#2017. La fiducia rinasce con l’esempio di Pirozzi o dei volontari della solidarietà

Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, esponente della destra dei territori
Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, esponente della destra dei territori

Ernesto Galli della Loggia scrive che questo è un paese perduto. Ogni intervento, che decide qualcosa, viene neutralizzato. Purtroppo. Per i giovani non c’è lavoro. Tra i 15 e i 24 anni, i ragazzi alla ricerca di un impiego arrivano al 40%; in Europa la media è al 21,2. La politica è sgonfia. All’improvviso un movimento nazionale cambia gli apparentamenti nel parlamento europeo e a Bruxelles gridano: Gli italiani sono sempre gli stessi, sono quelli dei giri di valzer. Pure il vecchio Zygmunt Bauman, che pareva immortale, è volato via. Ci ha insegnato ad osservare nella ‘società liquida’, nella globalizzazione. Per anni ha spiegato il danno prodotto dai valori economicistici, la profanazione dei valori tradizionali. Poi, ci  sorprendiamo se due italiani vanno in Thailandia e là offendono la tradizione per eccellenza, la bandiera nazionale.  In più, i due scemi fan male a tutti poiché dichiarano: “Ma da noi la bandiera non è importante!”. Forse una penitenza non guasterebbe ai due altoatesini.

In questi primi giorni del 2017 le scuole sono ghiacciaie. Però, tutti discutono sul bonus docente che non doveva essere attribuito in quanto riconosciuto senza criteri. E vai con un’altra bufala del sindacalismo anti-meritocratico! Qui, in verità, c’è un popolo di docenti che ha lavorato. Di conseguenza si vada avanti con il bonus, anche se alcuni dirigenti non sono stati coerenti. Questo paese abbisogna di una forte terapia meritocratica. Questo paese è malato. Gravemente.

Gli psicologi spiegano che non abbiamo più disegni ideali. E gli scrittori che fanno? Non raccontano con le parole bensì con le trame, con un realismo letterario architettato per gli ispettori, i bastardi metropolitani e qualche escort che non deve mancare mai. Così proprio l’arte non sa raccontare il futuro. Lo ha detto Davide Ferrario – sul Corriere della Sera – scrivendo che il cinema non sa narrare speranze. Cioè, i giovani registi europei non aprono prospettive. Nei loro film le storie ritornano alla situazione di partenza; e mica si intravede un passo avanti o una piccola conquista!

In questo un quadro oscuro, quale potrà essere la parola-simbolo del 2017? Azzardiamo, sia l’anno invece della parola Fiducia; e non per facile ottimismo. Giacché è indispensabile imparare dalla Fiducia del sindaco Pirozzi che non si arrende al terremoto; dall’ostetrica che, per recarsi in ospedale, ha viaggiato sul trattore e sulle strade pugliesi ghiacciate; dal concorso per la Tenuta di Castelporziano, non più a chiamata diretta, ma per titoli, grazie alla volontà del presidente Mattarella; e dai volontari che, nelle fredde notti, salvano i senzatetto offrendo riparo e cibo; ossia da tutti coloro i quali  sanno che la Fiducia non è faciloneria, ma rappresenta la motivazione per preparare il futuro.

Pertanto, ancora una volta, vincerà la rassegnazione? La parola Fiducia sarà sempre meno pronunciata pure nel 2017? Oppure ci sarà una strada che riporterà sul cammino della Fiducia?  Infondo, per molti italiani, è rimasta aperta la strada del buon esempio. La quale però appartiene a tutti: una strada su cui gli esempi fiduciosi possano provare a cambiar le cose. In questo giovane anno, dunque,“Proponiamoci esempi da imitare, piuttosto che vani sistemi da seguire.” Lo scrisse Jean Jacques Rousseau.

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Renato de Robertis

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