Alain de Benoist: “Juppé? Ha idee detestabili. Sarkozy non crede nell’identità”

Alain de Benoist
Alain de Benoist

Una preziosa intervista ad Alain de Benoist che smonta il mito delle “primarie”, strumento di importazione Usa, divenuto una caricatura nelle selezioni dei candidati per le presidenziali francesi. Il filosofo poi fotografa la debolezza delle candidature alle primarie dei repubblicani di Juppé e e Sarkozy, definito “il marito di Carla Bruni”

Primarie a destra, primarie a sinistra: i media non parlano più d’altro che delle primarie. Originariamente, questo sistema proviene dagli Usa. Si tratta di un’importazione nei nostri paesi di un altro gadget ideologico?

Si tratta, in effetti, di un modello che, come tante altre cose, è stato copiato dagli Stati Uniti – e, beninteso, per primo dal Partito “socialista”. In precedenza non si conoscevano le “primarie” che nel senso psicologico, per designare i temperamenti a reattività immediata (ci sono molte primarie a destra), in opposizione alle ”secondarie”, che danno il tempo di pensare. Ma parlare di “gadget” dice troppo poco. Il ricorso alle primarie segna una svolta nella politica francese, e questa svolta è detestabile. Come ha recentemente ricordato Henri Guaino, le primarie sono del tutto contrarie allo spirito della Quinta Repubblica, che stabilisce le elezioni presidenziali come l’incontro diretto del popolo e di un uomo (o una donna) il più possibile libero dal peso dei partiti. Un partito può, certo, sostenere un candidato, ma quando questo candidato non è che il rappresentante del partito che lo sostiene, si abbandona il modello che aveva voluto il generale de Gaulle. Le primarie dimostrano che non c’è alcun “candidato naturale” nel partito che le organizza. Stimolando la concorrenza degli ego, le primarie creano tensioni e spaccature che peseranno sull’avvenire (ricordiamoci del duello Balladur-Chirac all’interno del Rpr). Qualsiasi cosa dicano i loro protagonisti, le primarie riducono il dibattito politico a litigi personali, la competizione a un concorso di bellezza, allo stesso tempo confermano che i partiti oggi non sono altro che delle scuderie elettorali. Con le primarie, i “partiti di governo” si sforzano di mantenere il proprio monopolio, mentre oggi non rappresentano più che la quinta o la sesta parte dell’elettorato. Gli accordi sulla sponsorizzazione accentuano questa deriva, in quanto permettono di eliminare i candidati che potrebbero fare ombra ai prescelti. Patrick Buisson, intervistato da Valeurs actuelles (il cui editore, Yves Kerdrel, è stato uno dei primi aderenti al movimento di Emmanuel Macron: tessera numero 007), ha dichiarato: “Le primarie rimettono a una minoranza partigiana il potere di costruire l’offerta politica delle presidenziali, invece di lasciare ai francesi una piena libertà di scelta. Questo è il regime della tessera obbligatoria […] Si consideri che il binomio Sarkozy-Hollande, sul quale quattro francesi su cinque non vogliono le candidature, potrebbero essere investiti nuovamente alla fine di questa mistificazione aberrante!”. Infatti, due francesi su tre ritengono che François Hollande e Nicolas Sarkozy sono stati “molto cattivi” sia l’uno che l’altro, dopo il loro ingresso all’Eliseo. Che pensare delle primarie che porterebbero solo a riproporre un “già visto”?

Oltre Atlantico, gli elettori repubblicani votano alle primarie repubblicane e i democratici alle primarie democratiche. In Francia, tutti possono votare per tutti. Scarsa coerenza?

Il sistema politico americano basato sul bipartitismo, è completamente diverso dal sistema politico francese. Le primarie sono necessarie a causa della divisione del paese tra Stati ognuno con il proprio governatore e il proprio Senato. Inoltre, oltre Atlantico non c’è che un turno per le primarie e uno per le presidenziali. Le primarie alla francese creano uno scrutinio in quattro turni! In Francia, degli elettori di sinistra potrebbero contribuire a designare il candidato della destra, il che è un’assurdità! Il fatto che chiunque possa partecipare alle primarie “della destra e del centro” anche se non ha alcuna simpatia per “la destra e il centro”, le priva di ogni significato.

Quali differenze nella realtà tra Juppé e Sarkozy?

La differenza tra Sarkozy e Juppé è che Juppé ha delle idee detestabili, mentre il marito di Carla Bruni non ha affatto idee. Non ha che le idee che utilizza nella speranza di massimizzare il rendimento delle sue ambizioni. Il libro di Patrick Buisson lo dimostra alla perfezione, è un personaggio assolutamente privo di principi e di scrupoli, quali che siano. E’ pronto a tutto, perché per lui tutto vale niente. Quando dice che “l’identità non è una gran parola”, potrebbe anche dire “bingo bidou pokemon”: in entrambi i casi, ciò non significa assolutamente nulla. Ma ciò che mi stupisce è che nessuno pone la domanda per sapere se i candidati saranno veramente d’accordo a sottomettersi o se sosterranno l’altro malgrado tutto. Se Juppé uscisse vincitore dalla competizione, non riesco a immaginare Sarkozy che lo fa votare dopo essersi impegnato in una campagna frenetica alla quale ora si sta preparando. Se, al contrario, il designato sarà Sarkozy, ho difficoltà a immaginare che Juppé, che sa bene che ora sta effettuando il suo ultimo giro di pista, chiamerà a votare per l’ex presidente – tanto che, in questo caso, François Bayrou sarà anche lui candidato. E cosa succederà se i due uomini mantenessero la propria candidatura? Niente, decisamente, si è giocato per le elezioni presidenziali del prossimo anno.

Intervista di Nicolas Gauthier per Boulevard Voltaire – bvoltaire.fr [Traduzione di Manlio Triggiani]

Nicolas Gauthier per Boulevard Voltaire – bvoltaire.fr [Traduzione di Manlio Triggiani]

Nicolas Gauthier per Boulevard Voltaire – bvoltaire.fr [Traduzione di Manlio Triggiani] su Barbadillo.it

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