Qualche perplessità di troppo, a voler esser buoni, accompagna gli azzurri di Antonio Conte in Francia per la fase finale degli Europei. Sappiamo che la scaramanzia ci impone, adesso, di tirare i piedi alla nazionale (ricordate Spagna ’82 e Germania ’06, vero?) ma noi che non ci arrendiamo alla facile scorciatoia del distacco algido e vagamente altezzoso nei confronti di quest’Italia scegliamo di percorrere quella (ancora più facile?) del ricordo di alcuni dei momenti più epici che nella storia recente hanno caratterizzato la storia del calcio italiano agli Europei
I DUE SAN FRANCESCO D’ITALIA. All’Amsterdam Arena, tempio dell’Ajax, gli azzurri incontrano in semifinale gli incazzatissimi padroni di casa dell’Olanda. E’ uno squadrone che, nei novanta minuti, sarà pure confortato dall’arbitraggio “domestico” del tedesco Merk. La partita è inchiodata sullo zero a zero. Per forza, san Francesco Toldo ha chiuso la porta. Para un rigore al capitano oranjie Frank de Boer, nel secondo tempo l’altra massima punizione assegnata agli olandesi finisce sul palo, calciata da Patrick Kluivert. Partita stregata che terminerà ai rigori. Dove, tra le altre cose, san Francesco Totti s’inventerà il “cucchiaio”.
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GANGSTA FOOTBALL. Di nuovo semifinale, nel 2012. Al cospetto della nazionale all’epoca allenata da don Cesare Prandelli si presenta l’affamatissima Germania di Loew. Ha appena passeggiato sulla povera Grecia, la Mannschaft. Noi l’abbiamo spuntata ai rigori contro l’Inghilterra di mister Hodgson. I pronostici sono tutti contro. E succede, allora, che Mario Balotelli prima sale in cielo e trafigge Sigfrido Neuer, poi dalla distanza lancia una cannetta imprendibile alle spalle del paladino della porta tedesca e poi si fa statua immobile in un’esultanza che diventa virale in tutto il mondo. Si va in finale. Contro di noi, quando conta, i Panzer non vincono mai.
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BISCOTTO DI TRAVERSO. In Portogallo, nel 2004, si è andati per vincere. Poi succede che si incespica alla prima giornata, contro la tosta Danimarca. I danesi sono fallosi e Totti, che per l’occasione s’è bardato di treccine, perde l’aplomb da copertina e sputa addosso a Poulsen causando la rivoluzione benpensante. Poi accade che contro la Svezia, il gigante Ibrahimovic si inventa un gol di tacco impossibile. E alla fine succede che ce la giochiamo contro la Bulgaria, pallida ombra di quella fantastica che battemmo dieci anni prima a Usa ’94. Vanno loro in vantaggio, con un rigore di Petrov. Poi pareggia Simone Perrotta. Siamo fuori. Il monellaccio Antonio Cassano, però, si inventa il gol partita. Ma siamo sempre fuori: Danimarca e Svezia si accomodano sul facile 2-2 che garantisce a entrambe il passaggio del turno. Il biscotto, già. Quello che ci svegliò dal mito eugenetico dell’onestà intrinseca al Dna pan-scandinavo.
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@barbadilloit