Il caso. Eresie mai tramontate di un inquieto ottocento

Lo scritto che seduce, prende e conduce il lettore nei tanti rivoli e gli infiniti meandri della società italiana ottocentesca partendo dall’alba vissuta dal giovane Stato unitario, è una miniera di fatti noti e meno noti

Oaks ha dato alle stampe un avvincente volume di Pier Carlo Masini, “Eresie dell’Ottocento”. Prefato da Renato Besana, il libro analizza, in dettaglio, i fermenti culturali, politici, ideologici e sociali che animarono il giovane Stato unitario all’indomani dell’epopea risorgimentale periodo quest’ultimo cui non ha fatto seguito un secondo, terzo o quarto Risorgimento. Prima di addentrarci in una disamina del volume, occorre partire da alcuni antefatti. Quando nell’incandescente 1974, Montanelli decise di lanciare nell’arena della carta stampata, tra l’altro dominata da conformismo tutto schierato a sinistra o quasi, un nuovo quotidiano, il Cilindro da Fucecchio aveva le idee ben chiare riguardo la nuova creatura da presentare a quegli italiani che non ne volevano sapere di un PCI in procinto di entrare nell’area di governo e di una cultura egemonizzata dall’”intellighenzia marxista”.

Tale fu il biglietto da visita con il quale “il Giornale nuovo” sin presentò nelle edicole nel giugno di quel 1974. Lettori ed elettori liberali, democristiani non di sinistra (pochissimi ad essere sinceri), socialdemocratici, repubblicani e perfino missini ebbero nel quotidiano montanelliano un punto di riferimento, una voce fuori del coro contro gli schemi preconfezionati dal conformismo imperante. Ma Montanelli non si fermò al solo quotidiano visto che di lì a poco fondò la Editoriale Nuova, una casa editrice destinata a diventare una palestra di pensiero e fucina di pubblicazioni orientate in senso anticonformista ed anticomunista.

Proprio in quel periodo Montanelli pensò di coinvolgere nei suoi progetti culturali Pier Carlo Masini – conosciuto a metà negli anni Sessanta – autore dell’opera di recente pubblicata dalla Oaks editrice. Antifascista di lungo corso, fiorentino della classe 1926, Masini, valente uomo di cultura ha preso
parte alla Resistenza partecipando attivamente a più esperienze politiche con il PCI, il mondo anarchico, il PSI. Quando Montanelli pensa al Masini per i suddetti progetti – siamo sul finire degli anni Settanta – quest’ultimo è politicamente accasato in quella Socialdemocrazia di matrice saragattiana che fin dal 1947, da sinistra, ha denunciato e preso le distanze dal totalitarismo comunista incarnato dal PCI. Montanelli, conoscendo lo scritto sui fermenti ideali, o meglio
sugli “eretici” dell’Ottocento, invita il Masini a pubblicare il tutto per la neonata Editoriale Nuova, suggerendogli il titolo oggi riproposto dalla Oaks: “Eresie dell’Ottocento”.

Lo scritto che seduce, prende e conduce il lettore nei tanti rivoli e gli infiniti meandri della società italiana ottocentesca partendo dall’alba vissuta dal giovane Stato unitario, è una miniera di fatti
noti e meno noti che animarono il dibattito politico, culturale, sociale e dell’epoca. Una società certamente conservatrice, ma intrisa di fermenti e passioni auspicanti un rinnovamento di usi, costumi, tradizioni, istituzioni. Per quanto il difficile percorso unitario sia stato avviato e portato a termine dalla Monarchia sabauda con il concorso di monarchici e repubblicani, questi ultimi non si danno per vinti affinché la Repubblica spodesti Casa Savoia. Certo è una battaglia difficile visto che non pochi repubblicani fedeli al motto “Italia e Vittorio Emanuele”, ritenendo non maturo il tempo per un mutamento istituzionale, permangono dell’idea che “La Monarchia ci unisce la Repubblica ci dividerebbe”.

Ma in quell’epoca si parla e si dibatte di federalismo e fiscalità al fine di non appesantire e gravare la macchina organizzativa del nascente Stato unitario. Il pensiero di Gabriele Rosa, Carlo Cattaneo e Arcangelo Ghisleri domina la scena. Per quanto la contesa politica veda fronteggiarsi una Destra ed un Sinistra che si legittimano sulla base dell’Idea risorgimentale, il Socialismo internazionalista comincia a far sentire la propria voce anelante una rivoluzione sovvertitrice dell’impianto istituzionale sul quale si regge la Nazione. Scocca l’ora proletario protagonista che deve primeggiare nella vita sociale, politica e civile dando rappresentanza e voce agli esclusi, agli emarginati, ai diseredati. Il punto è che tra annunci rivoluzionari ed attendismo permanente,  il Socialismo farà male a sé, ed al proletariato dividendosi al proprio interno, non riuscendo ad
incidere nella società italiana dell’epoca e successivamente.

In quell’Italia unita dell’Ottocento incredibile ma vero, si discute anche di emancipazione femminile per via di una polemica che mette difronte la celebre poetessa Matilde Serao e la nota giornalista Anna Maria Mozzoni. La prima di fede monarchica, la seconda di idea opposta si confrontano
riguardo le idee politiche delle donne. Se la Serao parla non di opinioni che una donna deve avere, ma di sentimenti, la Mozzoni obietta “non affermando, ma comprovando” le lotte intraprese dalla donna in America, Francia, Inghilterra.

Passando ad altro tema, non passa inosservata la vivace polemica riguardante la inumazione e cremazione dei cadaveri. Da un lato abbiamo la Chiesa cattolica favorevole alla inumazione che condanna gli “ateisti” cremazionisti rei di “disprezzo della immortalità dell’anima e della resurrezione dei corpi”. Di contro abbiamo i favorevoli alla cremazione per “esigenze di ordine igienico,
economico, urbanistico e, se si vuole, estetico”. Nel 1876 venne approvata una legge che consentiva eccezionalmente la cremazione.
Invitiamo il lettore attento a leggere “Eresie dell’Ottocento” per scoprire altri aspetti di quel Ottocento – tutt’altro che piatto – alcuni dei quali si sono trascinati fino ai nostri giorni.

 *Pier Carlo Masini, “Eresie dell’Ottocento”, Oaks editrice pagg. 324, euro 24

 

 

Michele Salomone

Michele Salomone su Barbadillo.it

Exit mobile version