Caso Palermo. La Vardera non voleva fare il sindaco ma un film. Beffati la Meloni e Salvini. La replica dell’ex Iene

Ismaele-La-VarderaDietro la candidatura un film alla Truman Show o un reality stile Grande Fratello. Emergono particolari inquietanti sulla discesa in campo dell’ex iena di Italia 1 Ismaele La Vardera nella corsa a sindaco di Palermo, sostenuto da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Una campagna elettorale fatta di telecamere nascoste, riprese rubate – riguardanti a quanto sembra anche gli altri candidati sindaco – e un lavoro di post produzione che all’indomani del voto non certo lusinghiero (2,63%), è stato bloccato immediatamente. Una finzione, insomma. Tant’è che negli ultimi giorni di campagna elettorale sono apparsi a Palermo dei manifesti in stile cinematografico con la foto di La Vardera e la scritta “Il sindaco. Dal 12 giugno”.

La rissa con l’attore

Sarebbe questo il motivo della rissa esplosa con Francesco Benigno, l’interprete del cult di Marco Risi Mary per sempre, e candidato al consiglio comunale del capoluogo siciliano, martedì sera all’interno del comitato elettorale. Sul luogo sono intervenuti i carabinieri ed entrambi, compresa la moglie dell’attore, sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere. Da lì è esploso il caso. “Ma come, l’ho sostenuto e mi sono preso la cacca in faccia per lui  e lui si è candidato solo per realizzare un film?”, ha dichiarato l’attore palermitano. I due sarebbero arrivati alle mani dopo che La Vardera gli avrebbe chiesto di firmare la liberatoria per il film.

La rabbia della Meloni

Da quanto risulta, anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sarebbe andata su tutte le furie quando il candidato sindaco palermitano, a Roma, le avrebbe presentato lo stesso foglio e rivelato i contorni del progetto cinematografico.  Episodio confermato da Giampiero Cannella, leader siciliano della formazione tricolore: “Proprio lunedì, mentre ancora si attendevano i risultati, La Vardera ha chiesto a Giorgia di firmare una liberatoria per materiale audio e video – racconta il coordinatore di Fratelli d’Italia nell’Isola a LiveSicilia – e naturalmente la Meloni lo ha mandato a quel paese in malo modo. Se davvero tutta la campagna elettorale dovesse dimostrarsi una finzione, non solo sarebbe un atto spregevole ma la vicenda non potrebbe che avere anche risvolti penali”.

La nota di FdI

“Non può che amareggiare – si legge nel comunicato – apprendere che il candidato sindaco di Palermo, Ismaele La Vardera, abbia premeditatamente utilizzato questo suo ruolo per registrare, anche in maniera fraudolenta, immagini e conversazioni da diffondere a scopo di lucro. Anziché un documentario-denuncia, questo prodotto rischia di essere la conferma di una spregiudicata e cinica interpretazione al ribasso del ruolo di “giornalista d’assalto” disponibile anche ad approfittare della buona fede degli elettori palermitani, prima che dei partiti, e a mettere in campo ogni artificio e raggiro pur di raggiungere lo scopo”.

I leghisti su tutte le furie

Il giovane salviniano Francesco Vozza, intanto, lancia l’hashtag via Facebook, #LaVarderaTraditore, mentre il segretario nazionale di Ncs, Angelo Attaguile, ha chiesto la convocazione immediata dei vertici regionali del movimento per discutere la faccenda. Il diretto interessato, al momento, preferisce mantenere la linea del “no comment”. Mentre la sorella, contattata da Repubblica, alza gli scudi: “Ismaele vuole solo aprire gli occhi del mondo sullo schifo dei retroscena politici siciliani. Chi non lo capisce è complice. Io sono la sorella, l’ho cresciuto io. Chiedetevi perché non vogliono rilasciargli le liberatorie. Lo volete capire che Ismaele vuole svergognarli?”.

La difesa dell’ex Iene La Vardera

Scrive Ismaele La Vardera su Facebook: “Voglio rassicurare i miei elettori (e anche chi non mi ha votato): la mia candidatura non è stata un bluff. Avrei fatto volentieri il sindaco, ma Orlando Ferrandelli e Forello mi hanno largamente battuto. Durante questi mesi ho documentato la mia campagna elettorale e tutto quel che mi è successo. Che male c’è a rendere trasparente la politica? Per farlo meglio mi sono fatto aiutare da persone con le quali ho collaborato e che mi hanno sostenuto in questi mesi: Davide Parenti (autore delle iene e Claudio Canepari). Subito dopo le elezioni, a risultato ottenuto, ho incontrato tutte le persone coinvolte e ho chiesto loro se fossero disponibili ad entrare nel nostro racconto. Praticamente tutte mi hanno rilasciato il loro consenso tranne uno che stava nella mia lista che non l’ha presa affatto bene e m’ha mandato all’ospedale. Molti prima di me hanno documentato la loro elezione (Macron ad esempio, ma nessuno ha pensato che fosse un bluff la sua candidatura). Sto facendo male a voler raccontare la meravigliosa esperienza che ho fatto negli ultimi mesi?”.

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Fernando M. Adonia

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