Chiesa. Sorpresa a Palermo e Bologna: non più eminenze, ma vescovi-parroci

POPE: LAST GENERAL AUDIENCESe è vero che gli ultimi saranno i primi, la scelta del Papa di inviare un parroco alla guida della diocesi di Palermo è perlomeno evangelicamente corretta. Sorpresa anche a Bologna dove, al posto del cardinale e teologo Carlo Caffarra, arriva Matteo Maria Zuppi, finora vescovo titolare di Villanova e ausiliare di Roma. Francesco, a piccoli passi, continua una sostanziale rivoluzione del clero in Italia, nazione di cui è primate. Ed è proprio in Sicilia che l’azione di Bergoglio si fa più penetrante. Dopo la scelta di dare la porpora a Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, sede storicamente non cardinalizia, nella capitale siciliana arriva don Corrado Lorefice, 53 anni, parroco della chiesa di San Pietro a Modica, nel Ragusano, e vicario episcopale per la pastorale nella diocesi di Noto.

Lorefice, dunque, succede a Paolo Romeo, presule cresciuto tra le fila della diplomazia vaticana, di recente finito alla ribalta delle cronache mondiali in merito al presunto complotto ai danni di Benedetto XVI svelato dal Fatto Quotidiano e, a quanto pare, mai realizzato. Intanto, sono tre i cardinali nell’Isola e stando ai piani di Papa Francesco non sembra che il vescovo appena nominato godrà nel breve periodo del titolo di eminenza. C’è di fatto che Bergoglio ritiene troppo alto il numero degli italiani nel Sacro collegio. Ma c’è di più, nelle filosofia del pontefice argentino, per accedere al cardinalato il criterio da vagliare non sarà più quello di ricoprire una cattedra avente privilegi fissati ai tempi dei Borboni, ma di godere di qualifiche pastorali e di carità esclusivamente ad personam.

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Fernando M. Adonia

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