Meloni: “L’antifascismo? Un’arma contro i rivali politici. Fdi? Non siamo isolati come la Le Pen”

La leader della destra nel nuovo libro di Bruno Vespa si esprime sulle polemiche storiche, sulle destre europee e sul rapporto con Draghi

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni (dalla pagina Fb del leader di Fdi)

”L’antifascismo nella storia repubblicana e ancora oggi non è il precetto costituzionale che vieta ovviamente la ricostituzione del disciolto Partito fascista. E’ un’arma politica surreale utilizzata contro l’avversario politico, a seconda delle circostanze, da Berlusconi in poi”: Giorgia Meloni si esprime così con Bruno Vespa nel libro ”Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)”, edito da Mondadori – Rai Libri.

“Alla vigilia di ogni elezione – aggiunge la leader di Fdi – l’onda nera scatta insieme con la par condicio televisiva. Così nei dibattiti mentre agli altri si chiede come pensano di abbassare le tasse, a me si chiede conto di quel che è avvenuto 80 anni fa”.

La memoria condivisa

“Molti dei dirigenti di Fratelli d’Italia sono in politica con lei dai tempi della giovinezza. Come avete affrontato il tema fascismo/antifascismo?”, chiede Vespa. ”Fin dai tempi del Fronte della Gioventù abbiamo scritto manifesti invocando una memoria condivisa. Da ragazzi promuovevamo incontri tra partigiani e reduci della Repubblica di Salò, perché si potesse imparare dal dolore della guerra a non dividersi in futuro, a metabolizzare un sistema di valori comune. La sinistra non ce lo ha mai riconosciuto, e si capisce perché dal fatto che ottant’anni dopo la fine della guerra usa ancora quelle vicende per calcolo elettorale”, sottolinea Meloni.

Il buon rapporto con Draghi

“Con Mario Draghi ho un rapporto buono e cordiale. Prima delle consultazioni non lo conoscevo e – al contrario di altri – non lo avevo mai incontrato informalmente – prosegue Meloni – Draghi ha voglia di ascoltare. Tra il primo e il secondo giro di consultazioni, abbiamo mandato a Draghi sei dossier. Gli ho suggerito discontinuita’ per esempio sulla gestione commissariale di Arcuri. Quando ci siamo visti mi ha detto: l’ho letto. Pochi giorni dopo Arcuri e’ stato sostituito. La stessa cosa e’ avvenuta con il blocco del cashback. Ha trovato la nostra proposta interessante e l’ha attuata”.

Ha subito pressioni per entrare nel governo Draghi?, le chiede Vespa “No. Alcuni inviti venivano dal sistema produttivo, non dal mondo politico. Nessuno dei miei voleva entrare. Rifiuto unanime, al contrario di quel che accadde alla nascita del governo gialloverde Di Maio-Salvini. Ci fu, allora, un grande dibattito al nostro interno, una forte divisione perche’ si trattava di un governo antisistema. Adesso zero obiezioni”.

Le differenze con Marine Le Pen

Ma c’e’ chi vede per lei una nuova Marine Le Pen: tanti voti, ma sempre fuori del Palazzo: “Per quanto mi riguarda, immagino di aver evitato l’isolamento della Le Pen non solo perche’ ricordo che sono a capo del partito Conservatore europeo, formazione politica diversa da quella del Rassemblement National, ma ancor di piu’ perche’ il lavoro fatto su Fratelli d’Italia ci ha fatto crescere moltissimo soprattutto tra i ceti produttivi: abbiamo parlato di temi molto concreti e poco ideologici: tasse, imprese che chiudono, valorizzazione del marchio Italia. Certo, sicuramente siamo distonici rispetto al sistema. Il vero problema – nostro e dell’Italia – e’ la saldatura tra sinistra, poteri forti e consorterie europee”.

Redazione

Redazione su Barbadillo.it

Exit mobile version