Segnalibro. “Populismo” di De Benoist, il popolo scende in campo e boccia i partiti tradizionali

De Benoist9371 copiaLe categorie di Destra e di Sinistra sono ormai da tempo usurate e non rappresentano più il senso politico e sociale che a partire dall’Ottocento esprimevano. Molti osservatori e politologi l’hanno rimarcato in vari studi ma forse mai come in questi ultimi anni è stata evidente la sempre maggiore emersione di aree di opposizione definite populiste. Si tratta di realtà politiche e sociali talvolta dissimili fra loro ma forse più nella definizione che i media e gli osservatori forniscono che non nella realtà. Per alcuni è un termine che indica la demagogia, per altri la dinamica dei rapporti fra capo o dirigenti dei movimenti e popolo.

In un momento in cui Destra e Sinistra sono termini quasi svuotati di significato, il pensatore francese Alain de Benoist, fra coloro che da anni hanno individuato questa tendenza, fa il punto su questa realtà dalla quale affiora il populismo, analizzando il fenomeno dal punto di vista politologico e delle aspirazioni dei popoli nell’ambito del dibattito contemporaneo delle idee. Le elezioni recenti, in vari paesi dell’Occidente, hanno ben mostrato come si amplia sempre più la distanza fra popolo e partiti politici tradizionali e si afferma una domanda di soluzioni sociali e politiche che proviene dal basso. In un certo senso è la domanda di partecipazione che maggiormente emerge con liste civiche, movimenti spontanei e movimenti organizzati. Insomma, soggetti che rivendicano prassi legate alla democrazia partecipativa e non a quella delegata. Del resto, ormai da almeno un decennio la deriva della rappresentanza reclama implicitamente soggetti che possano interpretare e intercettare la domanda di impegno e di politica attiva, nelle piazze, nel nome del popolo e non delle segreterie di partito.

E’ un fenomeno diffuso che travolge i partiti tradizionali e si afferma sotto le sigle di Podemos, Ciudadanos, Tsipras, Front National, Lega Nord, Movimento 5Stelle, AfD, Fpoe, delle destre in Danimarca, Ungheria, Polonia, della sensazionale ascesa di Trump negli Usa ecc. La distanza fra la gente comune e il ceto politico è sempre maggiore tanto che, in parallelo, l’astensione di massa dal voto sta diventando la caratteristica principale di ogni tornata elettorale. Del resto, sempre maggiori porzioni di popolo si sentono escluse, tartassate, dimenticate. Una serie di sintomi per spiegare i quali Alain de Benoist ripercorre con un’acuta e profonda analisi il “momento populista”, la nascita, lo sviluppo, l’affermazione.

Populismo, l’ultimo saggio di Alain de Benoist per Arianna

Per il pensatore francese il perimetro dell’agone politico non è più Destra-Sinistra, opposizione orizzontale, ma un’”azione verticale” che si sostanzia in popolo contro le élite, gente comune contro privilegiati, alta borghesia che costituisce la classe dirigente contro le classi medie che perdono rilievo, impoverendosi.

Il valore di questo libro non è soltanto nell’analisi profonda ma anche nell’esame effettuato di realtà in Italia poco conosciute come a esempio le idee di un intellettuale come Jean-Claude Michéa, di Ernesto Laclau e del populismo di sinistra, la critica alle idee di Antonio Negri e Michael Hardt, le connessioni con la morale borghese, con il liberalismo. Un libro che illustra, in filigrana, il volto dell’Europa, la sua subalternità al modello decadente Usa, in un momento di transizione, di malessere e di rivolta della gente comune nel quale, per dirla con Eduardo Zarelli, fine intellettuale, editore e prefatore del volume, “la storia resta aperta”.

Alain de Benoist, Populismo, Arianna ed., pagg. 397, euro 14,50; (Traduzione dal francese di Giuseppe Giaccio)

Manlio Triggiani

Manlio Triggiani su Barbadillo.it

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