L’intervista. Antonella Ruggiero: “Musica è spiritualità. Semplice come respirare”

Antonella Ruggiero
Antonella Ruggiero

Ha calcato i palchi di tutto il mondo, destreggiandosi con voce che tocca corde nascoste, mentre punta al trascendente. Così si può sintetizzare la produzione artistica di Antonella Ruggiero, voce storica dei Matia Bazar, celebre band che ha regalato al panorama musicale italiano brani pop rock con venature new wave, dal 1996 canta in autonomia ricercando l’originalità del suono, attingendo tanto al canto popolare quanto alla musica sacra.  A Barbadillo racconta cosa ne pensa della musica, dell’arte e dello spirito.

La sua voce è in grado di raggiungere vette sonore elevatissime e al tempo stesso di andare in profondità. Quando ha capito che si sarebbe rivelata uno strumento importante per la formazione artistica?

“La musica ha fatto parte della mia esistenza da quando ho memoria. Da bambina ho sempre ascoltato musica di ogni genere: canzoni degli anni ’30, ’40, ’50, arie d’opera, orchestra swing americane, musica popolare, cori di montagna. Io, figlia unica, con genitori amanti della musica e con una mamma dalla bella voce, ascoltavo e assorbivo. Tanto che per me, da sempre, la musica è una cosa semplice come respirare”.

Quando è avvenuto il primo incontro con la musica?

“Come ho detto, ascolto musica da sempre. Per me la musica è fonte di quiete, ispirazione ed energia, sempre che sia musica che mi arrivi nel profondo e susciti in me emozione e trasporto. Per questo non ascolto mai musica “a caso”, scegliendo quella che va bene a me e al mio benessere”.

Qual è la sua idea di musica?

“La musica ha un grande potere sulle menti umane, suscitando una vasta gamma di reazioni, che vanno dalla noia all’esaltazione più totale”.

L’idea di arte?

“La grande arte è quella che, dal nulla, crea qualcosa di straordinario: l’arte è fondamentale per la crescita armoniosa della personalità del bambino”.

L’arte, in qualsiasi sua forma, può diventare una sorta di terapia attraverso cui trovare un proprio equilibrio, un proprio centro?

“Attraverso l’arte si elaborano idee, concetti e, talvolta, ci si libera di certi lati oscuri della propria personalità, o li si affronta attraverso l’atto di creare qualcosa che abbia a che fare con il processo creativo: l’arte è liberatoria”.

Nella sua produzione musicale, soprattutto nella fase solista, si respira molta spiritualità. Che rapporto ha con questa dimensione?

“La spiritualità, per quanto mi riguarda, è collegata con la contemplazione, soprattutto della natura: l’idea di un Dio è, a sua volta, collegata ad essa. Tornando all’infanzia, ricordo che stavo per ore da sola, in silenzio, in grandi spazi verdi, e lì stavo davvero bene, nel posto giusto per me”.

Si può dire che la musica e la spiritualità siano collegate? 

“La musica è anch’essa natura, però non mi faccio mai   confondere dall’enorme quantità di suoni, talvolta fastidiosi, dai quali veniamo sommersi e che vengono etichettati come musica”.

Che rapporto ha con la musica sacra?

“La musica che fa bene alla mente e all’anima umana la scelgo con istinto e cura, altrimenti è mille volte meglio il silenzio, che offre utilissime e rassicuranti opportunità di riflessione”.

Lei è spesso incline a sperimentare nuovi suoni e fondere stili musicali all’apparenza difficilmente conciliabili. Ha in mente nuove sperimentazioni?

“Staremo a vedere. La creatività non si ferma mai”.

@barbadilloit

Stefano Sacchetti

Stefano Sacchetti su Barbadillo.it

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