Dibattito/2. Il Talebano: “Gli identitari nella Lega a Milano e il futuro del fronte lepenista”

La rivista il Talebano, foglio digitale identitario vicino alla Lega Nord
La rivista il Talebano, foglio digitale identitario vicino alla Lega Nord

L’argomento migliore contro la democrazia è una conversazione di soli cinque minuti con l’elettore medio (Winston Churchill) 

Tra poco più di una decina di giorni sarà il tempo dei ballottaggi e poco potrà cambiare sul nostro pensiero relativo alla tornata elettorale appena conclusa. Siamo soddisfatti per il nostro risultato, era la prima volta che ci presentavamo e lo abbiamo fatto senza mezzi economici e soprattutto cercando i voti in ambienti lontani da quelli tradizionali del mondo della Lega Nord. Volevamo il voto identitario e culturale.

Milano e la Lega Nord 

Le diverse analisi si sono susseguite e tutte hanno visto la Lega Nord come sconfitta a Milano, ma è proprio vero? Dai sondaggi pre-elettorali la Lega veniva presentata tra il 16% e il 20%. La questione non è se i sondaggi fossero corretti ma altro e noi qui spieghiamo perché. Matteo Salvini  ci tiene a Milano e la sua volontà è quella di non riconsegnare la città alla sinistra, agli amici dei Rom, a coloro che hanno degradato le periferie, ai sostenitori dell’immigrazione senza controllo. Proprio per questi motivi la scelto di appoggiare e sostenere in pieno il candidato sindaco di Milano, Stefano Parisi, e di farlo avendo in coalizione anche Lupi referente del Governo di Renzi.  Lo ha dovuto fare per amore della sua città, molti non lo hanno compreso e hanno visto le sue scelte come un atto di debolezza verso Silvio Berlusconi o, ancora peggio, una volontà di arrivare a prendersi la città anche rinnegando quanto aveva dichiarato sino al giorno prima.

No, il suo è stato amore per la sua città e la scelta l’ha pagata cara. Ha diminuito le preferenze personali e il partito da lui gestito ha preso quasi la metà dei voti di Forza Italia, ma se Matteo Salvini non avesse fatto questa scelta, oggi,  saremmo qui a parlare di ballottaggio e di possibile Vittoria?  Certamente no.

Grazie Matteo.

Noi (il Talebano) e Milano  

Il logo de Il Talebano

Non lo neghiamo, molti all’inizio sono rimasti delusi dal nostro risultato. Certo, se l’unica vittoria è quella di farsi eleggere, allora, in questo caso, noi siamo i veri sconfitti. Ma se il nostro risultato finale come organizzazione culturale della Lega Nord fosse da leggere in modo diverso?

Abbiamo rotto i luoghi comuni sulla Lega come partito da bar, abbiamo presentato un progetto credibile e apprezzato, abbiamo vinto la sfida del muro della comunicazione tanto da essere presenti nel dibattito politico direttamente con le nostre idee. Abbiamo contrapposto la politica della pancia con la nostra politica della cultura e se, numericamente, sembrerebbe una sconfitta noi invitiamo a guardare a quello che sarà domani grazia anche al nostro nuovo modo di proporci.

Il Fronte Lepenista a Roma 

Tutti a gridare al fallimento di Matteo Salvini e del fronte con Giorgia Meloni. Noi gridiamo “ciarlatani”. Il fronte Lepenista ha vinto. L’asse di Giorgia e Matteo ha ottenuto un grande risultato, ha stracciato il candidato contro cui gareggiava (Marchini) e ha dimostrato senza nessuna ombra di dubbio un fatto importante: Lega Nord assieme a Fratelli d’Italia con il sostegno di Forza Italia è una coalizione competitiva. La sfida era questa, non altra. Arrivare a sfiorare il ballottaggio con la candidata del movimento 5 stelle è stato, inoltre, un trionfo. Quanto si è svolto a Roma è da analizzare con le lenti di quanto potrebbe avvenire alle prossime politiche. Da una parte il M5S, poi il PD e nel centro destra? Una coalizione come a Milano o come a Roma con però presente Forza Italia? In ambito nazionale quanto proposto a Milano sarebbe fallimentare, presentarsi agli italiani con una coalizione con la presenza di rappresentanti che sino al giorno prima sostenevano il governo Renzi non darebbe credibilità e lascerebbe campo libero alla sfida tra centro sinistra (PD) e M5S.

Il fronte lepenista ha vinto e smussando un po’ le posizioni è certamente possibile includere Forza Italia e andare alla creazione di un fronte italiano per un governo di riscatto e rinascita nazionale.  

Il Sud, l’unica sconfitta di Matteo Salvini 

Dopo avere celebrato le vittorie è giusto raccontare anche le sconfitte. Non ci sottraiamo mai dal presentare il nostro punto di vista in modo completo e coraggioso. Da Roma in giù, Matteo Salvini ha fallito per la seconda volta. Perché? I Motivi a nostro avviso sono rintracciabili in una mancanza di credibilità. Il capitano è la migliore opzione presente in questo momento sul territorio nazionale ma deve essere più credibile sia come immagine ma soprattutto a livello di proposta politico culturale. Per essere alternativa di governo si deve presentare un progetto organico e non si può passare dalla Ruspa alla Flax tax (inoltre tutti sanno che è irrealizzabile in Italia, infatti esiste nei paesi con crescita importante e con uno stato sociale inesistente). La credibilità è importante e non si “conquista” certamente andando sulle pagine di Oggi, alla Zanzara o con una presenza dalla de Filippi.

Sappiamo bene che con queste iniziative “generaliste” si arriva a persone non avvicinabili normalmente dalla politica, ma è anche vero che sono persone molto spesso disinteressate al voto .

Il risultato di questa tornata elettorale ha dato ragione a chi crede nella possibilità di un fronte indentitario, ora serve il coraggio di procedere su questa direzione. Noi ci crediamo!

@barbadilloit

Fabrizio Fratus e Vincenzo Sofo

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