Il punto (di Angelo Mellone). La mobiliazione globale bluff di Greta non incide sui territori

Greta Thunberg icona effimera e mondialista

Di ciò che ho imparato dalla politica so che le battaglie devono essere lunghe, radicate, partecipate e tangibili. I social hanno creato l’illusione di miliardi di persone che si mobilitano tutti assieme per una causa ma questo è: una illusione. Il raccontarsi che si è fatto qualcosa di buono mettendo un click o, oggi, elogiando gli studenti che hanno ‘scoperto la politica’ nel modo più vago e indolore possibile o, peggio, facendo prove tecniche del velleitarismo di queste manifestazioni ‘globali’ sostenute e appoggiate dai media globali e dagli stessi poteri globali che tanto nulla possono tenere di iniziative come quella del fenomeno mediaticamente costruito e finanziato di Greta e delle Grete che spuntano con i loro cartelli.

Quando da ragazzi volantinavamo per l’Irlanda libera a Taranto stavamo solo dando soddisfazione al nostro narcisismo esistenziale, sai quanto gliene poteva fottere a Westminster… ecco, oggi mi è sembrato di vedere la stessa cosa, con un decimo di afflato ideale, perché manifestare contro il cambiamento climatico è quello che è, una battaglia globale e dunque inutile perché impossibile da condurre. Anziché fare queste menate, il venerdì si vada in giro a fare educazione ambientale e lotte di quartiere contro il degrado, e poi si sommino le migliaia di manifestazioni. Allora sì. Sennò ci resta la faccia di Greta ancora per un giorno e poi tutti a nanna fino al prossimo inutile global contest.

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Angelo Mellone

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