Il punto. La capriola di Tsipras e il tabù caduto dell’invicibilità dei tecnocrati Ue

capriole_0Non abbiamo mai idolatrato Tsipras e non ci uniremo adesso al carro dei detrattori dopo le ultime capriole del premier di Atene in vista di un eventuale accordo con i vertici dell’Unione. Il peso politico del referendum di Piazza Syntagma va ben oltre la portata immaginata dal leader di Syriza. La novità è nella “vocatio ad populum”, nel chiamare un popolo europeo, quello greco, a decidere sulle politiche economiche che le organizzazioni sovranazionali vogliono imporre. Il successo dell’Oxi, è bene ricordarlo, si è materializzato nonostante una campagna di propaganda martellante a favore delle proposte di Troika ed Eurogruppo che ha visto in prima linea anche la grande stima italiana.

La prima grande sconfitta per il partito unico dell’austerità

La breccia nelle granitiche certezze dei burocrati è stata creata: il partito unico, Ppe-Pse, che propugna il rigore può essere sconfitto con un voto popolare. Gli sviluppi allo stato sono imprevedibili, senza dimenticare che le idee camminano sulle gambe degli uomini. Su questo punto abbiamo più volte sottolineato sulle nostre colonne digitali la leggerezza della preparazione dei leader sovranisti, abili finora nei talk show, ma – e lo dimostra Tsipras – leggerini quando bisogna sedersi ai tavoli che contano, dopo aver studiato i trattati sottoscritti, per presentare proposte alternative di stampo operativo.

La prossima sfida

Di sicuro i temi della socialità, dei diritti sociali, della difesa del lavoro possono essere un grimaldello utile a risvegliare i popoli e a ribilanciare le politiche economiche degli stati, soprattutto di quelli che si affacciano sul Mediterraneo, straordinariamente provati dall’austerità. La storia non è finita, e questa Europa della povertà non è l’unico orizzonte possibile.

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