“Ho ucciso Enrico Mattei”: un viaggio tra realtà storica e fiction

Verità storica, ipotesi e fantasia: queste le tre direttive per assaporare il romanzo

"Ho ucciso Enrico Mattei" di Federico Mosso per Gog

“Ho ucciso Enrico Mattei” di Federico Mosso per Gog

Le storie più oscure d’Italia spesso sono senza verità. La giustizia rimane confinata tra le nebbie che nascondono il racconto autentico. Così va nei paesi a sovranità limitata. Questo preambolo è indispensabile per avviarsi nella lettura del romanzo “Ho ucciso Enrico Mattei” di Federico Mosso. La trama letteraria unisce racconti reali e immaginazione, personaggi comparsi nella vicenda del grande manager di stato e espedienti narrativi.

Mattei non era uno stinco di santo, ma aveva una visione patriottica dell’impresa pubblica e della partita internazionale sull’energia. Per il capo dell’Eni l’Italia poteva – valorizzando il ruolo nel Mediterraneo – svolgere un ruolo autonomo dai grandi blocchi. La scelta si rivelò rischiosa, ma – al di là del tragico destino – gli consente adesso di avere un posto di diritto tra i manager e politici che hanno difeso l’interesse nazionale.

Mosso “invita a trovare l verità nella finzione”: è l’approccio giusto per la lettura di una storia costruita i intorno alla spregiudicata figura dell’agente Joe, alias Oreste Luciani, alias Umberto Malimbeni, passato con gli americani… Compaiono pagina dopo pagina tanti personaggi della vita novecentesca italiana, Mauro De Mauro, Pier Paolo Pasolini, personaggi con una caratura differente nel pantano petrolifero che avvolse la fine di Mattei.

A chi dava fastidio Mattei? La sua intraprendenza nelle ex colonie era figlia di visioni rapaci o di una antica sensibilità imperiale? Quanto si avvantaggiava l’industria italiana dal possedere materie prime e energia a costi competitivi o calmierati? Sono domande che hanno le risposte implicite e restano alla base del declino industriale e produttivo di un’Italia sempre meno potenza economica globale.

Verità storica, ipotesi e fantasia: queste le tre direttive per assaporare il romanzo. Che alla fine lascia l’amaro retrogusto di una patria ferita e privata – spesso – dei sui uomini migliori che, in molti casi, pagano sulla propria pelle una certa idea di patriottismo.

mdf

mdf su Barbadillo.it

Exit mobile version