Cent’anni di Karol Wojtyla

Il lungo pontificato di papa Giovanni Paolo II ha lasciato tracce importanti che (ancora) dividono il mondo

La tentazione di valutare un personaggio storico in base ai detrattori che ha collezionato durante il suo percorso è sempre fortissima, soprattutto quando il fiele viene spruzzato a litri anche post mortem. Se, ad esempio, Micromega, anni dopo la morte di qualcuno, gli dedica un numero intero “contro”, vuol dire forse che, da un altro punto di vista,  ha lavorato bene.
Nel caso di Karol Wojtyla, dunque viene quasi automatico pensare all’astio che il suo nome tutt’ora genera, quando viene pronunciato in presenza dei progressisti di ogni area, giudicando per forza di cose l’operato del Papa polacco più che positivo. Eppure fermarsi a questa valutazione grossolana non è sufficiente, per delineare l’operato di un pontefice che ha traghettato la Chiesa nel Terzo Millennio, fornendole gli strumenti per affrontare alcune delle sfide moderne a testa alta, controvento e dunque spesso non capito.

Giovanni Paolo II. Un Papa amato

Nel 1978 la Chiesa sta vivendo una crisi senza precedenti. Papa Paolo VI, dopo aver chiuso il Concilio, si era accorto del disastro compiuto e lo aveva comunicato pubblicamente, ma il danno era fatto. L’episcopato era ormai ribelle e disobbediente, molti individui inadeguati erano stati messi a guida delle diocesi di tutto il mondo compiendo disastri dottrinali. Papa Montini aveva provato a mettere un paio di pezze, pubblicando due encicliche, una sul celibato sacerdotale e una sulla morale. Quest’ultima, Humanae Vitae, era stata redatta con il contributo di un cardinale polacco di nome Karol Wojtyla, uomo di ampia cultura e formazione più filosofica che teologica. Nonostante l’avversione che deve avergli procurato questa sua partecipazione, il polacco diventa Papa e gli tocca l’ingrato compito di mettere ordine in una Chiesa sconquassata e ignorata, invasa da eresie come la teologia della Liberazione e il progressismo in campo etico.
Giovanni Paolo II sembra però animato da uno spirito gagliardo e sin da subito lancia un contrattacco alla modernità. La Chiesa diventerà, anzi tornerà, un’entità presente e influente nel dibattito pubblico, anche grazie ai numerosi gesti mediatici compiuti dalla sua guida, i viaggi in tutto il mondo e i rapporti amichevoli con personaggi à la page. Il Papa diventa mainstream e viene riconosciuto come guida, da persone di tutte le generazioni. Grazie al carisma di quest’uomo, insomma, sembra esserci un risveglio del mondo cattolico.

 

Giovanni Paolo II. Un Papa odiato

Accanto all’aspetto pubblico tanto amato e visibile, Giovanni Paolo II ha però impostato il proprio pontificato secondo una linea nettamente conservatrice, soprattutto nel campo dell’etica e della bioetica. Questo ha provocato un odio vero da parte delle centrali progressiste di tutto il mondo, estrinsecato continuamente anche durante gli appuntamenti della beatificazione e della santificazione. Micromega nel 2011 pubblicò un numero appositamente per cerca di smontare la figura del pontefice venuto da lontano, dal titolo “Il grande oscurantista”.

“Io considero Karol Wojtyla il più grande oscurantista del XX secolo. – scrive Flores d’Arcais – Un grande oscurantista può innescare anche degli effetti positivi, dal punto di vista di un progressista come me. È certo che la caduta del Muro di Berlino non sarebbe avvenuta con le stesse modalità e negli stessi tempi senza il papa polacco. Ma è l’unico effetto collaterale positivo del grande oscurantismo di Giovanni Paolo II. Il nemico è l’illuminismo: questo è il filo rosso di tutta la sua predicazione . La presunzione, mostruosa secondo lui, che l’uomo prenda in mano il proprio destino prescindendo dall’obbedienza a Dio”.

In pratica l’imputazione è che il Papa cattolico sia cattolico, un cortocircuito molto in voga in epoca post-conciliare, dove il cattolicesimo e in generale ogni pensiero forte, diviene accettabile solo se depotenziato.
D’altronde non ci si poteva aspettare nulla di diverso. Su ogni tema legato alla morale, Wojtyla ha fatto un controcanto serrato alla narrativa dominante. Divorzio, aborto, unioni gay, eutanasia, sono i temi caldi dagli anni ’80 in poi e la Chiesa, in maniera del tutto inaspettata per chi pensava di averla liquidata, non si è fatta trovare impreparata.

 

Giovanni Paolo II e la terza via. Un tema

Giovanni Paolo II non è stato solo il papa “moralista“, ma nel suo lungo pontificato ha fornito un punto di vista su molti temi. Dopo la caduta del Muro di Berlino, da lui stesso propiziata, non cantò vittoria, ma vide subito che la vittoria finale del modello capitalista su quello socialista non avrebbe risolto il problema. In una intervista del 1993 il pontefice spiegò che il capitalismo degenerato va combattuto e che, anzi, se il comunismo aveva avuto spazio era proprio colpa del capitalismo ultraliberale. A livello economico e sociale, per tutto il suo pontificato Wojtyla propose la dottrina sociale della Chiesa come una terza via.
Questa impostazione gli alienò, sul finire degli anni ’90, una parte dei suoi antichi sostenitori, che iniziarono ad attaccarlo in modo virulento quando si schierò apertamente contro la guerra in Iraq. Ciò non gli venne perdonato, ma è un’altra storia.

@barbadilloit

Francesco Filipazzi

Francesco Filipazzi su Barbadillo.it

Exit mobile version