Roma. Chiude la mostra sul Msi con un dialogo tra Veneziani, Battista e Lodoli sui padri fascisti

Giorgio Almirante e Dino Grammatico
Giorgio Almirante e Dino Grammatico

Oggi in via della Scrofa 43 a Roma, nei locali della Fondazione An si terrà dal titolo “Mio padre era missino anzi fascista” (ore 18)

Nel Giorno del Ricordo, dedicato alla memoria delle vittime delle foibe, onorata nel dopoguerra solo dai missini, si chiude la mostra voluta dalla Fondazione An per celebrare i 70 anni dalla nascita del Movimento sociale italiano, inaugurata lo scorso 20 ottobre.

Non a caso il convegno conclusivo – che sarà introdotto da Franco Mugnai e moderato da Marcello Veneziani – ha un taglio tutto generazionale. Pierluigi Battista, giornalista e scrittore, è infatti figlio dell’avvocato Vittorio Battista, reduce Rsi e amico di Almirante, che del Msi fu dirigente. Alla figura paterna Battista ha dedicato il fortunato libro “Mio padre era fascista” (Mondadori). Pagine che descrivono il modo in cui i “proscritti” interpretavano il loro essere italiani, il loro sentirsi comunque patrioti. Proscritto e patriota era anche Renzo Lodoli, volontario nella Guerra di Spagna, combattente Rsi e tra i fondatori del Msi, padre di Marco Lodoli, collaboratore di Repubblica, docente, scrittore. A Battista e Lodoli, sollecitati dalle domande di Veneziani, il compito di fornire il ritratto conclusivo dei padri fascisti e poi missini, che furono tanti, centinaia di migliaia. Compito affidato a due figli che mai furono missini, che sono antifascisti, che hanno dovuto conciliare l’amore per i loro padri con il peso della storia. ​

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