F1. A Monza, pauroso scontro Verstappen-Hamilton: doppietta McLaren

Ricciardo gode dell'autoscontro tra i due litiganti del campionato. Ferrari arranca fuori dal podio, terzo Bottas

Monza. Gran Premio d’Italia, edizione numero 92; a dare maggiore incertezza è il ritorno della gara di qualifica al sabato, formato già sperimentato a Silverstone.

 

Le prove libere e le qualifiche del venerdì

Sembra cominciare forte Lewis Hamilton, primo nelle FP1 in 1’20”926; nelle qualifiche del pomeriggio (tutti con le morbide), il Q1 e il Q2 sono dell’inglese della Mercedes (rispettivamente in 1’20”543 e 1’19”936); tuttavia, nel Q3 arriva il guizzo di Bottas (1’19”555), abile a sopravanzare Hamilton (1’19”651) nel secondo run.

Purtroppo per il finlandese però, il cambio del motore (il quarto stagionale, a fronte dei tre previsti dal regolamento) effettuato a FP1 ultimate, gli costerà la partenza dal fondo nel Gran Premio, pur conservando la partenza al palo al sabato pomeriggio.

Nelle libere di sabato mattina, caratterizzate da un brutto incidente di Sainz all’Ascari (che costringe di nuovo i meccanici della Ferrari agli straordinari), il capogruppo è Hamilton, in 1’23”246.

 

La Qualifica Sprint

Tra i primissimi, solamente Norris e Ricciardo partono con le morbide.

Al via Bottas tiene bene il primato, mentre Hamilton ha un pessimo scatto, scivolando quinto; davanti all’inglese, Gasly pizzica la posteriore sinistra di Ricciardo con l’ala anteriore, cedendo questa poco dopo a causa delle sollecitazioni: senza più direzionalità sull’anteriore, Gasly finisce a muro nella Curva Grande, costringendo la direzione a mandare in pista la Safety Car per due giri.

Ripresa la competizione, è Bottas a fare l’andatura: il 77 riesce così a costruirsi un piccolo margine su Verstappen, margine che gli sarà sufficiente per vincere e conquistare i tre punti, sebbene a causa della penalità alla fine la pole position venga assegnata al secondo di giornata, Max Verstappen.

Seguono Ricciardo, Norris, Hamilton (rimasto plafonato dietro alle due McLaren), Leclerc, Sainz, Giovinazzi, Perez, autore con Stroll (alla fine decimo) di un bel duello alla nona tornata.

 

La gara

Tutti i piloti scelgono di partire con le medie, tranne Kubica (ancora al posto di Raikkonen), Gasly (che si ritirerà poco dopo il via per dei problemi alle sospensioni; al contrario, il compagno Tsunoda non riuscirà nemmeno a schierarsi, causa un guasto all’impianto frenante) e le due Mercedes, che optano per le dure.

Allo spegnimento dei semafori, Ricciardo sopravanza subito Verstappen, mentre Hamilton scavalca prima Norris e poi alla Variante della Roggia prova all’esterno dell’olandese che si difende e lo forza al taglio della chicane, facendogli perdere la posizione che aveva conquistato in partenza sull’inglese della McLaren.

Alle loro spalle, per un contatto con Sainz, Giovinazzi (ritenuto responsabile e penalizzato con 5”) finisce contro le barriere ed è costretto subito ad una sosta per sostituire l’ala divelta nella circostanza.

Terminato un breve periodo di neutralizzazione virtuale, è Ricciardo a fare il ritmo su Verstappen, con Hamilton che non riesce a ripassare Norris (e Leclerc 5°): in questa fase i più attivi si dimostrano Perez, sesto al nono giro in seguito ad un bel duello con Carlos Sainz e Bottas che partito diciannovesimo, si affaccia in zona punti già al tredicesimo giro, grazie al sorpasso nella prima variante su Latifi.

Si arriva così alla prima e unica tornata di cambi gomme, inaugurata al giro 22 da Ricciardo per le Hard e imitato da Verstappen al 23 (dure anche per lui) e da Norris al 24: sull’anteriore destra dell’olandese però, c’era stato un impedimento costatatogli  11”1 di fermata, oltreché la posizione su Norris, il quale a sua volta era stato passato nel giro precedente in Curva Grande da Hamilton.

Il britannico della Mercedes, forte di quei pochi giri in più effettuati, “pitta” per le medie alla fine del 25 ma anche per lui la sosta è tutt’altro che perfetta (4”2), per cui una volta ripresa la corsia di uscita, alle spalle di Norris, Hamilton si ritrova ruota contro ruota con il sopraggiungente Verstappen: è la 26° tornata.

Nel riprendere la carreggiata, Hamilton si mantiene sulla destra, portando in staccata sull’esterno Verstappen, il quale, arrivato d’inerzia, forza la manovra di sorpasso: ovviamente nessuno dei due molla, Hamilton è davanti con poco meno di mezza macchina e il 33, anziché tagliare, finisce sul cordolo, con il risultato che la vettura “salta” e decolla contro quella di Hamilton; per entrambi arriva il clamoroso ritiro che spalanca le porte agli outsiders, McLaren su tutti.

Verstappen sarà ritenuto il responsabile e penalizzato a Gran Premio concluso di tre posizioni da scontare sulla griglia del prossimo appuntamento.

 

Deve entrare la Safety Car, cosicché Leclerc, Perez, Sainz, Bottas (medie per lui) ne approfittano per montare gli pneumatici freschi, avanzando in seconda, quarta, quinta e sesta posizione: si riparte al giro 31, con Norris che subito si issa secondo e va alla caccia del compagno di squadra.

Le Ferrari (che sembrerebbe pagare un deficit di potenza quantificato in venti cavalli, rispetto ai diretti concorrenti) comunque tengono, nonostante le difficoltà del caso, dimostrando con le dure un passo migliore in rapporto al primo stint; certo, a Monza le differenze di motore si fanno sentire (a riprova di questo vi sono i tanti attacchi subiti) ma in termini di prestazione complessiva della seconda parte di Gran Premio, il duplice piazzamento a punti, in conclusione neanche troppo distante dal podio, assume l’effige del bicchiere mezzo pieno.

Rientrata la Safety Car al giro 31, ci avrebbe pensato Norris a ridimensionare Leclerc e ad estrometterlo dalla piazza d’onore virtuale, inventandosi una manovra di sorpasso sullo sporco della Curva Grande e lasciando il monegasco nelle grinfie di Perez.

Il messicano si porterebbe in terza posizione su Leclerc (giro 32) ma si aiuta con il taglio della seconda chicane e per questo si vede comminati 5” di penalità che gli costeranno il podio finale; Bottas infatti, nonostante la mescola più performante, dopo aver scavalcato Sainz all’inizio del medesimo passaggio e Leclerc alla tornata 34, non riuscirà mai ad impensierire l’alfiere della Red Bull (che sarà terzo al completamento del cinquantatreesimo ed ultimo giro), pur alla fine approfittando della penalità.

L’unico vero scambio tra i due è quello del giro 43, quando il finlandese passa alla Roggia ma per non tagliare la curva è costretto ad una pessima accelerazione in uscita che consente a Perez di incrociare la traiettoria e di riprendersi alla prima curva di Lesmo quanto aveva perduto in precedenza.

E così, scongiurato il pericolo di una rimonta da parte di Bottas, in testa le McLaren fanno il vuoto e Ricciardo vola verso il trionfo: la bandiera a scacchi, sventolata per l’occasione da Marcell Jacobs, saluta così la sua ottava vittoria in carriera, alla media di 224.686 km/h, per una storica doppietta McLaren che mancava dal Gran Premio del Canada del 2010, mentre a Woking la vittoria mancava dall’epico Gran Premio del Brasile 2012.

Non solo: la rivincita di Ricciardo (che a mo’ di ciliegina sulla torta si prende pure il punto bonus del giro più veloce, in 1’24”812, fatto segnare proprio sotto la bandiera a scacchi) mette fine ad un digiuno personale, visto che l’australiano non vinceva da Monaco 2018; archiviato un divorzio difficile dalla Red Bull alla fine di quello stesso anno, aveva trascorso le stagioni 2019 e 2020 in Renault, ottenendo due soli podi (nella scorsa stagione), per poi passare in McLaren nel 2021, dove finora non aveva mai davvero convinto, venendo costantemente ridimensionato, battuto, a Montecarlo persino doppiato, dal suo compagno di team, l’astro nascente Lando Norris, che a Monza si è dovuto accontentare della seconda posizione, non priva, in cuor suo, di qualche rimpianto.

Una bella favola insomma, che rilancia uno dei piloti più simpatici e amati del Circus, in Formula 1 dal 2011 ma sul quale molti tra gli addetti ai lavori avevano cominciato a nutrire più di qualche dubbio; Ricciardo ha così potuto rilanciare anche la sua classica esultanza sul podio, quella dello “shoey”, ossia dello spumante versato e bevuto da una delle sue scarpette, appositamente tolta e trasformata in calice.

Oltre allo storico uno-due McLaren, sul terzo gradino del podio sale Bottas, autore di una grande rimonta dal fondo; arrivano a punti Leclerc, Perez, Sainz, Stroll, Alonso, Russell e Ocon.

Prossimo appuntamento, tra due settimane, a Soci, per il Gran Premio di Russia.

 

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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