Focus Calcio&Spie. Caso Skripal, effetti su Russia 2018 e possibile boicottaggio dell’Inghilterra

Una cartolina della nazionale inglese verso i mondiali di Russia
Una cartolina della nazionale inglese verso i mondiali di Russia

Il caso dell’ex spia russa Sergei Skripal, e della figlia Yulia, avvelenati col gas nervino a Salisbury, in Inghilterra, ha innescato reazioni a livello politico che potrebbero avere una ripercussione a livello sportivo. I tesi rapporti Russia-Gran Bretagna sono peggiorati proprio a causa di questo caso, tanto che il governo britannico sta valutando il boicottaggio della nazionale inglese ai campionati mondiali di calcio che si svolgeranno in Russia la prossima estate; questa decisione scatenerebbe lo sciacallaggio, detto “speranza di ripescaggio”, da parte di alcune nazionali di calcio, Italia compresa, ai danni dell’Inghilterra.

Chi è Skripal

L’ex agente segreto russo Skripal, dagli anni Novanta fino ai primi Duemila, ha collaborato col governo britannico, fornendogli i nomi di dozzine di agenti russi in Europa, fino a quando fu condannato dalle autorità russe a tredici anni di carcere. Successivamente, nel 2010 torna ad abitare in Inghilterra e il suo nome sale alla ribalta in seguito al suo avvelenamento e a quello della figlia Yulia; entrambi sono tuttora ricoverati in gravi condizioni. La famiglia Skripal non è nuova a questo tipo di episodi dato che negli ultimi anni sono deceduti la moglie Lyudmila (cancro), il figlio Alexandr (insufficienza epatica); all’epoca di questi avvenimenti, la famiglia aveva espresso dubbi sulle cause dei decessi.

L’avvelenamento

In seguito all’avvelenamento di Sergei e Yulia Skripal, il primo ministro britannico Theresa May ha puntato il dito sul presidente Vladimir Putin, ritenendolo responsabile. In realtà ci sono supposizioni riguardanti l’avvelenamento, che additano sì la Russia come colpevole, ma a causa di fazioni opposte a quelle di Putin che vorrebbero screditarlo agli occhi del mondo.

Con la May anche Francia, Usa e Germania

Theresa May

Si sono schierate a favore dell’Inghilterra, Francia, Germania e USA, ma prove a carico della Russia (e di Putin in particolare) non ve ne sono. Per questo motivo, infatti, Italia, Spagna e Canada hanno manifestato sentimenti di amicizia nei confronti di Theresa May, ma hanno mantenuto una linea attendista. La May ha dichiarato l’intenzione di interrompere ogni rapporto politico con la Russia, cominciando con l’espellere 23 diplomatici russi dal Regno Unito.

Gli effetti nel mondo del calcio e il precedente della Jugoslavia nel 1992 agli Europei

Se veramente il governo britannico non facesse partecipare la propria selezione alla Coppa del Mondo, la Slovacchia sarebbe avvantaggiata, essendo seconda nel girone di qualificazione vinto dagli inglesi; depone infatti a suo favore il precedente degli Europei di calcio del 1992, quando la Jugoslavia dovette rinunciare a partecipare in seguito allo scoppio della guerra civile e fu chiamata a sostituirla la nazionale danese, proprio perché seconda. Ripescata dieci giorni prima dell’inizio della manifestazione, la nazionale danese vinse gli Europei in terra svedese.

Russia 2018

Il regolamento Fifa per la Coppa Mondo 2018 non ha un vero e proprio criterio per l’eventuale sostituzione di una nazionale: il Comitato organizzatore può decidere a discrezione. Tutte le altre nazionali finora non qualificate hanno pertanto la stessa speranza di “accaparrarsi”, senza grandi meriti sportivi guadagnati sui campi di gioco, una poltrona per partecipare al mondiale russo.

Se, come riportato da The Times, la Gran Bretagna avesse chiesto ai suoi alleati più stretti di boicottare i Mondiali, si aprirebbero scenari ancor più difficili da prevedere. In questo caso, le nazionali con la speranza di essere ripescate aumenterebbero e, di conseguenza, ci sarebbero più possibilità per l’Italia.

La Brexit infatti ha gelato i rapporti con l’area germanica della Ue. Ma nemmeno l’Italia si considera uno degli alleati “più stretti” della Gran Bretagna, anche per via di attriti “sportivi”, come quello della finale della Coppa dei Campioni 1985, all’Heysel di Bruxelles, tra Juventus e Liverpool, con una scia di 39 morti, 32 dei quali italiani. Ancora pochi giorni fa il centro di Milano è stato blindato per l’arrivo dei tifosi dell’Arsenal, squadra londinese.

I precedenti attriti diplomatici tra l’Italia e l’Inghilterra

La scia degli attriti puramente diplomatici con Londra è poi così lunga… Limitiamoci agli ultimi ottant’anni. Da dove cominciare a elencarli? Dal maggio 1940, in cui Churchill rifiutò la mediazione di pace italiana, che avrebbe chiuso una guerra europea, prima che diventasse mondiale? Dal trattato di pace del 1947, ai danni dell’Italia che perse le province nord-orientali, il Dodecaneso, le colonie soprattutto per volontà britannica? Dalla lenta rivincita italiana nel Mediterraneo, fin dalla crisi di Trieste? Dal 1956 della crisi di Suez, che vide l’Italia dalla parte degli Stati Uniti contro la Gran Bretagna? Dal 1969 del rovesciamento italiano del re libico, fedele a Londra? Dal 1978 del rapimento e assassinio del responsabile di quel rovesciamento, Aldo Moro?  Dal 1982 della guerra britannica all’Argentina per le Malvine, con Roma più vicina – nonostante la Nato – a Buenos Aires che a Londra? Dal 2015 del caso Regeni, giovane italiano “ingenuo”, manipolato dai servizi segreti britannici in Egitto?

Soft Power e sport

Lo sport (Mondiali, Europei, Olimpiadi, Coppe internazionali, ma anche campionati nazionali) è una delle continuazioni della politica con altri mezzi. Esattamente come le fiere mondiali, le Expo e tutto il resto. Esattamente come il cinema e le tv. Si chiamano Soft Power e Smart Power. E a nessuno piace perderli.

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Giulio Broli

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