva 14.

In questo caso si decide per mandare in pista la Safety Car:  Hamilton non rientra, Verstappen, al contrario ne approfitta subito per montare un treno di Soft; contestualmente, Perez si ritira.

Il Gran Premio viene fatto riprendere solamente per il cinquantottesimo e ultimo giro.

Verstappen sfrutta la gomma Soft per attaccare subito Hamilton: l’affondo mondiale è una manovra delle sue, cominciata come al solito da lontanissimo, all’interno del tornante (curva 5).

Completato il sorpasso, l’olandese non deve fare altro che proteggersi lungo i due successivi rettilinei, alle frenate della 6, della 9 e infine andare a vincere (la decima del 2021), onorato e salutato dalla bandiera a scacchi: a ventiquattro anni, alla settima stagione in Formula 1, Max Verstappen è campione del Mondo, il quarto più giovane della storia; suo è anche il punto addizionale per il giro più veloce, in 1’26”103, alla tornata 39.

In realtà c’è ancora tempo per un’appendice, poiché la Mercedes presenta due ricorsi, sulla base delle presunte irregolarità commesse nella gestione della fase di neutralizzazione ma entrambi saranno rigettati: la squadra ha deciso comunque di ricorrere alla Corte d’Appello della Federazione, a Parigi, sebbene questo possa apparire più come un tentativo politico disperato che come un reale tentativo di cambiare le carte in tavola, a giochi ormai fatti.

Per la Red Bull è il primo titolo (piloti) dal 2013, annata nella quale aveva vinto (il suo quarto personale) Sebastian Vettel, il quale, per altro, proprio ad Abu Dhabi aveva vinto il suo primo titolo, per sé e per la squadra anglo-austriaca (correva l’anno 2010); il motorista Honda saluta invece conquistando il primo iride dal 1991, stagione nella quale, in qualità di motorista McLaren aveva spinto Ayrton Senna verso le vette iridate (prima di Max Verstappen, a laurearsi campioni del mondo sospinti da un propulsore nipponico erano stati, nell’ordine, Piquet, Senna e Prost).

Il Mondiale costruttori è invece appannaggio della Mercedes (all’ottava vittoria consecutiva).

La concitazione finale rimescola in parte la classifica: Sainz arriva terzo (lo spagnolo, con l’ormai usuale condotta da “passistone” conquista il podio e si prende la quinta posizione in classifica generale, scalcando Norris e Leclerc), Tsunoda quarto, poi Gasly, Bottas (all’ultima in Mercedes), Norris, Alonso, Ocon e Leclerc (penalizzato dalla scelta di fermarlo durante la VSC).

La Formula 1 chiude in maniera indelebile la sua stagione, una stagione intensa, ricca di polemiche ma che sarà ricordata e di cui si dibatterà a lungo, se non altro fino a che le nuove vetture non accendano i loro v6 turbo-ibridi, nel 2022.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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