Un’estate in giallo nella Londra nobile e anticonformista delle sorelle Mitford

Da Neri Pozza la pubblicazione della serie di romanzi di Jessica Fellowes che ruota attorno alla figura della detective Louisa Cannon

Il giallo, inteso come genere narrativo, è per me indissolubilmente legato all’estate. C’è chi associa questa stagione al calippo, ai racchettoni o agli alpeggi alla Heidi e io invece lo associo con i romanzi polizieschi. Che poi il termine poliziesco può trarre in inganno, perché il più delle volte in questi racconti la polizia ci fa sempre una figura un po’ barbina e a spiccare è l’investigatore di turno, professionista o dilettante, raffinato alla Hercule Poirot e Scherlock Holmes o scalcagnato come Miss Marple. Il giallo per me sa d’estate non tanto per una faccenda cromatica, ma perché ricordo i libri di Nero Wolfe che mio padre acquistava all’edicola del mare o alle bancarelle dei libri usati, che spulciavamo alla ricerca di quel titolo di Agatha Christie che teoricamente mancava e che poi si rivelava invece doppio o triplo, con grande sgomento di mia madre.

 

Affari di famiglia

Tornando a noi, è quindi con grande gioia che ho scoperto una bella serie di libri gialli editi attualmente da Neri Pozza della scrittrice Jessica Fellowes, nipote d’arte del Julian Fellowes autore di serie Tv di gran pregio come la qui citata The English Game e l’acclamatissima Downtown Abbey. La Fellowes eredita dallo zio la passione per la bassa nobiltà inglese e ambienta i suoi romanzi a cavallo tra le due Guerre Mondiali. La giovane detective improvvisata è qui Louisa Cannon che da un quartiere popolare di Londra finisce a servizio dopo alcune vicissitudini presso la famiglia Mitford.

Le sorelle Mitford per chi non lo sapesse (ma c’era anche un fratello, Tom, erede del titolo ma morto in azione durante il conflitto) diedero parecchio scandalo sia per le loro vicende personali, Diana divorziò dal marito per sposare il leader del partito fascista britannico, sia per il loro approccio anti convenzionale alla società, come ad esempio Debo l’ultima di loro che sebbene duchessa, scriveva lettere di ammirazione alla cantante Madonna. Ma al di là del dare il nome alla serie nella versione originale (The Mitford Murders) la famiglia rimane qui sullo sfondo e accompagna per lo più a compiere il loro destino i protagonisti. Ce ne importa poco di loro, con tutto il rispetto, mentre seguiamo il dipanarsi della trama e osserviamo Louisa e il suo amico/spasimante Guy Sullivan  cercare di risolvere i vari casi.

 

Nascita di una saga

Attualmente i titoli proposti sono tre anche se la popolarità e il successo fanno pensare ne seguiranno altri. Il primo, L’assassinio di Florence Nightingale Shore, è tratto da un fatto di cronaca reale, un delitto che nella realtà è rimasto insoluto. Al di là dell’idea di riparare ai torti della storia, la trama è scorrevole e segue l’intreccio tipico ma sempre appagante di un buon giallo, condito con la suspense creata anche dalla fuga di Louisa dalla famiglia e dal suo passato. Il libro è frizzante anche grazie a capitoli brevi ma che terminano quasi sempre con un picco narrativo e che spingono a girare sempre una pagina in più. Non a caso il successo di questo volume ha poi lanciato l’intera collana.

I due seguiti, Morte di un Giovane di Belle Speranze e Delitto in casa Mitford hanno dalla loro il carisma della Bella Epoque e l’affezione che lega ormai il lettore ai protagonisti perché, diciamocelo, leggere i libri di cui conosci già i personaggi è come infilarsi un paio di pantofole alla fine di una lunga camminata.

Nel complesso sono tutti e tre libri che si possono leggere con grande serenità sotto l’ombrellone, in pausa pranzo o sulla strada per l’ufficio ( i capitoli brevi aiutano) o nell’alpeggio svizzero di cui sopra, a vostra preferenza. È disponibile l’ebook ma se volete prestarlo alla mamma, allo zio o a qualche amico o congiunto, sempre che non si siano dissolti con l’allentarsi della pandemia, allora meglio il cartaceo anche se è sempre un piccolo investimento. Vi potrebbe anche venir voglia di rileggervelo fra qualche anno, perché forse a Louisa e Guy manca quel quid per entrare nel novero dei grandi protagonisti di gialli, ma penso che si difenderanno bene anche con il passare del tempo.

Unica pecca, il cambio di traduttore. Magari è impercettibile o magari sono io che sono fissata, però un po’ si sente, soprattutto se come me li leggete uno di fila all’altro. Segnalo che comunque, per i poliglotti, la versione in lingua originale è sempre consigliata (e che belli i modi di dire, british e desueti!)

Runa Bignami

Runa Bignami su Barbadillo.it

Exit mobile version