Cultura. Gli alpini di oggi e l’ultimo reduce di Russia: “Tutti insieme 10 anni dopo”

“Ricordando il Battaglione Alpini L’Aquila” ha raggiunto quota 7 mila persone. Il caldo, anomalo, di una domenica di fine estate non ha scoraggiato le migliaia di partecipanti ad un evento che rafforza ancor di più il legame fra le penne nere del 9° Reggimento Alpini e il capoluogo abruzzese. C’erano tutti, “Tutti insieme 10 anni dopo” come recita il motto dell’iniziativa. Sì, perché questa quarta edizione del Raduno cade nel decennale del terribile sisma del 2009, che causò la morte di circa 310 persone, il ferimento di 1600, 80 mila sfollati, ha lasciato un segno profondo nella memoria degli aquilani. Segno di dolore, per le vittime e per i gravi danni al patrimonio storico e artistico, ma anche segno di riconoscenza nel ricordare il grande impegno dei militari, dei volontari Protezione civile ANA e di tutti coloro che soccorsero L’Aquila dopo quel tremendo 6 aprile 2009.

E alla cerimonia, insieme al Sindaco Pierluigi Biondi e al Comandante del 9° Alpini Paolo Sandri,  il Comandante delle Truppe Alpine Generale Berto la cui presenza ha impresso maggiore solennità all’evento.

Alpini e L’Aquila: un legame indissolubile per gli alpini di oggi e quelli di ieri, sopraggiunti sotto le insegne dell’ANA e del Gruppo storico “Battaglione Alpini L’Aquila”, con indosso uniformi storiche, pezzi unici che raccontano, dalla penna allo scarpone chiodato, la Storia del Corpo dalle origini alle più recenti missioni degli Anni Duemila. E fra una mimetica M29, con verde e marrone accesi, tipica della leva dei ’70 e una col collo chiuso della Grande Guerra, ecco fare la sua comparsa un’icona del Corpo: Valentino Di Franco (al centro nella foto di sfondo), novantenne reduce di Russia, l’ultimo di migliaia di ragazzi con la penna nera in testa partiti per il Fronte orientale. E molti dei quali mai tornati.

(Servizio trasmesso da Rai Storia nel 2011, con testimonianza dell'alpino Valentino Di Franco)

 

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