Scintill&digitali. L’amore ai tempi di WhatsApp e gli uomini ridotti a “preda”

wtzDiciamocelo, ai tempi di WhatsApp la vita dei “giovani uomini” è nettamente peggiorata. Prima dello smartphone lo spazio per le domande esistenziali di coppia era la lettera della settimana o al massimo la telefonata serale (i più fortunati avevano il duplex).  Ora quello spazio si è orribilmente dilatato a tutto il giorno e tutta la notte, ovvero 24 ore su 24 di seduta psicoterapeutica a cuore aperto, e a subirne le drastiche conseguenze è immancabilmente il soggetto “debole” del binomio (ma anche tri-quadrinomio eccetera), ovvero il maschio. Sì, perché, inutile negarlo, il maschio nei giochetti dialettici e di tattica dei rapporti amorosi, soprattutto se scritti, è un diversamente abile, per fantasia, pazienza, tempo e, last but not least, voglia.

Proviamo per un attimo a raccontare una storia tipo.
C’era una volta un “giovane uomo”  che una sera incontrò in un locale notturno o altrove una “giovane donna” e trovandola piacevole ebbe l’infausta idea di lasciarle il numero di cellulare. Il giorno successivo il giovane uomo (per l’ultima volta) sta facendosi gli affari suoi in tutta serenità, quando, d’improvviso, lo smartphone vibra nella tasca dei suoi pantaloni. È lei! sorride compiaciuto e ignaro il malcapitato. La giovane donna parte piano, mica è scema, sa che agli uomini (giovani e non) piace fare finta di essere i predatori, ma quando sarà certa di avere all’amo il suo bel pesce d’altura perderà velocemente ogni freno inibitore perché lei “morde la vita”. E così oggi un messaggio al giorno, domani due, dopodomani tre, arriverà ben presto a monopolizzare il telefono del poveretto che si troverà una media di 50/60 messaggi quotidiani, un numero esorbitante anche per uno smartphone addicted. Messaggi mentre lavora, messaggi mentre gioca a pallone, messaggi mentre si lava, mangia, dorme. Dlin, buongiorno, bla bla bla, dlin, buon lavoro, dlin, dove sei?, dlin, cosa fai?, dlin, sai cosa stavo pensando? E lui risponde puntualmente a monosillabi sì/no, emoticon, sorrisino, musetto, occhiolino, o nel dubbio, col silenzio. La giovane donna allora comincia a porsi delle domande e a chiedere aiuto al gineceo di amiche. Perché qui mi risponde così? Perché qui non mi risponde? Perchè è online e non risponde? Perchè sono ore che non è online? (la privacy naturalmente è andata da tempo a farsi benedire); e a darsi risposte delle più assurde e fantasiose, sì perché le giovani donne sono tanto fantasiose e alla risposta più semplice proprio non possono credere.
Altra cosa che le distingue dai giovani uomini è il fatto, più che assodato, di saper gestire benissimo almeno 3 o 4 situazioni contemporaneamente: la telefonata col capo (cellulare aziendale), la spesa al supermercato, la lettura dell’agenda e, naturalmente, il 30esimo messaggio con il giovane uomo (smartphone personale). Il giovane uomo, invece, bersagliato da outing di ogni tipo e soprattutto dal domandone di lascia o raddoppia, gira la ruota, compra una vocale, chiedi l’aiuto del pubblico, entra in sbattimento e cade in un mutismo ostinato e catatonico. La giovane donna, peró, non coglie il disagio (è tanto sveglia e reattiva per il resto, ma tende a sottovalutare lo stato d’immobilità prefuga dell’avversario), è oramai un fiume in piena, ha rotto gli argini della creatività e sta riversando sul malcapitato l’intero Calderone della sua sconfinata interiorità e delle sue confidenze assolutamente non richieste. Ebbene sì, la neomaniaca ha irrimediabilmente aperto l’impermeabile virtuale. Alla 20esima canzone/citazione amorosa/foto di particolare anatomico Pixlromatic-modificato con effetto nebbia, vetrobagnato o altra diavoleria il giovane uomo è alla completa disperazione, si sente inadeguato e perseguitato e finalmente tira fuori “i gioielli della corona”: s’imbizzarrisce e lancia la prima frase con un minimo sindacale di verve nella speranza di mettere al suo posto la signorina invadente e troppo disinibita e invece non sa che lei non solo non si offende, ma addirittura esulta: “C’è vita su questo pianeta!!!”. Le donne vengono sicuramente da Marte, gli uomini da Plutone, forse.

(Sentiti ringraziamenti per gli spunti di tutto rispetto al gineceo: le mie sorellastre Tecla e Penelope e le cugine greche Bonbon e la Vassi).

Sempre vostra Jo March

@jomarch00_jo

Jo March

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