Formula 1. Al Gran Premio d’Olanda c’è solo la sinfonia di Verstappen

Il beniamino di casa domina con merito e si riprende la testa della classifica iridata. Maretta in casa Mercedes

Archiviata la farsa belga, la Formula 1 si rituffa subito in pista tornando a Zandvoort, lungo le rive del Mare del Nord, per il Gran Premio d’Olanda, assente dal 1985: i tifosi, nemmeno a dirlo, sono pressoché tutti per l’idolo di casa Max Verstappen.

 

Le prove libere

Al venerdì comunque, davanti a tutti si issano Hamilton (perderà poi quasi tutta la sessione pomeridiana per un problema al motopropulsore) e Leclerc, rispettivamente in 1’11”500 (l’inglese nelle FP1) e 1’10”902 (FP2; il ferrarista), con Verstappen davanti a tutti nelle FP3 in 1’09”623.

 

Le qualifiche

A precedere le prove cronometrate, ecco due grandi sorprese: la positività di Raikkonen, conclamata al venerdì sera, che lo costringe all’isolamento in albergo, venendo sostituito per l’occasione da Robert Kubica e l’incidente di Sainz nelle ultime libere, comunque senza irreparabili conseguenze.

Nel Q1 è Leclerc a issarsi primo (in 1’09”829), mentre in Q2 tocca a Verstappen (1’09”071), il quale poi si regala una dirompente pole position, fermando il cronometro sull’1’08”885 (abbassato l’1’08”923 del primo run), davanti ad Hamilton per soli 38 millesimi, poi Bottas, Gasly, le due Ferrari (5° Leclerc, 6° Sainz) e Antonio Givinazzi; molto male Norris (13°), Perez (16°)  e Vettel (17°).

 

La gara

Allo spegnimento dei semafori, i primi sei mantengono le rispettive posizioni e per il primo sorpasso, al di là delle scorribande nelle fasi iniziali (tra Alonso, Ocon, Giovinazzi) si deve attendere il giro 14, con l’affondo di Latifi su Mazepin per la sedicesima posizione.

Con Verstappen davanti a fare il ritmo, al termine del ventesimo Hamilton si ferma per le medie, imitato alla fine della tornata successiva dal 33, che difende la posizione, mentre capofila provvisorio è Bottas, il quale sarà comunque superato sul rettilineo principale in scioltezza, poco prima che inizi il giro 31, al cui completamento, scavalcato pure dal compagno di squadra, il finlandese si ferma per le medie.

Le Ferrari invece viaggiano sulla sosta unica: Sainz (stessa tornata) opta infatti per le dure e parimenti fa Leclerc al 34, mentre Hamilton si riferma per le medie al 39, con Verstappen che gli risponde la tornata successiva, sebbene per le dure.

L’azzardo non paga, perché l’alfiere della Mercedes si ritrova imbottigliato nel traffico, non riuscendo più ad impensierire Verstappen il quale, limitandosi a controllare, s’invola, gestendo al meglio i delicati doppiaggi: e così, ad elettrizzare il Gran Premio ci pensa Perez (avviatosi dalla pit lane, come Latifi), in rimonta perpetua dal fondo e sulle Soft dal 42; tornato in zona punti, il messicano s’impegna nel confronto “fisico” con Norris, portando l’attacco all’esterno della prima curva, la Tarzan, e chiudendo la manovra dopo un paio di gomitate nell’allungo successivo, scavalcando infine pure Ocon e concludendo ottavo.

 

Gli ultimi passaggi sono invece frenetici per il box Mercedes, giacché prima Bottas passa alle morbide già rodate al 67 (richiamato per delle presunte vibrazioni) e poi, sfruttando anche alcune scie, marca il giro record in 1’12”549, nonostante le accorate indicazioni di non spingere, in quanto per altro il record apparteneva ad Hamilton, costringendo a quel punto l’inglese a cambiare ancora al 70, a mettere le morbide e a riguadagnare la pista, spingendo a tempo da qualifica per riconquistarsi quel primato così importante.

In testa, in solitaria, tra i boati e i fumogeni, nel tripudio della folla in visibilio, la bandiera a scacchi saluta il dominio di Max Verstappen, che ottimamente supportato dal tempismo del muretto, ha dato lustro al binomio tra la RB16B motorizzata Honda e il pilota, ringalluzzito dal correre “in casa”.

Cinto con la bandiera dei Paesi Bassi, egli è apparso visibilmente emozionato sul podio, dove gli hanno fatto compagnia Hamilton (autore proprio all’ultimo giro, il 72, della “sudatissima” tornata più veloce, con annesso punto bonus, in 1’11”097) e Bottas; gli altri punti iridati a Gasly, Leclerc, Alonso, Sainz (scavalcato dall’alfiere della Alpine nel finale), Perez, Ocon e Norris.

Prossimo appuntamento, tra una settimana, nel “Tempio della Velocità di Monza”, per il Gran Premio d’Italia: è inutile rimarcare come tutte le attenzioni saranno per la Ferrari, chiamata a riscattarsi dopo un altro fine settimana molto complicato, terminato con entrambe le vetture doppiate, condizionato da una tattica di gara estremamente conservativa (cesellata sulla fermata unica, montata la Hard nel secondo stint) volta ad arrivare al traguardo senza degradare in maniera eccessiva gli pneumatici, evitando che si ripetessero i repentini crolli delle prestazioni che c’erano stati, per esempio, a Portimao o al Paul Ricard.

Che le sorprese per una volta possano arrivare proprio da Maranello.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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