L’intervista. Tedeschi (Il Borghese): “La politica impreparata non vede le crisi sociali”

claudio tedeschi La politica è sempre la stessa, da vent’anni a questa parte. Ormai le sue liturgie si sono stratificate e cristallizzate. I partiti, che son partiti (appunto!) per la Sicilia alle grandi manovre elettorali, galleggiano alla ricerca di denaro e potere. Ma non riescono a vedere più in là del loro naso. Claudio Tedeschi, direttore del glorioso “Il Borghese” non ha nessun dubbio: “La crisi sociale  si sta abbattendo sull’Italia, ma questi politici sono completamente impreparati ad affrontarla”.

Finito l’alibi dell’estate, la politica deve ripartire in vista – se non altro – delle elezioni del prossimo anno. Che autunno sarà?

Sarà una stagione sicuramente di assestamento delle varie alleanze, specialmente alla luce di quelli che saranno i risultati delle regionali siciliane. La sinistra è allo sbando più completo, il centro non esiste più perché formato da ex di ambo gli schieramenti. Rimangono i tre poli che si contenderanno il potere: centro destra, centro sinistra e 5 stelle. Il risultato delle politiche, alla luce delle attuali posizioni, sarà di stallo, vista anche la legge elettorale. Per cui, Mattarella, grazie al Gentiloni bis, sarà costretto a sciogliere le Camere a stretto giro di voto, preparando la strada a Mario Draghi.

 

Quali sono i personaggi di cui sentiremo parlare, quali saranno i protagonisti, e quali gli intrallazzi che si profilano all’orizzonte gli italiani?

I personaggi non esistono più, ormai il gossip politico si è esaurito. I protagonisti sono sempre gli stessi, proprio perché in oltre vent’anni, nessuna parte politica ha mai voluto il ricambio generazionale. Gli intrallazzi, anche quelli, sono sempre gli stessi: potere e denaro. La grande incognita sarà la crisi sociale che sta per colpire il Paese e, di fronte alla quale, la classe politica è assolutamente impreparata.

 

Dal politicamente corretto alle tasse: chi è il vero nemico dell’Italia di oggi, quello contro cui la destra dovrebbe concentrare i suoi sforzi?

Non esiste un solo «nemico politico» dell’Italia. I «nemici» sono tanti, ispirati dalle politiche straniere, che vedono nell’Italia un freno alla definitiva chiusura del nostro Paese. La destra, intesa nel senso classico del termine, non esiste più dai tempi di Fiuggi. Oggi le varie «frangette» di questo mondo sopravvivono sfruttando un passato ormai consegnato alla Storia, ma che ci si ostina a tenere in piedi per garantirsi la poltrona. In fondo, alla destra post missina, sono bastati pochi anni di «potere» per assaggiarne il gusto e vendersi l’anima.

 

Ieri c’erano Mario Praz, Giovannino Guareschi, Leo Longanesi, che bastonavano, proprio dalle pagine de «Il Borghese», una società piccola e meschina. Quella società c’è ancora oggi? E dove sono finiti i Flaiano di ieri?

Quella società non è mai scomparsa. Nel corso degli anni si è adattata alla nuova «Italia», ha assimilato i costumi della globalizzazione, ha bruciato, sull’altare del conformismo politico e culturale, un capitale di idee e progetti. E con esso uomini e donne che avrebbero potuto fare la differenza. Oggi la rete, i talk show, i social, dettano legge e governano le vite della maggioranza delle persone. Il politicamente corretto sta portando l’Italia alla decadenza più completa, preparando il terreno alla scomparsa degli italiani, sostituiti da una popolazione «meticcia» senza memoria storica e quindi senza futuro.

Oggi gli scrittori di cui parlava prima, non possono più esistere perché è morta la satira e la critica di costume, privata del mordente e della irriverenza che permetteva di sfottere il potere. E di questo il potere aveva paura.

 

Che progetti ha Il Borghese per il prossimo periodo?

Il Borghese punta a raccogliere intorno a sé più persone libere che può, che sappiano pensare con la loro testa e non con quella di chi detiene il potere. Siamo anticonformisti, quando ormai il conformismo è trasversale allo schieramento politico. Continueremo ad attaccare quella economia finanziaria, padrona dei politici, e nel nome della quale il popolo italiano è stato ridotto alla miseria. Oggi le tasse sono usate per salvare le banche ed accogliere extracomunitari di ogni razza. Agli Italiani, ai loro problemi, non pensa più nessuno. Servono soltanto al momento del voto, poi «tutti a casa».

Noi no. Perché «non si può morire in nome del libero mercato».

@barbadilloit

 

Giovanni Vasso

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