Cinema (di M.Cabona). “Un sogno per papà”: un racconto controcorrente sul calcio giovanile

Film di buoni sentimenti (ma non buonista), Un sogno per papà – in originale Fourmi, cioè “Formica” – di Julien Rappeneau ha il pregio sia di essere controcorrente, sia il coraggio di raccontare il mondo del calcio giovanile. Infatti sul grande schermo il rettangolo verde di gioco non ottiene la corona di pubblico che in genere gli tributano gli stadi.

Dino Risi, al colmo dei successi, ricordava sempre malvolentieri il “fiasco” di uno dei suoi primi soggetti, scritto per Gli eroi della domenica di Mario Camerini (1952), con Raf Vallone e Marcello Mastroianni, ovvero il divo del momento e il divo di qualche anno dopo. Ma il film denunciava un episodio di corruzione sportiva, tema sul quale allora era gradito, se non obbligatorio, il silenzio. 

Nel 1985 – tre anni dopo il Mundial vinto, seppur rocambolescamente, a Madrid dalla Nazionale italiana – anche Pupi Avati si occupava del mondo del calcio, dopo lo scandalo delle scommesse nel 1980. Lo raccontava con Ultimo minuto, scritto dal giornalista Italo Cucci e interpretato da Ugo Tognazzi, Diego Abatantuono e Nik Novecento: tre divi in un film consono ai tempi che era anche un piccolo gioiello: eppure andò male. 

Più recentemente, Il mio amico Eric di Ken Loach, scritto da Paul Laverty, prodotto e interpretato dall’ex calciatore francese di origine italiana Eric Cantona e centrato su un tifoso del Manchester United, è stato premiato nel 2009 al Festival di Cannes ed è piaciuto sia alla critica, sia al pubblico. 

Da “Un sogno per papà”

Un sogno per papà si inserisce fra questi ultimi due film, che includono una vicenda di formazione (del carattere di un ragazzo, non quella della sua squadra). Un dodicenne (Maleaume Paquin) gioca nell’”Intrepide”, orgoglio di un piccolo centro agricolo nell’estremo nord della Francia. E’ sempre il migliore in campo e l’allenatore (Armand Dussollier) conta su di lui per vincere, specie nel derby contro la compagine giovanile del Lilla. Il primo tifoso del ragazzino è suo padre (François Damiens), ma è un genitore che gli dà poche occasioni di fierezza: è alcolizzato, disoccupato, manesco e separato dalla moglie (Ludivine Sagnier). Gli occorre un’occasione di riscatto, che pare arrivare accompagnata dal sopralluogo di un talent scout dell’Arsenal di Londra, che ha sentito parlare del ragazzo dell’”Intrepide” e della sua ottima tecnica. Per il padre, seguire il figlio oltre Manica sarebbe un modo per sottrarsi a delusioni e umiliazioni…

Unire sfondo e attori francesi per una storia nata in Spagna nei fumetti intitolati Dream Team di Mario Torrecillas e Artur Laperla e con un protagonista che ha per meta l’Inghilterra è uno stratagemma per coinvolgere pubblici diversi. Per estendere la captatio benevolentiae anche al pubblico italiano si citano anche due squadre italiane. Sono le normali astuzie del mestiere. C’è il rischio di una svolta finale alla maniera trasgressiva di Billy Elliot , che viene però solo accennata. 

 Figlio di Jean-Paul Rappeneau, lo sceneggiatore e regista de Gli sposi dell’anno II (che nel 1971 fece incontrare Belmondo e la Antonelli), Rappeneau jr. evita di approfondire le sottotrame. Il perno della vicenda resta saggiamente il rapporto del ragazzo col padre. In quest’ultimo ruolo, il massiccio e simpatico belga François Damiens dimostra una sensibilità pari al tasso alcolico del suo personaggio.

(uscito su Il Messaggero giovedì 5 dicembre 2019)

 *Un sogno per papà***1/2

Commedia, Francia, 105 ’

Regia di Julien Rappeneau, con François Damiens, Maleaume Paquin, Armand Dussollier, Ludivine Sagnier, Laetitia Dosch

Andare a giocare a dodici anni nella squadra giovanile dell’”Arsenal” è il sogno di un ragazzino del nord della Francia. Ma è ancor più il sogno del padre, al quale la vita non riserva molte gioie. Oltre che il migliore della sua squadra, l’”Intrepide”, il ragazzino è il più basso. E le società di calcio ai funamboli brevilinei preferiscono i podisti longilinei. Così il trasferimento a Londra sfuma sul nascere. Il padre però fraintende. Vedendolo per la prima volta felice, il figlio gli tace la verità. E finalmente tutto comincia ad andare bene: il padre smette di bere e trova un lavoro, la madre s’interessa di più al figlio. Ma poi la verità riprende i suoi diritti… Ispirato dal fumetto spagnolo Dream Team di Mario Torrecillas e Artur Laperla, un bel film di buoni sentimenti.   

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Maurizio Cabona

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