Le radici di Fare Verde/14. In prima linea nella difesa del diritto alla salute alimentare

Una copertina della rivista XFare+Verde

Non si contano le denunce e gli esposti che i gruppi locali di Fare Verde in tutt’Italia presentano contro gli scempi edilizi, le discariche abusive, il dissesto idrogeologico. Due battaglie legali meritano però di essere raccontate in particolare. Una riguarda l’atto di intervento ad adiuvandum presentato dall’associazione davanti al Consiglio di Stato nel giudizio promosso dall’agricoltore Giorgio Fidenato (collegato alla multinazionale Monsanto), che aveva impugnato il decreto interministeriale del 12 luglio 2013, con cui si vietava in Italia la coltivazione del mais transgenico. Il Consiglio di Stato dava ragione alle associazioni ambientaliste rigettando il ricorso (già rigettato in primo grado dal TAR competente) che avrebbe aperto la strada alle coltivazioni di OGM in Italia. Nella sentenza si riconosceva all’Italia l’autonomia di indirizzo agricolo motivata dal principio di precauzione e si sanciva che «il mantenimento della cultura del mais Mon 810 [varietà di sementi geneticamente modificate] senza adeguate misure di gestione non tutela a sufficienza l’ambiente e la biodiversità» (Michele De Feudis, L’avvocato barese che sfida gli OGM. “Così ho sconfitto la multinazionale”, in Corriere del mezzogiorno, 12 febbraio 2015). Protagonista della battaglia legale per l’associazione è stato l’avvocato barese Savino Gambatesa, dell’ufficio legale nazionale di Fare Verde, che predisponeva e curava, unitamente al collega Vito Di Natale, l’atto giuridico. Facendone un lodevole ritratto, il  giornalista Michele De  Feudis effettivamente disegnava il volontario tipo dell’associazione: «Difende il diritto alla salute dei cittadini italiani da quelli che chiama “salti nel buio” generati dalla possibile adozione degli OGM in agricoltura. Non ha il trattore di José Bové, fondatore del sindacato francese Confedération Paysanne, né la sapienza gastronomica di Carlo Petrini, patron di Slow Food, ma di entrambi condivide la passione per le tradizioni plurali europee, che vorrebbe preservare come “simbolo di culture millenarie”.» Non a caso nelle sue dichiarazioni l’avvocato Gambatesa sottolineava che «insieme a ricercatori, biologi, giuristi e nutrizionisti affermiamo la necessità di ogni paese europeo di difendere la propria sovranità bio-agroalimentare.» 

Resta da dire che la lotta contro gli OGM, eticamente e scientificamente motivata, è da sempre stata portata avanti da Fare Verde, con convegni,  con interventi e con numerosi articoli apparsi sulla rivista x Fare + Verde oltre che con uno specifico dossier. Anzi, i grafici dell’associazione elaborarono, per la campagna di sensibilizzazione contro gli OGM, un simpatico disegno (riprodotto in magliette e adesivi), in cui si vede una mela dai tratti vagamente umani che insegue una pera con gli stessi tratti e la scritta scanzonata e ammonitrice: «Se le mele si fanno le pere»!

Sandro Marano

Sandro Marano su Barbadillo.it

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