Consigliare un libro è un atto di grande responsabilità. Perché una lettura può cambiare la vita e, in alcuni casi, fare gravi danni. Ma può anche dare piacere e quindi, non sapendo a chi sto rivolgendo il consiglio (perché non tutte le letture vanno bene per tutti) cercherò di semplificarmi la vita facendo più di una proposta.
A qualcuno che non legge per divertirsi, ama le riflessioni tecnico/razionali e non ha paura del mal di testa, non posso che raccomandare L’età del Caos di Federico Rampini, della Mondadori. Fondamentale soprattutto per chi ha la velleità di parlare di politica internazionale senza dire le solite cose da cretino che si sentono in Tv (ma, attenzione, stiamo parlando di un libro di 370 pagine per euro 18 e 50).
Una lettura che farebbe bene a tutti senza perdere il sorriso invece, è Houellebecq economista, di Bernard Maris, edito da Bompiani. Michel Houellebecq, si ricorderà, è l’eccezionale scrittore francese che i più conosco per il suo Le particelle elementari. I più avveduti hanno forse letto il suo ispirato Sottomissione, uscito in contemporanea alla strage di Je suis Charlie. Di Sottomissione hanno scritto quasi tutti le cose sbagliate, perché non lo aveva letto nessuno. C’è chi l’ha paragonato alle opere della Fallaci, mentre dice quasi il contrario, e si è persino detto che l’attacco al giornale satirico fosse motivato dall’annuncio che il libro sarebbe stato messo in allegato al numero in uscita. Bernard Maris era un docente universitario di economia e collaboratore di Je suis Charlie. Si trovava casualmente quel giorno in redazione ed è stato tragicamente massacrato insieme agli altri. Il suo libro raccoglie, pescando nelle sue opere, il ben strutturato pensiero anti-economista di Houellebecq e lo condivide. Inizia infatti il libro specificando che rivolge l’appellativo di “economista” al suo amico romanziere ironicamente, perché sa che è una categoria che disprezza, ma poi spiega quanto la sua critica sia fondata su una approfondita conoscenza delle teorie economiche. Il libro documenta e giustifica un profondo odio per il capitalismo, il disprezzo per gli economisti e il liberalismo, un assoluto rispetto per il lavoro e soprattutto per chi, onestamente e modestamente lavora, citando brani dei romanzi di Houllebecq e legandoli tra loro. Maris-Houllebecq ci ricordano così che: “il principio vitale del capitalismo è l’insoddisfazione perpetua” e portano invece ad esempio “coloro che vivono del proprio lavoro senza bisogno di tendere la mano né voler comandare su altri… estranei all’accumulazione forsennata e all’avidità… uomini che hanno il gusto per il lavoro ben fatto”. Ci rammentano le basi etiche del liberalismo citando l’economista e pastore anglicano Thomas Malthus, quando nel suo Saggio sul principio della popolazione scriveva a proposito dell’assistenza pubblica: “Un uomo che è nato in un mondo già occupato non ha alcun diritto di reclamare il minimo alimento e in effetti è di troppo”. In un mondo dominato dall’economia, cioè “quello dell’odio e dei colpi terribili, insidiosi e sornioni, delle lente segrete torture, invisibili spesso, mortali talvolta, deleterie sempre”, ci rammentano che bisogna combattere per salvare chi “non uccide né pensa a nuocere e non cerca di farsi valere umiliando il prossimo”. Sono solo 130 pagine a 13 euro (un euro a decina), scritte con quello stile semplice e godibilissimo tipico dei francesi, profonde, colte ma anche divertenti e francamente piene di sentimento e di mistica, seppur laica. Leggetelo (ma leggete anche Sottomissione!). Infine, se vi avanzano 15 euro o volete fare un regalo, potete abbassare enormemente il livello comprando il mio primo romanzo intitolato C’è un cadavere nel mio champagne, edito da Idrovolante, che è comunque ambientato in Francia (anzi, in Bretagna!) e spero possa farvi almeno sorridere.
