Alain de Benoist: “Il duello Zemmour-Le Pen favorirà Macron. Presto nuova fiammata populista”

Per il filosofo francese, intervistato dall'Agi, lo scrittore toglierà voti soprattutto alla destra repubblicana, non ai lepenisti

Alain de Benoist

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Alain de Benoist sulle presidenziali francesi intervistato dall’Agi. Il pensatore transalpino sostiene che la candidatura dello scrittore reazionario Eric Zemmour non indebolirà Marine Le Pen ma alla fine favorirà Emmanuel Macron, mentre per il futuro prossimo ipotizza una nuova fiammata populista.

La sorpresa Zemmour

“Tutti dicevano che le elezioni del 2022 avrebbero ricalcato quelle del 2017 con il testa a testa tra Macron e Le Pen, invece è sopraggiunto l’elemento nuovo di Éric Zemmour, il quale sembra lanciato verso la candidatura, a sparigliare le previsioni. Le posizioni e le proposte di Zemmour sono più radicali rispetto a Le Pen. È difficile pronosticare se accrescerà ancora i consensi o se si sgonfierà bruscamente. È un fatto che tutte le previsioni sulle presidenziali francesi si sono sempre rivelate sbagliate e questa è la ragione per cui guardo con curiosità agli eventi, ma mi astengo dal fare pronostici”.

Marine Le Pen e Eric Zemmour

Le differenze tra Zemmour e la Le Pen

“Le Pen manterrà il voto delle classi popolari, mentre a Zemmour guarda la piccola borghesia attratta dalle sue posizioni, più radicali sui temi dell’identità culturale francese e dell’immigrazione, mentre sotto il profilo economico esprime idee molto più liberali di Marine Le Pen. Non credo che potrà sfondare tra le classi popolari”.

Zemmour eroderà blocco gollista

“Ai repubblicani, il cui elettorato condivide in certa parte le opinioni di Le Pen sull’immigrazione però non la vota, mentre si sente più rassicurato da Zemmour. Poi prenderà un pezzetto di destra radicale fuoruscita dal Rassemblement National perché non ha condiviso lo spostamento del partito su posizioni più moderate”.

Il voto borghese

“Non importa se di destra o di sinistra, la grande borghesia liberale si è felicemente riunita nel consenso a Emmanuel Macron”.

Flop Macron all’Eliseo

“Il mandato? Totalmente negativo, anche se ammetto che la sua presidenza ha attraversato congiunture difficili, da ultima la pandemia. Malgrado le promesse elettorali del grande piano di investimenti, malgrado ogni suo sforzo, Macron non riuscirà a conquistare le classi popolari. Gli confermeranno il sostegno, come dicevo, la borghesia liberale, le grandi imprese, i pensionati che si sentono rassicurati dalle sue politiche. Il suo bilancio è negativo sia sul fronte interno sia su quello internazionale, nei contraddittori rapporti con Stati Uniti, Russia, Italia e ora con l’Algeria, per non parlare dei vani sforzi per rilanciare l’Europa con Angela Merkel”.

Ritorna il populismo

“È in una fase stazionaria. Voglio sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, che non si tratta di una ideologia ma di uno stile che può innestarsi su ideologie assai differenti, per cui sarebbe più appropriato parlare di populismi, al plurale. Non solo ritengo che il populismo sia lontano dalla scomparsa, ma è più vivo che mai essendo il prodotto della crisi radicale della democrazia liberale e rappresentativa, una reazione che nasce dalla progressiva degradazione delle condizioni sociali delle fasce fragili, sempre più precarie e declassate. Credo che in futuro alcuni Paesi, soprattutto la Francia e l’Italia, si debbano attendere nuove crisi sociali, accelerate da quelle finanziarie, che alimenteranno le rivolte. I Gilet jaunes ne sono stati solo un’anticipazione. C’è un crescente scontento popolare che si trasformerà in rabbia contro le élite politiche, finanziarie e mediatiche. Una prossima ondata populista, più che possibile, è probabile”.

No green pass

“L’idea del green pass è inaccettabile e discriminatoria, è una sorta di passaporto interno. Sarebbe meglio introdurre la vaccinazione obbligatoria e sopprimere il pass sanitario”.

Per chi vota il filosofo?

“Non solo non lo so, ma neanche so se andrò a votare”. (da Agi)

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