Poesia-Coronavirus/1. Pandemia, silenzio e clausura senza scelta

Pandemia

Pandemia 

Deserte le strade,

abbassate le saracinesche, 

spente le insegne luminose… 

Attraversano placidamente le strade 

soltanto i gatti randagi.

Eppure non è un giorno festivo,

né ora di chiusura né un gioco collettivo.

Nessun frastuono d’auto e di motori,

ma questo è un dono insolito

troppo a lungo dimenticato.

Nessuno strepito. Non c’è nemmeno 

il gioioso trapestìo dei bambini 

all’uscita da scuola, 

che tutti i giorni fa a pugni 

con la nostra disperata opulenza.

Ma la clausura non è una scelta,

solo un lontano ricordo.

Chi guarderà le cento sfumature di rosso

del tramonto laggiù oltre i palazzi? 

Chi l’elegante croco e l’umile margherita 

nei prati incolti?

Chi il sorriso del mandorlo in fiore?

Tendo l’orecchio al silenzio 

che mi attornia. 

@barbadilloit

Sandro Marano

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