Il caso. Cardini: “San Francesco può essere tutto: socialista o fascista, non icona M5S”

Il manifesto M5S per la marcia pro reddito di cittadinanza ad Assisi
Il manifesto M5S per la marcia pro reddito di cittadinanza ad Assisi

Francesco, «il più santo tra gli italiani, il più italiano tra i santi». Non si sa con certezza se a pronunciare questa frase sia stato Pio XII, il suo predecessore Pio XI, Vincenzo Gioberti oppure Benito Mussolini. Per Franco Cardini, storico e medievalista, si tratta di «un efficace slogan giornalistico, che spiega molto bene il rapporto tra il Santo di Assisi e una certa visione di identità nazionale». Un collegamento che, invece, non c’è con il grillismo e il Movimento Cinque Stelle.

Otto giorni fa, Beppe Grillo ha marciato da Perugia ad Assisi per il Reddito di Cittadinanza, in nome di  povertà e francescanesimo. Passate le polemiche sugli yacht del comico genovese e sulle dichiarazioni dell’ex gieffino capo della Comunicazione M5S Rocco Casalino (“i poveri hanno un odore diverso dai ricchi”), Cardini offre una lettura storica del personaggio di San Francesco di Assisi, e spiega perchè realmente non ha nulla a che fare con il MoVimento Cinque Stelle. Osserva lo storico: «Non vedo nessuna somiglianza, a parte la barba di Grillo». E non si parla del reddito del leader pentastellato: «Il discorso grillino è pieno di livore e di rabbia, lo dico senza fare una critica politica, ma non può essere associato alla figura di San Francesco. Perchè il MoVimento ha uno spirito rivendicativo e polemico, e vuole sostituirsi politicamente all’attuale classe dirigente, considerata inadeguata e corrotta, non c’entrano con la Pace di San Francesco».

Franco Cardini

Quella del “poverello di Assisi”, quindi, non è una visione politica: «Francesco e il francescanesimo non hanno mai voluto sostituirsi a nessuno a livello politico. La povertà, nella visione francescana non consiste semplicemente nella rinuncia alle ricchezze, e non c’è critica verso i ricchi, la povertà di Francesco si basa sulla rinuncia al potere, alla potenza, sulla rinuncia all’imposizione della propria volontà su quella altrui, sul rifiuto del potere, intendendolo nel senso di Carl Schmitt, quindi come il primato della mia volontà sugli altri». Continua il medievalista fiorentino: «San Francesco non critica il Papa o l’imperatore, la sua è una scelta personale, non ha mai polemizzato con nessuno». Franco Cardini, poi, si “traveste” da consigliere teologico del Movimento Cinque Stelle, con un rimando alla figura di un altro santo, più proteso verso l’esterno e più interessato ai temi sociali e pubblici. «Se Grillo parla di povertà come migliore gestione del denaro pubblico, più che a San Francesco allora dovrebbe ispirarsi a San Tommaso D’Aquino, un santo che si è occupato del bene pubblico». Il riferimento è alla dottrina del bene comune di San Tommaso e alla dottrina sociale della Chiesa. Però, dice Cardini: «mi rendo conto che si tratta di una figura meno popolare rispetto a quella di San Francesco, e meno spendibile anche a livello elettorale». In conclusione, arriva la provocazione: «Forzando molto, e forziamo per i motivi che ho già espresso prima, potremmo definire San Francesco, con diverse sfumature, come un socialista, un cattolico democratico, perfino come un fascista, ma non si può parlare di un Francesco grillino».

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Domenico Di Sanzo

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