Scintill&Digitali. Sony pensiona le Betamax archiviando un pezzo di storia

BetaMax
Una pubblicità dell’epoca.

Sony manderà in pensione Betamax nel 2016. La notizia a molti dirà ben poco, ma per qualche video amatore può significare un tuffo nel passato. Il formato di registrazione Betamax fu il primo a permettere la video registrazione su nastro per i consumatori, permettendo di guardare i film in videocassetta quando e dove si voleva. Messo sul mercato nel 1975, rivoluzionò i consumi, ma venne presto sopravanzato dalle videocassette VHS, altro nome che ai più giovani potrebbe dire poco o nulla, che permettevano anch’esse di registrare su nastro, ma i video potevano essere più lunghi. Il valore aggiunto di Betamax rimase “solo” la qualità superiore, che rimase però appannaggio dei professionisti. VHS inoltre era diventato uno standard, mentre Sony non condivise la sua invenzione con nessuno. Dopo 40 anni dunque uscirà dal commercio una tecnologia che ai tempi fu pionieristica e che contribuì a dare inizio all’epoca del cinema domestico e dei video amatoriali.

D’altronde ogni supporto, come le cose belle, prima o poi finisce, come è avvenuto per le VHS, soppiantate da DVD e Blue Ray, anch’essi in procinto di essere pensionati dai servizi delle pay tv e dei siti come Netflix, nell’epoca in cui ormai è sparito anche il supporto fisico di registrazione e, dunque, siamo tutti un po’ meno “proprietari” di ciò che compriamo, perché tutto rimane condiviso da remoto.

L’analogico Betamax difficilmente rivivrà anni verdi come accade per il vinile. Quest’ultimo soppiantato prima dai CD, poi dagli mp3, poi dai vari Spotify e oggi ritornato in auge per la qualità di ascolto che a quanto pare è rimasta ineguagliata. I film invece, registrati su nastri che si possono inceppare e rovinare, è meglio guardarseli in HD e in digitale.

Tutto quindi è destinato a finire in soffitta, assieme ai pacchi di floppy disk che una volta invadevano gli uffici, con i lettori che grattavano e si inceppavano che era un piacere, facendo perdere tempo e lavoro preziosi ai malcapitati. Anche loro in discarica, retaggio di un tempo in cui la tecnologia non era scontata e l’arrivo a casa del primo Pc era un evento da annali. Quell’età in cui si programmava il video registratore per salvarsi la partita mentre si era fuori. E guai a chi osava anticiparci il risultato.

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Francesco Filipazzi

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