Il fatto. Il partito del Family Day ovvero dell’Opa di Adinolfi sulla destra cattolica

adinolfi-parlamento-cinema1Mario Adinolfi, come Costantino (l’imperatore, intelligenti pauca), ha avuto chiara illuminazione. Ed è partito, novello San Giorgio, all’assalto del fortino senza padrone (il Drago che fu Alleanza Nazionale è ormai dissolto, quello che fu Forza Italia è di fatto morente) in cui c’è il tesoro di voti e cuori destri.  Fiero e orgoglioso della sua specialissima protezione divina, “In hoc signo vinces”, dalla tribuna della “Croce” ha lanciato la sfida alle rovine del centrodestra: avanti, con il Popolo della Famiglia che sarà nuovo soggetto politico e partitico pronto a scender nell’agone elettorale già da subito, alle amministrative. Che sia un progetto e non una mera boutade lo annuncia l’assemblea fondativa convocata a Roma per l’undici marzo prossimo venturo.

Il corpaccione politico cosiddetto moderato è in disfacimento, peggio degli zombie di Romero. Invece che budella trite e sangue rappreso, schizzano via, liberi e incazzati, suffragi e sostegni nell’urna. Il salvadanaio cattolico è consunto per il partito governista che vuol farsi della Nazione. Taglieggia di qua, accorcia di là, concedi su, fa finta di niente di giù e puff! ecco che il porcellino dei consensi piange miseria elettorale.

Adinolfi, astuto e accorto, cala l’asso. Un partitone del Family Day, spazio hai voglia che ce n’è. Dentro, un po’ di tutto. Dice, Mario Adinolfi, di aver ricevuto più di mille mail di adesione entusiastica e volontaria al progetto. Gli crediamo. Pur di tornare a fare qualcosa, a destra, dopo anni e anni di immobilismo tramutatosi in rancore senza quartiere, si farebbe alleanza finanche col demonio. E, perciò, tanto di guadagnato: Satana non c’entra, si sta dalla parte di Gesù, Giuseppe e Maria. Deo gratias.

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Il progettone della “Croce”, mi scuserete, non mi può intrigare. E fino a che si parla di riserva mia, che non son minimamente disposto a traslocare da Fiume a Medjugorje, son casi miei che tali devono restare senza diventar Cassazione per nessuno. Però, dai. Adinolfi ce lo dobbiamo pur ricordare deputato del Pd che ebbe a transitare nel montismo, tutto ciò dopo essersi attivamente adoperato per indurre Beppe Grillo – all’alba dei Vaffa Day – a candidarsi alle Primarie del centrosinistra unito. Nel frammezzo, s’era avvicinato a Dario Franceschini e, horribile dictu!, a Matteo Renzi, allora incespicante rottamatore toscano.  Affascinante, in lui, resta il giocatore di poker con il naturale cortocircuito che ciò crea negli ambienti parrocchiali. Cortocircuito, inteso, meno strano dell’immaginare che a capo di una teocrazia in fieri ci sia chi ha condiviso gli scranni parlamentari con le forze (nei fatti, oltre i proclami e le dichiarazioni d’intenti) più laiche che ci siano.

 

Il Popolo della Famiglia, al di là di ciò che se ne dirà, sarà un partito di destra che mira a folleggiare sbarazzino sulla prateria lasciata incautamente libera da chi, quei suffragi e soprattuto quei cuori, ha deluso. Rallegrarsi si può, fino a un certo punto. Perché quello in cantiere sembra più un organo di destra americana. Invece dell’evangelismo, dei canti gospel, dei predicatori e della Bible Belt ci saranno il cattolicesimo più intransigente, le schitarrate da Azione Cattolica e (sperano) le grosse e potenti correnti (su tutti i neocatecumenali: a proposito, che faranno?) a cui si deve il successo di popolo e mobilitazione di ogni Family Day mai convocato. Questa via, e non altre seppur vituperate, condannate, additate, azzannate e stropicciate (anche dallo stesso entourage di Adinolfi che, come Costanza Miriano, si son più volte prodigate a scavare solchi e muri con gruppi più o meno numerosi, coloriti insieme ai quali han diviso la battaglia della piazza), son quelle che possono portare, percorrendo la scivolosissima via delle buone intenzioni, al rizelarsi di suggestioni suprematiste che tutto sono fuorchè mediterranee e, soprattutto, cattoliche.

Sono curiosissimo, poi, di conoscere la posizione del Popolo della Famiglia su questioni che esorbitino i temi da hit parade. Su religione, famiglia e rapporto con l’Islam, già possiamo immaginare. Ma La Famiglia di Adinolfi, sarà occidentalista o europeista? O entrambe? O nessuna delle due? Il sistema economico da postulare sarà quello dell’economia sociale di mercato (e rispunterebbe un vecchio cavallo di battaglia dell’innominabile – elettoralmente parlando –  Gianfranco Fini) o si punterà sulla dottrina sociale della Chiesa (e, a tal proposito, ricordare bisogna che tali punti già furon “alemanniani” in tempo di Pdl)?

E, dato che si è implorato l’aiuto di Dio nella costituzione di questo nuovo partito che alle amministrative dovrebbe aver battesimo del fuoco, quale è l’assetto costituzionale che il Padreterno preferisce, il federalismo oppure un sano ritorno al centralismo magari santo, apostolico e romano?

Probabilmente per fare un partito c’è bisogno di qualcosa di più. E, sicuramente per mia disattenzione, ignoranza e lassismo, non si vede altro all’infuori della baionetta contro la Cirinnà. Saranno tantissime, quindi, le tematiche da affrontare in sede di fondazione. L’opposizione alle tematiche gender, da sola, non può bastare.

Parafrasando una sua memorabile chicca, divenuta refrain cult de La Zanzara, “a voi piace una destra così?”. A chi scrive, ribadisco, no. O quantomeno, non mi affascina più di tanto seguire la destra d’importazione teocon dell’ex Pd già sedotto montiano Adinolfi.

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Giovanni Vasso

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