Aeronautica. LAI: l’aviazione civile puntò sugli assi epurati dell’ANR

Goose Bay, Canada, maggio 1953. Sorridono i comandanti Max Campagnone e Carlo Miani, in posa durante uno scalo tecnico in Nord America dove si sono recati per ritirare un aereo che, presto, volerà con insegne italiane. Ma cosa ci fanno lì due ex assi dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana? Sì, stanno per tornare in volo con un nuovo apparecchio, ma per conto di chi?

LAI

Dopo la parentesi dei Collegamenti Aerei Militari, gli italiani assistono alla rinascita della flotta civile. Un servizio, quello aereo, che in precedenza si era chiamato Ala Littoria e Ala Italiana durante i 45 giorni di Badoglio, per poi riproporsi, esattamente nell’aprile di 70 anni fa, come Linee Aeree Italiane (LAI, dal 1957 Alitalia – Linee Aeree Italiane) una società cui fanno capo l’americana TWA e l’IRI (Istituto Ricostruzione Industriale) e che nell’arco di pochi anni copre diverse tratte, nazionali ed estere. LAI è simbolo di rinascita e di ritrovato prestigio per una nazione uscita a pezzi dalla Seconda Guerra Mondiale. Fra i suoi piloti molti sono ex militari, fra i quali assi della ANR del calibro dei comandanti Ugo Drago e Carlo Miani(ambedue già in forza al 2° Gruppo Caccia Terrestre “Gigi Tre Osei”), il già citato Campagnone e Cesare Erminio del 1° Gruppo CT “Asso di Bastoni”.

Da sx: Ugo Drago e Carlo Miani

Un lungo percorso 

Mi avevano trattato da pezzente solo perché avevo fatto il mio dovere” ricorda, prima della morte, Franco Benetti, sottotenente pilota del 2° Gruppo. In un primo momento, la nuova Aeronautica respinge, spesso in malo modo, i colleghi della “parte sbagliata”. Basti pensare che, negli Anni ’50, la famiglia dell’umbro Fausto Fornaci caduto in servizio, si vede recapitare un messaggio dell’AM nel quale si fa riferimento al servizio, non riconosciuto, nella “sedicente Aeronautica Repubblicana”. Poi, il riarmo della Forza Armata durante la Guerra fredda permetterà di riassorbire alcuni militari come Mario Bellagambi e Roberto di Lollo (congedatisi generali) e Luigi Gorrini (24 abbattimenti, cong. tenente). Altri, invece, scelgono di non tornare in volo sotto le insegne AM: Drago e Miani, ad esempio, che servono il primo in Alitalia e il secondo transita per i ranghi di ALI-Flotte Riunite (fusasi con LAI nel 1952), come si legge dai profiles ancora conservati negli archivi di Gente dell’Aria.

Ritaglio di rivista che, negli Anni ’70, celebra il comandante Alitalia Ugo Drago, allora in servizio sulla Roma – New York.
(Immagine dall’archivio di Gianluca Cavagliano).

Record

A chi ha combattuto in Spagna e nella Seconda Guerra Mondiale il volo civile non deve essere apparso poi così difficoltoso. E che gli ex ANR siano gran piloti se ne accorgono presto in molti: Enrico Mattei, ad esempio, l’ex comandante partigiano e presidente ENI che vuole quale pilota personale Irnerio Bertuzzi, veterano aerosiluratore del “Buscaglia-Faggioni”; o, ancora, l’Alitalia che, messo Drago ai comandi di un DC8, lo vede coprire la tratta Roma – New York in 6 ore e 21 minuti. Un record: l’ex ANR continua a volare fino agli Anni ’70, quando la compagnia introduce i più moderni Boeing 747.

Con il 1945 il mondo è cambiato, ma non la professionalità di molti militari e civili che, grazie a società private italiane ed estere, riescono a far emergere il proprio potenziale in barba alle epurazioni dettate dall’ideologia e dal solito, italianissimo opportunismo.

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