Effemeridi. Von Haartman combattente finlandese con i falangisti in Spagna e regista

Carl von Haartman
Carl von Haartman

EFFEMERIDI – 6 Luglio 1897. A Helsinki nasce Carl von Haartman, detto “Goggi”.

In queste “effemeridi” abbiamo già tracciato ritratti di personaggi affascinanti che hanno vissuto la loro vita in modo intenso oltre ogni limite – tanto per fare solo qualche esempio: lo scrittore francese Marc Augier (Sain-Loup), l’esploratore e archeologo svedese Eric von Rosen, lo scrittore norvegese Per Imerlsund e sicuramente il più famoso di tutti, l’inglese Lawrence “d’Arabia”. Oggi proponiamo un altro europeo che – non si fosse schierato sempre dalla parte “sbagliata” – sarebbe sicuramente ancora famoso invece di essere stato quasi completamente dimenticato. Fu attore, regista cinematografico, scrittore e combattente fuori dagli schemi nazionali(sti).

Era nato in una famiglia di tradizioni militari, il padre era un Generale zarista e la madre un’aristocratica (baronessa).

Fece i suoi studi in Svezia e a Turku quando la Finlandia era parte dell’Impero russo.

Dopo la Rivoluzione d’Ottobre la Finlandia dichiarò la sua indipendenza che fu subito riconosciuta dalla Russia bolscevica.

Tuttavia dal gennaio 1918, in seguito ad un fallito tentato colpo di Stato dei socialisti, il Paese fu sconvolto dalla guerra civile tra i Rossi bolscevichi e i Bianchi guidati da Carl Gustav Mannerheim che era stato un Generale dello Zar.

Si trattò di una vera guerra ideologica che vide scontrarsi non solo finlandesi. Nel conflitto entrarono i russi con aiuti militari ai bolscevichi e, dall’altra parte, volontari provenienti dalla Svezia, dai Paesi Baltici e dalla Germania.

I tedeschi comandati dal Generale tedesco conte Rüdiger von der Glotz (ma a sua volta agli ordini dei militari finnici) conquistarono Helsinki mentre il resto del Paese fu rapidamente liberato (o occupato, a seconda dei punti di vista) dai Bianchi i quali a metà maggio – in soli due mesi di combattimenti – riuscirono a fare decine di migliaia di prigionieri e a costringere i bolscevichi alla resa.

Carl von Haartman, a 20 anni, tra i Bianchi ebbe la sua prima esperienza militare partecipando a importanti battaglie nel Centro e nel Sud del Paese; al termine della guerra civile era diventato ufficiale in un reparto di Dragoni.

Nell’estate di quell’ultimo anno della Prima guerra mondiale, von Haartman partecipò assieme ad altri volontari finlandesi, in Germania, ad un corso di formazione di piloti d’aereo.

Rimase nell’esercito finlandese fino al 1924.

In quegli anni, successivi alla fine del conflitto mondiale, frequentò l’Accademia militare e trascorse anche un lungo periodo in Italia (tra 1921 e 1922) presso una Scuola di Cavalleria.

Dopo il congedo, a metà degli anni Venti si dedicò al cinema e nel 1927 si trasferì ad Hollywood dove fu attore in alcuni film, tra i quali “The Wedding March” (in Italia uscito con il titolo “Luna di miele”), nel 1928 diretto da Erich von Stroheim, e “Hell’s Angels” (“Gli angeli dell’inferno” in Italia) del 1930, diretto da Howard Hughes, dove recitò assieme all’attrice Jean Harlow, film nel quale von Haartman vestì i panni di un Comandante di Zeppelin.

Dal 1930 tornato in patria, fu tra i promotori della cinematografia finnica, come regista, sceneggiatore e produttore.

Ma l’impegno politico non lo abbandonò mai, dapprima militando nel Lapuan Liike, il movimento della destra radicale (parafascista) che fu sciolto d’autorità nel 1932 in seguito ad un fallito tentativo di colpo di forza noto come “rivolta di Mäntsälä” (il primo tentativo, nel 1930 era stato una sorta di “marcia su Helsinki” – sul modello della Marcia su Roma – che mobilitò inutilmente diecimila lappisti).

Von Haartman proseguì l’impegno politico anche dopo lo scioglimento del Movimento di Lapua (dal nome della città dove era stato fondato), quando il partito fu rifondato con il nome di Isänmaallinen kansanliike (IKL) ovvero Movimento Patriottico del Popolo, con connotati ancora più evidenti di “fascismo” alla finlandese.

Ce ne siamo già occupati più volte in queste effemeridi a proposito delle biografie di alcuni suoi esponenti come il pittore Akseli Gallen-Kallela (uno dei maggiori artisti simbolisti e romantici del Paese) e del leader del movimento Vihtori Kosola.

Nel 1936 l’IKL ottenne alle elezioni l’8,34% dei voti e 14 deputati.

Nello stesso anno, a luglio, in Spagna, in seguito alla rivolta militare, con l’Alzamiento contro il Governo del Fronte Popolare, si ripresentò nuovamente lo schema dello scontro ideologico con la partecipazione da ambo le parti anche nella Guerra civile spagnola, di militanti politici e militari da ogni parte del mondo: comunisti, socialisti, anarchici, …. tra le fila dei repubblicani; fascisti, nazionalsocialisti, nazionalsindacalisti, cattolici reazionari, …. tra le fila dei “nazionali”.

Tra i volontari finnici che accorsero a dar manforte ai golpisti spagnoli a settembre di quel 1936, giunse in Spagna anche Carl von Haartman che avrebbe potuto benissimo restarsene in patria a proseguire l’attività cinematografica e a godersi l’importante patrimonio ereditato dal padre l’anno precedente.

Ma quelli erano tempi nei quali chi si impegnava in politica, lo faceva incarnando la propria fede fino alle estreme conseguenze, non certo come oggi, tempo orribile nel quale la politica è spesso solo un affare economicamente interessante, nel quale “salire sul carro” dei vincitori di turno e ottenere un posto ben remunerato paiono essere gli unici motivi.

La guerra civile in Spagna – come di lì a poco l’aggressione sovietica alla Finlandia – vide un coinvolgimento emotivo mondiale e il conseguente accorrere in terra spagnola (come poi tra i finnici) di decine di migliaia di volontari oltre alla partecipazione diretta – con armamento e uomini – di alcuni Paesi.

Dopo pochi giorni dall’inizio (17 luglio 1936) arrivarono aiuti dall’Italia fascista e, sull’altro versante, aiuti dalla Francia del Fronte Popolare.

Tuttavia nessuno lo fece alla luce del sole e l’ultima ad entrare direttamente in campo con aiuti massicci fu l’Unione Sovietica visto che di malavoglia Stalin decise di intervenire solo due mesi dopo l’inizio.

Certo è che a fronte dell’affluire dei volontari dalla parte repubblicana che da subito furono inquadrati in Brigate Internazionali, dalla parte degli insorti la miopia politica del Generale Francisco Franco impedì il formarsi di reparti nazionali di volontari.

Franco tollerò obtorto collo gli oltre 50.000 italiani del Corpo Truppe Volontarie (CTV) e i 15.000 tedeschi della Legión Cóndor, interessato chiaramente agli armamenti ma per niente agli uomini; ne aveva già in abbondanza secondo lui e gli aspetti geopolitici e ideologici non gli interessavano affatto. Figurarsi… un nazionalista ottuso e gretto alla spagnola, avere a che fare con stranieri in casa…. Meglio neutralizzarli diluendoli il più possibile nelle varie formazioni visto che non era possibile cacciarli a pedate.

Il numero dei volontari stranieri da ambo le parti in lotta è incerto. Per la parte legittimista le cifre ondeggiano tra i 35.000 e i 75.000 provenienti da 53 nazioni; nel campo dei rivoltosi il conteggio risulta ancora più complicato a causa proprio del frastagliamento in una miriade di unità combattenti; si sa che giunsero da 61 Paesi, le componenti maggiori dal Marocco (11.000 furono i caduti marocchini) dal vicino Portogallo (la autodefinita Legião Viriato, ma sparpagliati, sempre per ordine di Franco, in tutte le formazioni nazionali in campo; si sa che i portoghesi caduti furono migliaia); gli unici che riuscirono a restare etnicamente uniti furono i 747 irlandesi (perlopiù membri dell’IRA) al comando del leader delle Blueshirts, Eoin O’Duffy, che avrebbero voluto combattere assieme ai requetés carlisti e invece furono stemperati da Franco come Bandera Irlandesa del Tercio de Extranjeros, la Legione straniera spagnola, e i nove romeni della Guardia di Ferro, nucleo di sola rappresentanza morale a fronte di decine di migliaia di membri del movimento dell’Arcangelo Michele che avevano chiesto di partire per la Spagna (ma che furono bloccati da Codreanu per non sguarnire le forze in Romania davanti ad appuntamenti cruciali come la repressione da parte della Monarchia e le elezioni che, ottenuto il 16% dei voti, consentirono di portare 66 guardisti in Parlamento).

Sistematicamente gli altri volontari provenienti da tutto il mondo, dal Mali al Canada, dalle Filippine alla Scandinavia, dagli ebrei ai musulmani, agli asiatici (tra i quali il figlio di Chiang Kai-Shek ), ai sudamericani, ai russi, furono smistati nei reparti dell’Esercito, del Tercio, dell’Aeronautica, nelle formazioni carliste e in quelle falangiste.

Tra questi ultimi, i più vicini all’ideologia “fascista”, combatté Carl von Haartman, nella Prima Centuria falangista di Catalogna.

A dicembre dello stesso 1936 restò ferito in combattimento.

Pienamente allineato alle posizioni dei suoi camerati falangisti, l’ufficiale finlandese von Haartman nel febbraio 1937 cadde in una provocazione franchista organizzata dalla Guardia Civil contro l’ultimo capo della Falange ancora in vita, l’operaio Manuel Hedilla; una storia che ebbe il suo compimento nell’aprile seguente quando Franco impose il suo Decreto de Unificación, la fusione delle forze tradizionaliste e nazionalsindacaliste (private della carica sociale e rivoluzionaria) nel suo movimento, cioè nella concentrazione dei poteri in un solo uomo, il Caudillo (Franco ovviamente!) con relativo culto della personalità.

I falangisti (ma anche i membri della Comunión Tradicionalista carlista di Manuel Fal Conde dal suo esilio in Portogallo) tentarono di opporsi alla innaturale fusione.

Un tentativo di occupare la sede nazionale della Falange si concluse con l’arresto dei falangisti ribelli, tra questi lo stesso Manuel Hedilla, Segretario nazionale della Falange che, accusato di aver cospirato contro Franco fu condannato a morte (pena commutata nel carcere a vita ma poté uscire dalla prigione solo nel 1947); anche Carl von Haartman fu imprigionato e rischiò di essere giustiziato; si salvò solo per l’intervento dell’ambasciatore tedesco.

Ripreso il suo posto tra i falangisti, sconfitti politicamente ma ancora combattenti, fu nuovamente ferito altre due volte, durante i combattimenti nelle Asturie nell’estate 1937 e ancora nel luglio 1938.

Chissà se il posto più naturale per i falangisti – non fossero corsi fiumi di sangue a dividerli nel frattempo – non sarebbe stato tra gli anarchici o i socialisti combattenti per la Repubblica?

Una considerazione sicuramente provocatoria ma non completamente assurda, viste le contraddizioni presenti in ambedue i campi, con i comunisti impegnati a uccidere anarchici e trotzkisti e per ciò che riguarda la barricata opposta, tanto per fare un esempio, lo scrittore reazionario francese Georges Bernanos che pubblica “I grandi cimiteri sotto la luna”, pamphlet di denuncia dei massacri compiuti dai franchisti, nonostante nello stesso tempo suo figlio Yves Bernanos fosse tra i francesi accorsi a combattere tra i falangisti della Legione di Majorca e la sorella di questi sposasse nel contempo il capo della Falange majorchina.

Rientrato in Finlandia nel 1939, dopo la fine della Guerra civile spagnola (1 aprile 1939) von Haartman non fece in tempo a deporre le armi, a novembre fu costretto a continuare la lotta in seguito all’aggressione sovietica alla Finlandia.

Fu comandante di un Battaglione della Fanteria finnica nella Guerra d’Inverno poi, nel 1941 partecipò alla Guerra di Continuazione sempre contro i sovietici, combattendo in Carelia.

Alla fine del 1942 fu nominato addetto militare finlandese in Spagna, con sede a Madrid e, in quella nuova destinazione che lo aveva riportato nel Paese dove aveva combattuto così a lungo, incontrò e sposò nel 1944 la contessa Maria-Eugenia Zichy-Pallavicini.

Nell’ultimo anno di guerra riprese le armi e combatté ancora come ufficiale in reparti finnici al fianco dei tedeschi fino alla fine della Seconda guerra mondiale nel maggio 1945.

Congedato con il grado di Colonnello dell’Esercito finlandese, nel dopoguerra si stabilì in Spagna con la moglie nei pressi di Malaga, sulla Costa del Sol dove morì a 83 anni nel 1980 dopo essersi dedicato alla scrittura.

Il suo corpo fu riportato in patria e sepolto nel cimitero di Halikko, tra Turku e Helsinki.

Un’ultima curiosità: nel 2000, quando Helsinki fu Capitale europea della Cultura, durante la cerimonia di apertura fu proiettato il film da lui diretto nel 1929, “Korkein voitto”.

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Amerino Griffini

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