Il punto. L’ostilità di Mattarella e la debolezza europea della proposta sovranista

Di Maio e Salvini
Di Maio e Salvini

Alla fine la scelta discutibile (anche per i costituzionalisti) operata dal presidente Sergio Mattarella di non dare il via libera al governo M5S-Lega potrebbe rivelarsi un assist per l’intera area patriottica e sovranista. La vicenda controversa del governo Conte mostra come una visione economica keynesiana o il ritorno allo stato innovatore e interventista  mal si concilia con le posizioni di un establishment neoliberista e filoeuropeista che è sempre meno popolare.

Le prossime settimane consentiranno dunque di liberare il campo dagli equivoci e daranno la possibilità di ridiscutere del ruolo dello Stato sociale, al netto degli impegni obbligati da trattati internazionali (che non sono certo le tavole della legge).

Sulle proposte di sforamento della spesa Mattarella ha alzato un muro, difendendo la legittimità dell’attuale tecnocrazia europea. Ma se le linee di Bruxelles sono ormai minoritarie di Ungheria, Austria, fortemente criticate in Francia e Germania, evidentemente il risveglio dei popoli non si può più anestetizzare.

La debolezza dei populisti in Europa

Che il sistema europeo è pieno di crepe lo vedono ormai anche i ciechi. Sia la moneta che il pareggio di bilancio hanno generato forti ostilità nell’opinione pubblica italiana e europea. Cosa è mancato ai sovranisti per proporsi come alternativa di governo? A nostro avviso la proposta governista è stata presentata al Colle in maniera troppo disinvolta e senza i necessari preliminari diplomatici nelle cancellerie europee. Far partite un governo non è come proporre una votazione in un meet-up o montare un gazebo. Ci voleva un lavoro utile a referenziare una proposta di cambiamento che non può passare solo dai social e dalle piazze. Verrà una nuova occasione, le elezioni non sono lontane, e certi errori possono non essere ripetuti.

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