L’Intervista. Santoro e Burtulo: “Il nostro film racconta l’Italia il cowboy Grillo e il tour M5S”

tsunami tourSettantasette piazze, tutte piene. Un miracolo politico compiuto da quella che da molti viene definita l’antipolitica. Perché le piazze erano piene per l’uomo simbolo dell’antipolitica: Beppe Grillo. Se volete capire cosa è successo in quelle settantasette piazze, vi basterà guardare il documentario “Tsunami tour – Un comico vi seppellirà”, dei giornalisti Gianluca Santoro e Chiara Burtulo, regia di Francesco Raganato. Un prodotto indipendente, conquistato giorno per giorno e mai concordato («Non c’e’ stata – dice Santoro – un’ammissione formale alla sua “corte”. Abbiamo seguito lo “Tsunami tour” dall’inizio, eravamo lì e non siamo stati cacciati. Eravamo gli unici ad essere lì sin dall’inizio»); uno spazio, territorio nemico per ogni altro giornalista italiano, svelato; un’intuizione giornalistica che diventa documento autentico; un racconto, quindi, inedito, dove il dietro le quinte è elemento non secondario.

Santoro e Burtulo, infatti, non sono due attivisti del Movimento 5 Stelle, non sono amici di Grillo, ma due giornalisti che hanno fatto il loro mestiere: una lezione per molti colleghi, ma anche per lo stesso Grillo.

 

Cos’è “Tsunami tour”? Ce lo raccontano Santoro e Burtulo.

Burtulo: «”Tsunami Tour” è un viaggio attraverso l’Italia, l’Italia che Grillo ha girato in camper toccando in 40 giorni 77 piazze. Un viaggio, il nostro, che vuole raccontare le piazze che Grillo è riuscito a riempire e infiammare, di entusiasmo e disperazione. Questo documentario è stata una scommessa e un’avventura. È nato da un’idea condivisa con quattro amici al tavolino di un bar. Quando abbiamo deciso di partire per seguire le prime tappe del Tour non sapevamo che tipo di materiale avremmo raccolto. Avevamo il timore di poterci trovare di fronte a una sequenza di palchi tutti uguali tra di loro. Invece non è stato così in ogni città c’è stato un prima e un dopo, fatto di incontri con la gente, cene con gli attivisti, incontri con la stampa straniera».

 

Santoro: «Sì, è un documentario e non un’inchiesta, fatto per rivivere la campagna elettorale più singolare degli ultimi tempi e (ri)scoprire gli argomenti che Grillo ha usato per convincere il 25% di loro a votarlo. Parlando dal palco sì, ma soprattutto confrontandosi con la gente prima e dopo gli spettacoli, raccogliendo consensi e critiche senza sottrarsi mai».

 

Come sono cambiate le piazze di Grillo durante la campagna elettorale?

Burtulo: «Il tour è stato un crescendo, una cavalcata – come prova a sottolineare in maniera volutamente eccessiva la colonna sonora in chiave western – dalle piccole piazze di provincia con palchetti di due metri per due allestiti quasi in stile “parrocchiale” al gigantesco palco di Piazza San Giovanni con di fronte migliaia di persone. In quel mese e mezzo di campagna elettorale non è cambiato solo il numero delle persone che decidevano di uscire di casa, sotto la pioggia o la neve, per ascoltare il leader carismatico, ma anche il loro umore. Le prime piazze erano piazze divertite, incuriosite dai comizi show del comico genovese. Man mano è cresciuta l’insofferenza verso una situazione di crisi e in parallelo la consapevolezza che il Movimento 5 Stelle stava per fare il pieno di voti».

Santoro: «Il Grillo di Piazza San Giovanni è un capo-popolo stanco dopo il lungo viaggio e forse in parte preoccupato per la portata di quello che stava per accadere, e la sua piazza rispecchiava questo sentimento. San Giovanni è stata forse la più seria delle piazze, a tratti cupa. Sicuramente una piazza in attesa».

Quelle piazze, secondo voi, cosa si aspettano ora da Grillo? E come stanno giudicando questi primi quaranta giorni in parlamento del M5S?

Santoro: «Cosa si aspettassero da Grillo non è facile da dire, perché erano piazze molto variegate. C’era chi era lì perché riponeva nel leader a 5 Stelle le proprie speranze, chi per semplice curiosità, chi perché arrabbiato con la politica tradizionale. Quale sia l’atteggiamento del Movimento oggi, forse, non lo sa nemmeno Grillo».

Cosa vi ha stupito di più girando il documentario? E di Grillo?

Santoro: «Di Grillo ci ha stupito il lato umano. La generosità nel concedersi alla piazza, un rapporto fatto di parole e di contatto fisico con la gente che lo andava ad ascoltare, che gli portava cibo e regali. La volontà di non sottrarsi al confronto anche animato di chi lo ha contestato, gli ha urlato la propria disperazione lo ha messo di fronte alle sue contraddizioni».

Grillo e la stampa, chi sbaglia cosa?

Santoro: «Sottrarsi al confronto con i giornalisti non è mai una cosa positiva. Detto questo, da giornalista, credo che forse anche noi dovremmo avviare una riflessione sul nostro modo di raccontare le cose e domandarci, noi, se c’è qualcosa che abbiamo sbagliato se Grillo decide solo di parlare con la stampa straniera».

E’ ripetibile, per Grillo, il successo dello Tsunami tour?

Burtulo: «Non sappiamo se il successo che Grillo ha ottenuto nelle urne sarà ripetibile o meno. Quello che è certo è che il Grillo che abbiamo visto durante lo Tsunami Tour non lo rivedremo più. L’esplosione del consenso nei confronti del Movimento 5 Stelle ha fatto sì che oltre all’aumentare del numero delle persone presenti in piazza crescesse anche l’organizzazione e la sicurezza attorno a Grillo. Se a Matera arrivava sul palco a piedi passeggiando per la città e fermandosi a chiacchierare coi passanti a Milano attorno a lui c’era già un cordone di addetti alla security. Quel Grillo così umano così spontaneo sarà difficile vederlo di nuovo».

Temete il giudizio dei grillini per il vostro lavoro? Che voi sappiate, Grillo l’ha visto?

Burtulo: «Non sappiamo se Grillo abbia visto o meno il documentario, ad oggi non abbiamo avuto riscontri. Le reazioni avute sino ad ora sono state molto variegate: c’è chi ci ha riconosciuto l’onestà del nostro lavoro a chi invece ci ha insultato».

Santoro: «Reazioni così diverse tra loro crediamo siano inevitabili trattando un argomento e un personaggio così controversi. Noi speriamo che questo lavoro sia visto da tutti, da chi simpatizza per il 5 Stelle come a chi invece è molto critico. Ognuno, poi, esprimerà liberamente il suo giudizio».

Come verrà distribuito? Quando uscirà in dvd?

Burtulo: «Non abbiamo alle spalle una società di distribuzione, ma ci siamo autodistribuiti contattando singolarmente i cinema. Al momento sono una ventina le sale che hanno deciso di proiettarlo, nella data unica del 10 aprile. A fine mese, invece, sarà disponibile in un cofanetto libro + DVD edito da Sperling e Kupfer».

Le musiche scelte ricordano, dicevamo, quelle dei film di Sergio Leone; Grillo è un eroe western o un Don Chisciotte?

Santoro: «Intanto, da buon cowboy ha conquistato il West elettorale. Se la sua si rivelerà contro i mulini a vento lo potrà dire solo la storia».

Giovanni Marinetti

Giovanni Marinetti su Barbadillo.it

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