Scenari. Marina incoronata “Cavaliera”? Il trionfo del corpo mistico col successore “generato”

matteo renzi marina berlusconiI più ortodossi faticano a nascondere l’eccitazione: «Vogliamo Marina. È lei la nostra “Renzi”. No, meglio: è lei la “Cavaliera”». Ai berlusconiani puro sangue (e agli immancabili neoconversi) l’idea di poter perpetuare Berlusconi oltre Berlusconi stesso sembra qualcosa di più di un sogno: la garanzia di avere un leader, una guida, un’ancora, per i prossimi vent’anni. O forse di più. Dall’azienda di famiglia, in effetti, questa volta non hanno smentito prontamente le dichiarazioni di Luigi Bisignani che ha svelato come Marina Berlusconi si starebbe preparando ad affrontare un futuro impegno diretto in politica con tanto di lezioni.

Le stesse interviste della figlia di Berlusconi – sempre più politiche e centrate sull’agenda del Paese – nonché il carattere della presidente di Mondadori – che sembra l’unica a possedere quel “quid” che il padre cerca disperatamente per la successione politica – confermerebbero che l’ipotesi della “Renzina” che “scende in campo” potrebbe non essere una boutade. E poi, è vero, lo scenario dei processi per come si è messo disegna un quadro fosco per il Cavaliere. E una Forza Italia 2.0 con a guida la figlia sarebbe qualcosa di più di una garanzia per l’ex premier sull’affidabilità di tenuta di un “partito personale” nella guerra totale contro la magistratura. Per questo motivo l’ipotesi di doversi dotare di una risorsa “di casa” per Berlusconi potrebbe diventare una necessità se, poi, dovesse arrivare l’interdizione dai pubblici uffici.

Fin qui le ragioni di chi tifa Marina. Dall’altra parte esistono già i primi mal di pancia. Pubblicamente lo fa Renato Brunetta che prova a stoppare l’ipotesi dinastica: «Non mi piace la dinastia né in monarchia né in democrazia». Segue chi nel Pdl cerca di rilanciare il percorso delle primarie: ma tutto questa non sembra, in questo momento, argomento spendibile se, al solo nominare Marina, pezzi grossi del partito come Carfagna, Verdini, Santanchè hanno già salutato come risolutrice l’investitura.

Sulla rete, poi, impazza già l’ironia (mista, forse, a paura). In uno dei blog più visitati gira, ad esempio, questa riflessione caustica: «In un Paese senza mobilità sociale, in cui i figli degli avvocati fanno gli avvocati, i figli dei medici fanno i medici, i figli dei poveri restano poveri, mi pare ovvio che la figlia di Berlusconi faccia la Berlusconi».

Insomma, Marina Berlusconi, un po’ come il padre, fa già discutere e divide. Ma il dato politico interessante è che, per i suoi, sembra essere l’unico nome nuovo da affiancare – in termini dialettici – a Matteo Renzi. E ciò dimostra di per sé due cose. Da un lato confermerebbe l’analisi di Ernesto Galli della Loggia che sul Corriere della Sera teorizzava come – soprattutto dopo la sentenza di Milano – «insieme al Pdl è tutta la destra a essere ostaggio del Cavaliere, anche se si tratta di un ostaggio preda da un ventennio della “sindrome di Stoccolma”». Dall’altro come nel Pdl non si sia innescato alcun meccanismo politico proprio in nome di una fideistica attesa di un evento del genere: un successore generato (non più nominato) da Berlusconi stesso. Il trionfo del corpo mistico.

@rapisardant

Antonio Rapisarda

Antonio Rapisarda su Barbadillo.it

Exit mobile version