Mondiali. L’Italia pesca la Svezia: non c’è Ibra, ecco chi temere

Azzurri

L’Italia pesca la Svezia per le qualificazioni a Russia 2018. Giampiero Ventura, a caldo, ha le idee chiare: “Affronteremo una squadra forte che merita il massimo rispetto”. L’urna di Zurigo destina agli Azzurri un avversario in un momento di grande crescita, secondo tra le non teste di serie, venticinquesimo nel ranking FIFA anche se manca ai Mondiali dal 2006.

9 novembre in Svezia e 14 novembre a San Siro. Il sorteggio (“non agevole”, secondo Oriali) poteva andare meglio ma Ventura rassicura che “nessuno ha mai preso in considerazione l’idea di non andare ai Mondiali”. Servirà coesione – e ancora di più recuperare gli indisponibili – per avere la meglio sulla Svezia. I crociati gialloblù sembrano aver da tempo smaltito l’addio primaverile di Ibrahimovic e hanno chiuso il girone A con ventisei gol fatti e solo nove subiti (con tanto di vittoria sulla Francia ed eliminazione dell’Olanda di Robben). La Svezia si aggrappa allo scolastico ma efficace 4-4-2 british del grigio ct Andersson e ruota attorno alla sregolatezza di Forster, laterale tesoro del Lipsia, che l’anno scorso ha fatto innamorare un po’ tutti arrivando seconda in Bundes. Lì davanti c’è Berg, riverito dai sauditi ma navigato volpone, e si giocano la maglia Guidetti, stella del Celta a lungo corteggiato in Italia e il versatile Toivonen del Tolosa. La linea del centrocampo è debole e le retrovie sono affidate al duo Lindelof – astro roccioso in forza allo United da quest’anno – e al rigorista Granqvist, vecchia conoscenza del nostro calcio, per anni al Genoa. Nel giro della Nazionale anche altri ‘italiani’, come Ekdal, incursore juventino e cagliaritano, Hiljemark, ala atipica che ha trascinato per un anno le speranze del Palermo, Krafth ed Helander (entrambi centrali del Bologna) e l’icona Armenteros della ciurma beneventana.

Marcus Berg

L’Italia, prima di tutto, dovrà cambiare mentalità, giocare sugli esterni, affidandosi ad Insigne e ad un ritrovato Candreva, senza perdere solidità in mezzo al campo: forse il binomio Parolo-Gagliardini non è in grado di garantire la supremazia necessaria per vincerla. Immobile e – si spera – Belotti saranno stretti nella morsa dei quattro difensori: lì davanti sarà, almeno all’inizio, soprattutto una questione fisica. Magari concedere un’altra chance a Simone Zaza.

Gli Azzurri hanno incontrato la Svezia molte volte, dal biscottone del 2004 con i Danesi fino all’ultimo Europeo. Quella fu la gara più opaca degli uomini di Conte, che la spuntarono ugualmente agli sgoccioli con un guizzo da giocoliere di Eder. Ecco, servirà anche quello.

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