Anno di nostro Signore 1956. Una vicenda che fa il giro d’Italia, che scuote la coscienza cattolica. Oggi lo chiameremo scandalo. E lo fu davvero. Il tutto avvenne in un piccolo centro della provincia di Caltanissetta, nel pieno entroterra siciliano. Allora quattro frati cappuccini finiscono agli arresti con la pesantissima accusa di associazione a delinquere, estorsione aggravata e concorso in omicidio. Ecco il romanzo I Monaci di Mazzarino. Una storia senza innocenti (Ed. Lussografica, 2015). L’autore, Renzo Gatto, fornisce una ricostruzione storica assolutamente manzoniana, spulciando tra le carte di un processo al cardiopalma, che fa il paio con la sceneggiatura Pregate fratelli del 2012. “Una storia terribile ai limiti dell’inverosimile”, è il commento di quelli de La storia siamo noi di Gianni Minoli.
Veniamo alla trama. Per problemi psicofisici il giovane frate Agrippino è costretto ad abbandonare gli studi di teologia. Trasferito al convento dei cappuccini di Mazzarino ne diventa l’economo. Presto, però, i suoi conti si scontrano con gli interessi dell’ortolano della comunità, uomo violento, furbo e senza scrupoli. Padre Carmelo, il più anziano dei frati, ma anche il più astuto, detta legge in maniera incontrastata. Abigeati, traffici illeciti, incendi, omicidi, tresche sessuali, presunti suicidi: tutto avverrà nel classico silenzio siciliano. Il clamoroso arresto dei frati farà tremare le gerarchie vaticane, il tutto avviene mentre a San Giovanni Rotondo, un uomo in odore di santità, sta facendo parlare assai di sé. Ecco, che scenderanno in campo i più grandi luminari del diritto pur di salvare i monaci e quindi la dignità della Chiesa. Con alterne sentenze si arriverà al giudizio finale della Cassazione. E sarà una storia senza innocenti.