Estat&racconti. Dall’Urbe alla campagna romana, in treno dentro la storia

 

E’ possibile visitare Roma e la Campagna romana in un’ora? A bordo di un treno è possibile: basta recarsi alla stazione ferroviaria di Roma Ostiense e prendere un convoglio regionale diretto a Viterbo. Per gli orari non c’è problema: ogni ora c’è sempre un treno per o da Viterbo, fino alla mezzanotte. Non c’è modo migliore e veloce per conoscere Roma e i suoi dintorni. Per i viaggiatori più curiosi, è consigliato visitare i paesi e le riserve naturali che costellano il paesaggio ferroviario. Non basterà un giorno per vedere tutto!

 

Un treno per la Campagna romana!

 

Una locomotiva a vapore trainò il Paese nella modernità. Non solo le aree montane, ma anche la pianura beneficiò del treno e finalmente si ruppe l’isolamento che per secoli aveva gravato su interi territori. La Tuscia romana, come le regioni appenniniche, aveva bisogno delle strade ferrate per crescere. Furono principalmente il casato degli Odescalchi e il giurista Tommaso Tittoni a proporre al governo italiano la costruzione di una linea ferroviaria che attraversasse il territorio di Bracciano e quello di Viterbo. Finalmente il 28 aprile 1889 con un Regio Decreto si autorizzò la costruzione della Roma Ostiense – Viterbo, che fu inaugurata il 29 aprile del 1894. Nei decenni successivi raggiunse l’attuale conformazione e gli 87 km di lunghezza.

 

Roma Ostiense, Eataly e il Fuhrer

 

Si parte per Viterbo dalla stazione monumentale di Roma Ostiense. Benito Mussolini la scelse per accogliere Adolf Hitler nel 1938, durante la sua visita diplomatica a Roma. Tuttora la stazione fa la sua bella mostra, con i bianchi marmi e le fattezze geometriche, tipiche dell’arte razionalista del periodo fascista. Su Roma Ostiense domina l’insegna di Eataly, la catena di punti vendita fondata diversi anni fa da Oscar Farinetti. Ostinatamente l’imprenditore piemontese tenta di difendere il buon gusto culinario italiano dalla pessima cucina che la globalizzazione ogni giorno ci propina.

 

(foto di Mattia Biasella)

Trastevere, scanzonato e spavaldo

 

La prima sosta del treno regionale è la stazione ferroviaria di Roma Trastevere. E’ difficile che qualcuno ignori la spregiudicatezza del rione e molti ne apprezzano le tradizioni culinarie e la movida notturna. Si ritiene che li abitino i romani doc, menefreghisti, attaccabrighe e spavaldi. Il trasteverino se ne frega di tutto e di tutti e con un Sti cazzi getta alle ortiche i problemi e le ansie proprie e altrui. I perbenisti storcono il naso di fronte a questi comportamenti, ma senza questi gesti così scanzonati avremmo ancora il cinema di Alberto Sordi o i sonetti del Belli? Ben venga (nei limiti) una bevuta nelle ruspanti trattorie trasteverine, una passeggiata ridente in piazza Santa Maria in Trastevere e un giro rilassante su Via della Lungara, dove sorgono i palazzi della cultura e della scienza romane.

 

Giano, Garibaldi e San Pietro

 

Da Trastevere ci spostiamo alla stazione ferroviaria di Quattro Venti, sul Gianicolo. La fermata prende il nome dalla villa nobiliare che fu distrutta durante le furiose battaglie in difesa della Repubblica Romana. Tra il 2 e il 3 giugno 1849 le truppe francese, che erano giunte a Roma per soccorrere il papa, assaltarono e trucidarono le truppe repubblicane asserragliate nell’edificio, bombardando senza tregua il palazzo. Giano bifronte, l’antico dio dei limiti e delle porte, ha assistito per secoli a questi e ad altri episodi cruenti della storia romana. Continua tuttora a sorvegliare la città dall’alto colle. Sempre sul Gianicolo è un dovere recarsi ad ammirare la statua equestre di Garibaldi, un monumento dedicato al Risorgimento e ai patrioti. Da lì si domina l’intera città, offrendo uno spettacolo meraviglioso e romantico. Dal colle di Giano, dove la paganità si mescola con la cristianità, andiamo alla stazione di Roma San Pietro: una diramazione si addentra nella Città del Vaticano. Il 4 ottobre 1962 papa Giovanni XXIII partì da qui diretto a Loreto, nelle Marche. Fu il primo papa a viaggiare su un treno: i suoi successori lo utilizzarono per recarsi a Castel Gandolfo, la residenza estiva papale.

 

(foto di Mattia Biasella)

Dopo le fermate di Valle Aurelia, di Appiano e del quartiere chic della Balduina, il treno regionale si inoltra nella Campagna romana. I prati e i boschi prendono il posto del cemento e del ferro e il caos urbano si placa. La metropoli è lontana e la natura regna incontrastata.

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Alfredo Incollingo

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