“Il Divin Codino”, racconto flop del genio calcistico di Roberto Baggio

La produzione Netflix delude per trama e scarsa intensità narrativa: fallito il tentativo di raccontare un mito pallonaro

La locandina de “Il Divin Codino”

“Il Divin Codino”, docufilm Netflix su Roberto Baggio è una occasione perduta per celebrare uno dei più grandi talenti dal calcio italiano. Non è un errore aver fatto un collage delle sue debolezze e fragilità, è stato fuorviante non raccontarne a fondo il mito, la capacità di costruire una carriera sul talento, più forte degli imprevisti e degli infortuni. In una parola più forte anche di un destino avverso.
Oltre che ha una trama debole, unita a un inadeguata intensità narrativa, non c’è nemmeno un accurato racconto calcistico tra Vicenza, Firenze, Torino, Bologna e Brescia: ogni tappa avrebbe potuto essere cadenzata da aneddoti, gol, compagni di squadra, allenatori, mentre risultano solo un Arrigo Sacchi stralunato e un Carletto Mazzone poco pittoresco.
Chi scrive ha conservato a lungo una maglia gialla, della Juve, con il numero 10, indossata da Baggio al San Nicola. Ecco è meglio chiudere gli occhi e rivedere la sua andatura imprevedibile, le sterzate, le punizioni imprendibili, che guardare questa produzione che prova a “normalizzare” una delle ultime divinità dell’empireo pallonaro.

 

Michele De Feudis

Michele De Feudis su Barbadillo.it

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