La provocazione. Perché la scuola continua a rubare ai giovani gli anni migliori

maxresdefaultAnche quest’anno è arrivata la maturità, il rito collettivo che celebra l’inizio dell’estate in questa penisola italica afflitta dall’obbligo scolastico ma non certo dall’obbligo di istruzione. E dunque si dia sfogo alla fantasia ministeriale delle tracce radical chic da far sviluppare ai sudaticci post adolescenti, ai quali è stato spiegato che quello è un rito di passaggio, il loro ingresso nel mondo degli adulti.

Dunque largo alle tracce, o traccie, secondo un neologismo coniato in questo periodo di ministro dell’istruzione che però non ha istruzione, per vedere se i ragazzi hanno imparato a scrivere in italiano. E poi la seconda prova, la terza e perché no? Un orale. Non ci si fa mancare nulla per affliggere i poveri studenti in tempesta ormonale e le loro schiene piegate su un banco sin da quando hanno sei anni.

Diceva Prezzolini che la scuola ruba gli anni migliori dei bambini ed è sempre più vero. La scuola traumatizza i giovani, li riempie di idee strampalate e li butta fuori rimasticati e ammutoliti, ingranaggi perfetti del pensiero unico. E chi andava male a scuola fatica anni per rifarsi un nome. Eppure fra gli eroi dei tempi moderni non si potrà prescindere in futuro dall’elencare coloro che in classe facevano solo casino, non ascoltavano, si ribellavano. Additati come reietti, erano l’unico simbolo di libertà in quelle classi grigie e senza cuore in cui abbiamo buttato anni e salute ossea per uscire con un diploma velleitario dal dubbio valore legale.
Sarebbe ora di chiudere davvero tutte le scuole, altro che riforme, concorsi ed esami di maturità. Tutti per strada a giocare a pallone, il super tele ve lo regaliamo noi, ma per pietà finitela di affliggere la gioventù! Chi vorrà studiare lo farà per i fatti suoi, d’altronde anche andando a scuola non si impara un tubo ugualmente e ciò che si impara lo si dimentica per la nausea che si prova nel ricordare le modalità con cui si è imparato. La scuola italiana, ma la scuola in generale, ha definitivamente rotto le palle. Hanno fatto diventare quelli che dovevano essere luoghi di cultura dei luoghi di afflizione e violenze psicologiche, perpetrate da professori frustrati su ragazzini inermi. Almeno una volta la scuola poteva essere un ascensore sociale, ora con la promozione garantita non è altro che una truffaldina perdita di tempo, un centro di accoglienza provvisorio per figli abbandonati 8 ore al giorno.

Cara scuola, ci fai schifo! Tutti gli istituti vanno chiusi, sprangati, bruciati, con dentro le tracce delle maturità degli ultimi 50 anni. Magari con dentro anche chi le ha scritte. Cancelliamo ogni prova di questa vergogna e rimandiamo i figli a giocare per le strade e per i prati. Cresceranno molto più civili e felici.

Francesco Filipazzi

Francesco Filipazzi su Barbadillo.it

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