PatriotiAlVoto. Di Mauro (Candido): “Senza idee la politica è burocrazia condominiale”

di mauro okContinua il ciclo di interviste in vista del voto del 4 marzo. Dopo Pasquale Viespoli, tocca ad Alessio Di Mauro, direttore de Il Candido e firma di peso della satira italiana. Che ci porta a spasso tra le mancanze e le ridicolaggini della politica di questi nostri sciagurati tempi. 

Pronti, via. Che campagna elettorale ci aspetta?

Voi dite che ci “aspetta”? Onestamente a me sembra che questa benedetta campagna elettorale più che “aspettarci” ci “insegua” e pure da un bel pezzo. Adesso è semplicemente diventata più asfissiante perché siamo entrati nel rush finale. Il nostro è l’unico Paese in cui la politica pur non avendo più nulla – o quasi – da comunicare, vive in campagna elettorale permanente. Parafrasando una vecchia massima, non hanno niente da dire ma lo dicono in continuazione. E pure male.

Quali temi ci sono sul ring politico? E di cosa, invece, sarebbe meglio che i politici parlassero? 

Sfido chiunque a dire di aver sentito parlare di temi che non siano le solite mirabolanti sparate elettorali in cui non credono per primi quelli che le fanno. C’è chi ci abbasserà le solite tasse; chi ci farà uscire dall’euro – qualcuno completamente, qualcun’altro solo un po’, magari giusto quel tanto per continuare a fare capolino alla Merkel – chi invece ci taglierà la retta dell’asilo. Ah, quest’anno poi si porta tanto il reddito di cittadinanza e allora tutti a promettere danari a pioggia ai disoccupati.

Presi da deliri di competizione i nostri aspiranti deputati e senatori hanno iniziato a sparare cifre talmente alte che con gli stipendi da fame che ci ritroviamo in Italia converrebbe licenziarsi all’istante in massa ed aspettare il sussidio mensile. Non fatelo, mi raccomando, ché qui non ci sono soldi nemmeno per mettere la benzina nelle macchine della polizia. È che i grillini ormai fanno più tendenza del quadrilatero della moda e in confronto i pacchi di pasta di democristiana memoria erano trovate eleganti, sicuramente molto più ancorate alla realtà. Insomma per ora ci si diverte molto, ma di proposte serie se ne sentono poche. Anche da destra. Nessuno che metta all’ordine del giorno uno straccio d’idea realistica sulle sfide serie del nostro tempo. Una strategia per arginare i processi perversi della globalizzazione – quantomeno nelle ricadute che quei processi hanno qui da noi – che rischiano di farci ripiombare nella schiavitù di un lavoro senza diritti e senza regole (con buona pace di due secoli di battaglie per le sacrosante conquiste sociali). Una proposta – possibilmente che vada al di là del “tornatevene a casa vostra” – per arginare le mostruose migrazioni dal sud del mondo che rischiano di determinare una vera e propria sostituzione etnica dei paesi europei. Una visione che tuteli l’uomo e i suoi valori antropologici dagli attacchi isterici della cosiddetta cultura gender. Sono solo degli esempi ma la lista degli “assenti” è lunga..

La comunicazione politica rompe ogni schema. Sfonda il ridicolo? Se lo fa perché?

Inevitabile sconfinare nel ridicolo. Perché succede che alla lunga la gente lo capisce che non hai più alcuna identità e che l’unica tua visione resta l’orizzonte degli affaracci (spesso loschi) tuoi. A quel punto non resta che gettare eroicamente le terga oltre l’ostacolo, sperando che planino ugualmente sopra il tanto agognato scranno parlamentare. Proprio come è successo a quelle della Boschi, le quali – sulla spinta del lancio disperato del di lei padrino Matteo Renzi – dalla Toscana sono arrivate fino a Bolzano.

La prima pagina del numero di Candido di febbraio

Che spazio c’è per la satira al tempo dei politici che scimmiottano il bagaglino?

Uno spazio enorme perché a guardare bene politici e satiristi fanno ridere per motivazioni diametralmente opposte. Chi fa satira lo fa sempre con una finalità moralisteggiante. Mira, magari in modo ingenuo, quasi con gli occhi di un bambino, alla correzione dei costumi. Insomma la satira è una cosa seria, mentre questi signori – che seri dovrebbero esserlo davvero – fanno ridere proprio perché sono dei buffoni. Meglio le caricature dei politici che i politici che sembrano caricature. Quantomeno non fanno danni a spese dei contribuenti.

Cosa faranno gli elettori? Quali motivi ispireranno e quali dovrebbero ispirare gli elettori nell’urna o a tenersene lontani?

Molti hanno capito che una politica svuotata dalle ideologie si riduce all’amministrazione del condominio da parte di burocrati anonimi e intercambiabili. Se poi ci mettete che le leve di comando di quel condominio sono gestite, da tempo, in remoto da Bruxelles – e che ormai è piuttosto risaputo pure questo -, deputati e senatori finiscono davvero per rappresentare solo se stessi e le proprie ambizioni di carriera. Tutti sanno che qualsiasi cosa esca fuori dalle urne è già pronto l’inciucione sotto banco. Con queste premesse non facciamo finta di stupirci se anche stavolta il primo partito sarà l’astensionismo. Detto questo speriamo di sbagliarci: nel ginepraio di liste e partitini qualche voce fuori dal coro che sta provando a sensibilizzare gli elettori su tutti questi temi esiste. E se venisse premiata sarebbe sicuramente un ottimo segnale e una speranza per ripartire.

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Giovanni Vasso

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