Euro2016. #ItaliaSvezia, un lampo di Eder decide la partita della controra: si va agli ottavi

L'esultanza di Eder dopo il gol decisivo alla Svezia (foto tratta da Figc pagina Fb uff.)
L’esultanza di Eder dopo il gol decisivo alla Svezia (foto tratta da Figc pagina Fb uff.)

Sono stati necessari ottantotto, lunghissimi, minuti di noia profonda per aver ragione della modestissima Svezia. Un lampo dell’oriundo Eder ha spaccato la coltre ipnotica del cielo di bronzo di Tolosa e rotto l’incantesimo incapacitante che da sempre imprigiona l’Italia quando si trova ad affrontare squadre di caratura brevissima.

Gli scandinavi si presentano come la Muppet di cartoonesca memoria. Una squadraccia di simil-brocchi che però ha un centravanti che è straordinario. Ibrahimovic è l’unico campione di altissimo profilo, come Mark Lenders lo era per l’eterna rivale di Holly e Benji. Solo che Zlatan non ha nemmanco uno straccio di Danny Mello a scodellargli palle, fabbricargli occasioni, metterlo a tu per tu con il “nostro” portiere. In più, Ibra, sembra essere sceso in campo convinto di essere Bruce Harper.

La Svezia è squadra in declino pesante e gli azzurri lo sanno. Si adagiano e, come sempre accade, consentono all’avversario di boxare. Nel primo tempo – fatto salvo lo stantuffare malizioso ma senza troppo costrutto di Florenzi, complice (anche) un Pellè alquanto distratto – la nazionale subisce l’iniziativa degli avversari. Che, da parte loro, non è che sono mai apparsi davvero pericolosi.

Nel secondo tempo Antonio Conte scuote lo spogliatoio e gli azzurri si rialzano. L’ingresso di Zaza dà un po’ di dinamismo all’attacco che comincia a diventare più stringente e preoccupante. La difesa – sull’asse juventino Chiellini-Bonucci-Barzagli – regge bene e Ibrahimovic, buon per lui in fuorigioco, si mangia un gol come l’ultima delle schiappe davanti a Buffon. Parolo, imbeccato poco dopo dal cross di Giaccherini, incoccia sul montante. La partita, disputatasi all’orario della siesta, della controra, sembra scivolare verso uno scialbo zero a zero e già si iniziavano a udire le primissime eco dei nostalgici, dei bellicosi, dei disfattisti.

Poi scocca l’88esimo, Eder prende palla, con il movimento elegante di chi ha fretta di farla finita, si fuma tutta la retroguardia svedese e infila l’ex juventino Isaksson. È il gol che decide la partita. Anche perché, dall’89esimo e fino al 95esimo, gli azzurri perdono tempo in modo sfacciatissimo. Perché, da partita della controra qual è stata, il gioco di spintoni, gomitate, spallate, tocchi e ritocchi, tuffi e malcelate mazzate ha rappresentato il massimo dell’agonismo fino al lampo del brasileiro azzurro.

Gli azzurri conquistano il passaggio del turno e si accomodano gli ottavi. La Svezia rischia di fare le valigie. Il web è unanime: il biscottone del 2004 è vendicato.

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Giovanni Vasso

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